Monaco-Montecarlo, 30 settembre 2024
Il suono insistente e martellante della sveglia invade la stanza.
Allungo un braccio per spegnerla, ma non trovo il comodino, anzi, la mia mano si poggia su tutt'altra cosa.
Tasto con il palmo della mano la superficie calda e morbida per capire cos'è.
"MA LA VUOI SMETTERE DI TOCCARMI IL VISO"
La voce di Kika mi fa balzare in aria.
"Ma che cazzo, spegni la sveglia Kika ti prego, mi stanno saltando i timpani"
Kika allunga il braccio spegnendo la sveglia per poi stendersi di nuovo sotto le coperte a dormire, mentre io, ormai sveglia, mi alzo e vado al bagno.
Mi sciacquo la faccia e poi raggiungo la cucina dove sul divano vedo Pierre addormentato con la bava alla bocca.
Scuoto la testa sorridendo, poi prendo una pastina e del succo di frutta per fare colazione.
Pierre mugola qualcosa prima di alzarsi di soprassalto.
"Mh, Linda, buongiorno"
"Buongiorno bello addormentato, dormito bene?"
"Avrei preferito dormire nel letto ma va bene lo stesso"
"Haha, vuoi unirti con me per la colazione?"
"Volentieri"
Pierre si appresta a prendere anche lui una merendina e un bricchetto di succo, accomodandosi al tavolo con me.
"Allora, ti sei divertita ieri sera"
"Non mi sono mai divertita tanto"
"Direi, a quanto pare ti sei anche data da fare con Levante"
Strabuzzo gli occhi guardando confusa Pierre.
"Come scusa?"
"Non negare l'evidente, ieri sera io e Kika vi abbiamo visti uscire insieme dallo stesso bagno"
Mi passo le mani in faccia per poi metterle fra i capelli.
"Ti prego dimmi che non è vero"
"Ah beh, io ciò che ho fatto in quel bagno con Kika non me lo scordo, e so bene che quando siamo usciti vi abbiamo palesemente visti uscire dallo stesso bagno"
Sospiro pesantemente imprecando contro il cielo.
"No, no no no, non può essere vero, non ci credo"
"Perché, non sei contenta?"
"Tutt'altro"
"Da quando non ti piace scopare"
"Non è che non mi piace scopare, non mi piace scopare con Levante"
"Sono confuso"
"Ok, ascoltami bene, ora io ti dirò un segreto, ma tu devi prometterti di non dirlo a nessuno, tantomeno alle persone prese in questione"
"Croce sul cuore"
"Bene, allora, se c'è una cosa che facevamo spesso io e Charles, non c'era dubbio fosse scopare, ed era anche molto soddisfacente come cosa, quell'uomo ti regala sensazioni uniche, ma non è questo il punto.
Il problema è che, se scopo con Levante, penso a Charles, e se penso a Charles sto male, ma se penso a Charles mentre scopo con Levante mi sento a disagio, ed è inevitabile che io non pensi a Charles quando scopo, quindi se scopo sto male"
"Credo di essermi perso"
"In poche parole non riesco a scopare con nessuno perché ogni volta che lo faccio penso a Charles e questo mi blocca, non importa quanto alta sia l'eccitazione, mi blocco e mi passa la voglia"
"Ok, quindi sei bloccata"
"In termini semplici si"
"E non sai come sbloccarti e tornare a scopare felicemente"
"Esatto"
"Ma ieri sera il blocco non lo avevi"
"A quanto pare, ma è anche vero che ieri ero ubriaca marcia"
"Però, questo dimostra che se smetti di pensare il blocco scompare, boom, ho fatto la rima, smetti di pensare che il blocco scompare"
"La fai semplice, ma devi sapere che io sono maestra nel pensare, penso tanto, e penso talmente tanto che , per trattenere le lacrime mi fa male la gola, perché è li che si fermano tutte le tristezze"
"E a cosa pensi?"
"Te l'ho già detto questo"
"Sì, ma, quando ci pensi, precisamente, a cosa pensi?"
"Eh?"
"Mi spiego meglio, quando pensi a Charles, di preciso, a cosa pensi riguardo a lui?"
"Mh, penso a quanto era bello stare con lui, quanto mi rendeva felice la sua presenza, il sesso, le risate durante e dopo il sesso, i baci, gli abbracci, le parole dolci, i baci rubati...pensavo a tutto Pierre, a tutto"
"Capisco, e parlargli non ha risolto niente?"
Lo guardo confusa.
"Io non ci ho parlato con lui"
Mi guarda alzando il sopracciglio a dire come no?.
"Te lo ha detto vero?"
Annuisce chiudendo gli occhi.
"E va bene, si, ci siamo parlati, ma non ha risolto assolutamente niente, perché anche se io desideri con tutto il cuore che fra me e lui le cose si sistemassero, purtroppo sono una testa calda, e non l'ho perdonato"
"Sei proprio difficile ragazza, ecco perché gli piaci, perché sei difficile da prendere, e quindi riuscire a prenderti sarebbe come diventare campione del mondo per lui"
Queste sue parole mi strappano un sorriso, ma mi faccio subito seria.
"Perché non provi a dargli un'altra possibilità?"
"Non lo so Pierre, lo rivoglio ma quando posso riaverlo sento che è stato troppo semplice e non lo voglio più"
"Siete identici, volete le cose solo quando sapete che non potete averle"
"Ma è quello che rende il tutto interessante"
"Sì, ma devi capire che in qualche modo la questione si deve risolvere, perché se continuate così non vi parlerete neanche più"
"Lo so Pierre, lo so, pensi che non lo sappia, ma ogni volta, ogni singola volta, che lui torna da me strisciando io non lo so, un qualche meccanismo contorto si aziona nel mio cervello impedendomi di perdonarlo"
"Siete incredibili, incredibili"
"Beh, per il momento io ci sto bene con Levante, mi rende felice, è simpatico, e mi fa bene, mentalmente"
"Va bene, Linda, l'importante è che tu sua felice, lo sei? Si, e allora basta"
Pierre beve un po' del suo succo, mentre io giocherello pensosa con la carta della merendina.
"Penso che uno psichiatra potrebbe farmi bene"
Dico di getto all'improvviso.
"Perché?"
"Dovrò pur sfogarmi con qualcuno se non posso scopare"
Pierre mi guarda serio, poi scoppiamo entrambi a ridere.
"Oh"
Il mio telefono vibra nella tasca dei pantaloni da tuta che mi ha prestato Kika.
"Mi sta chiamando Daniel"
Guardo stranita Pierre che nel mentre finisce la sua colazione.
Mi alzo da tavola e raggiungo il piccolo terrazzo, premo il telefonino verde e rispondo.
"Pronto Daniel, tutto bene?"
"Linda, buongiorno, possiamo incontrarci a bere un caffè?"
"Certo, dimmi dove e ti raggiungo"
"Passo a prenderti io, tranquilla"
"Oh ok, io sono nell'appartamento di Kika e Pierre"
"Ok, passo fra una mezz'oretta"
"Va bene, ti aspetto giù"
"A dopo"
"Ciao"
Daniel butta giù la chiamata, e io rientro molto confusa.
"Che succede?"
"Non lo so, mi ha chiesto di incontrarci per andare a bere un caffè insieme, ma mi sembrava strano, aveva un tono di voce freddo, quasi triste, non conteneva la sua solita allegria"
"Mh, non so, non è da lui"
Dice Pierre giocherellando con la busta della pastina.
"Tu sai qualcosa"
"Chi io? No"
"Pierre, stai palesemente bleffando, sei nervoso, eviti il contatto visivo e hai le mani che sudano"
"E vabene, forse potrei sapere cosa lo preoccupa, ma preferisco sia lui a dirtelo"
"Pierre, Daniel non è il mio fidanzato"
"Ma è il tuo migliore amico, e voglio che tu lo sappia da lui, non da me"
Dice alzandosi e poggiando le mani sulle mie spalle.
"Ora vestiti, se non vuoi apparire come la solita ritardataria"
Alzo gli occhi al cielo e sbuffo, per poi dirigrmi in camera a recuperare le mie cose.
"Di a Kika che entro domani le riporto i vestiti lavati"
"Vai tranquilla"
"Ciao grazie di tutto ci vediamo"
"Ciao Linda"
E così dicendo scesi e mi misi ad aspettare Daniel.
Ad un tratto vedo una Mclaren celeste comparire e fermarsi proprio davanti a me.
Mi avvicino, apro lo sportello e mi accomodo sul sedile.
"Hey, ciao, tutto bene Dani, ti ho sentito strano"
"Tutto bene"
Ha lo sguardo spento, fisso sulla strada e la sua espressione sembra tutto tranne che felice.
"Dani, non stai bene"
"Ti porto al Sass Cafe"
"Dani"
"Fanno ottime colazioni"
"DANIEL"
"Che c'è?"
"Cosa succede?"
"In che senso?"
"Perché vuoi portarmi fuori a colazione?"
"Siamo migliori amici, mi pare giusto passare del tempo assieme ogni tanto"
"No, ti è successo qualcosa, sei strano, sei freddo, spento, quasi triste"
"Non è niente"
"E invece non è vero, se non fosse niente non saresti così, ma invece lo sei, è qualcosa di importante"
"Preferirei parlarne a stomaco pieno"
Daniel parcheggia la macchina, e subito si appresta a scendere per venire ad aprirmi lo sportello.
"Ma che gentiluomo"
Afferro la sua mano ed esco dalla macchina, avviandoci all'interno del bar.
Un cameriere ci fa accomodare ad un tavolino un po' più appartato, e ci porge i menù, che velocemente sfogliamo.
I nostri ordini arrivano in poco tempo e subito iniziamo a mangiare.
Lo schermo del mio telefono appoggiato sul tavolino si accende.
Una notifica di f1 updates attira la mia attenzione così afferro il telefono e apro instagram.
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Like the Titanic
Lãng mạnIl grande sogno di Linda Rossi si avvera finalmente, e può lavorare in Ferrari come social media manager. Dopo il suo arrivo, nella scuderia Ferrari ci sarà un po' di trambusto, i due piloti litigheranno e il loro legame si spezzerà, ma le cose si...