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KENJIRO

Quella maledetta stronza ci ha fregati tutti quanti.
Ci ha mostrato un finto video in diretta della città che veniva bombardata, giusto per traumatizzarci e ucciderci ancora un pochino.

E ci era perfettamente riuscita.
Cazzo, se ci era riuscita.

Non appena ho visto la casa di mia madre venire bombardata, ho perso tutti gli anni di vita che mi erano rimasti.

L'idea di aver perso lei, di aver perso quel furfantello di Thomas, mi ha massacrato per bene. E ora che gli ho davanti ai miei occhi... non ci posso credere.

Siamo sicuri che non sia tutto uno stramaledetto sogno?

«Figlio mio... santo cielo, cosa ti hanno fatto?» Mia mamma mi mette delicatamente le mani sul viso, mentre mi guarda con occhi preoccupati.

«Mi hanno conciato per bene, eh?» L'abbraccio scherzandoci su, anche se penso che possa immaginare cosa mi abbiano fatto qui dentro.

Ma come dico sempre, meglio ridere che piangere.

Mi stacco dalle braccia di mia mamma, e lei corre a stringere a sé Yumi.
Le osservo abbracciarsi, e sento il cuore ricomporsi pezzetto per pezzetto. Non ho mai visto Yumi così a pezzi. Mai. Lei è sempre stata la più forte tra i due.

«Zio due!» Esclama Thomas correndo verso di me.

Dio santo... quanto mi era mancato.

Gli corro in contro e lo prendo in braccio sollevandolo da terra.
«Ometto, sono così felice di vederti. Stai bene?»

«Sto benissimo. Ma Evy mi ha fatto mangiare tanto perché ha detto che così sarei diventato alto come te. Però se mangio tanto poi mi viene la pancia, e io voglio avere i tuoi muscoli!»

Rido immensamente scompigliandoli i capelli.

«Perché stai piangendo Kenj? Hai le lacrime agli occhi. È per via della bua sul viso? Cosa ti hanno fatto?»

Il suo visino preoccupato mi riduce a brandelli il cuore.
«Nah, non sto piangendo. Sono solo felice di vederti.»

«Però stai piangendo.»

«Non sto piangendo.»

«Invece si che stai piangendo.»

«Sei diventato bello ciccionetto in quest'ultimo mese, eh?»

«Ehi, questa era cattiva!» Esclama con il broncio scendendo dalla mie braccia.

Ridacchio, e li dico: «Buon compleanno, ometto. Sono sette anni, accipicchia»

«Hai visto! Ti sto raggiungendo!» Batte le mani felice, e poi si volta sorridendo vedendo arrivare Heaven e Adeline.

Sento il cuore scoppiarmi.
Sono settimane intere che non le vedo.

Si abbracciando tutti e tre, gli fanno gli auguri e Thomas inizia a raccontarli qualcosa. Adeline si allontana e mi viene in contro.

Il mio fottuto battito accelera come se fosse la prima volta che la guardo negli occhi.
«Oddio, Ady...» non appena arriva la stringo nelle mie braccia, e le tempeste si calmano. Il mondo torna a girare, diventando un po' più rosa e arcobaleni.

𝑷𝑶𝑾𝑬(𝑹𝑬𝑫)  -𝒾𝓃𝒻𝑒𝓇𝓃𝑜 𝑒 𝓅𝒶𝓇𝒶𝒹𝒾𝓈𝑜-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora