41. Greta

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Siamo appena arrivati alla festa organizzata da Clemente per il suo compleanno. Tutti gli addobbi sono di colore oro e nero, numerosi calici di spumante sono posti su un tavolo e in sottofondo vi è una musica leggera.

All'entrata principale ci aspetta lui con sua moglie, Claudia, per fare gli onori di casa. Dopo gli auguri e i convenevoli vari entriamo ufficialmente all'interno della sala e ci mettiamo alla ricerca dei nostri amici.

Questa sera indosso un pantalone a zampa stretto e una camicetta fucsia messa all'interno di quest'ultimi. Ai piedi ho indossato un paio di zeppe nere con un tacco non troppo alto poiché non sarebbero state l'ideale per correre dietro al mio bambino, i capelli li ho acconciati in un mezzo raccolto e ho indossato degli orecchini pendenti di colore argento che si abbinano perfettamente alla borsa.

Matteo, invece, è vestito uguale al suo papà: pantalone nero, maglietta bianca e scarpe dello stesso colore.

"Zia Gré siamo qui" urla il piccolo Edo da lontano.

Sorrido e ci dirigiamo verso destra dove i ragazzi si erano già accomodati al nostro tavolo. Matteo corre tra le braccia di Niccolò il quale lo prende subito facendolo volteggiare tra le sue braccia.

"Ciao amore di zia, come sei bello stasera" gli dico mentre mi abbasso per dargli un bacino sulla guancia.

"Io só sempre bellissimo zia, come n'fiore"

"Edoardo devi parlare in italiano, ti è chiaro?" lo sgrida Jacqueline

"È proprio figlio di suo padre" penso a voce alta ridendo.

Tommaso, il figlio di Gianmarco e Federica, appena tornato dal bagno si accorge della nostra presenza e corre tra le braccia di Adriano il quale si vanta sempre si essere il suo zietto preferito.
È un bambino un po' introverso ma con mio marito dà sempre il meglio di sé, la timidezza passa in secondo piano.

"Siete arrivati finalmente, mancavate solo voi" ci informa Gabriele

"Greta ha fatto tardi come al solito suo" risponde Adriano

"Se tu me aiutavi a preparà le cose di Matteo invece de starti sdraiato sul divano al cellulare ce sbrigavamo prima non credi?"

"Nun iniziate a litigare, ve prego" ci supplica Niccolò

"No infatti, andiamo a prendere qualcosa da bere che è meglio" dice sbuffando.

I ragazzi si dirigono verso il piano bar ma prima ognuno di loro chiede alla propria moglie, o compagna, cosa preferisce bere.

Nessuno lo chiede a me.

Adriano nemmeno mi guarda.

Faccio finta di non averci fatto caso e sistemo la mia giacca dietro la sedia per poi sedermici e prendere in braccio Matteo così da aiutarlo a sfilare il suo piumino.

"Gré tu vuoi qualcosa?" mi chiede Felice dopo aver percepito un po' del mio disagio probabilmente.

"No, grazie mille. Se poi me fa sete vado a prendermi qualcosa io dopo" e gli mostro un sorriso appena accennato giusto per sembrare indifferente davanti gli occhi di tutti.

Appena rimango sola con le ragazze cala un silenzio imbarazzante che però ben presto viene smorzato da Federica.

"Che stronzo che è Adriano"

"Non farci caso, fa sempre così ultimamente"

"Io non so come fai, al posto tuo je avrei buttato un bel ceffone" continua

"Vorrei, ti giuro. Poi però penso a Matteo e faccio finta di nulla" guardo mio figlio seduto affianco a me parlare con i suoi amichetti mentre, tutti insieme, si domandano come i palloncini riescano a rimanere attaccati al tetto.

Rosso fuoco, da sempre Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora