Happy birthday to me

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Capitolo scritto ascoltando
"Feel the morning on my face - Labirinth"

Sicilia-Catania, 28 settembre 2024
Sono ormai tre settimane che sto qui in Sicilia, e con Levante si sta costruendo un bel rapporto, che va oltre l'amicizia, con Carlos le cose si sono risolte e Charles non occupa più i miei pensieri.
Sono a lavoro, e mentre Carlina è sbrigare delle commissioni fuori, io mi occupo di fare l'inventario in modo da capire cosa manca per fare l'ordine settimanale.
Una notifica fa vibrare il telefono nella tasca del grembiule.
Finisco di contare le casse di mele, poi appoggio carta e penna sul bancone della cassa e controllo il telefono.
Carlos mi ha mandato una cosa tipo otto messaggi.

LINDA”
“LINDA”
“LINDA”
“DOMANI FAI GLI ANNI”
“26”
“I 30 si avvicinano”
“Riesci a venire a Monaco entro domani?”

“Carlos, sbaglio o ti avevo chiesto di non mandarmi messaggi in orario lavorativo”

“Scusa, sono troppo emozionato”
“Domani la mia hermanita fa 26 anni”
“Quindi? Riesci a venire a Monaco?”

“Dopo parlo con Levante e sento Carlina, ti faccio sapere”

“Ok”

Ripongo il telefono in tasca.
“Cosa fai qui ad oziare, hai già finito di fare l'inventario?"
“No, scusa Carlina, stavo rispondendo ad un mio amico, mi ha invitato a Monaco per festeggiare il mio ventiseiesimo compleanno domani”
“E mi stai chiedendo la settimana libera”
“Posso portarmi dietro Levante?”
“Certo bambina mia, i ventisei si fanno una volta sola, ma solo se mi finisci l'inventario”
“Certo Carlina, grazie, grazie”
Mi sorride dolcemente, mentre saltellando, ritorno nel piccolo magazzino dove sono situate tutte le casse.
Finisco di contare quelle che mi mancano, e trascrivo quello che va ordinato.
Esco di fretta dal magazzino, appendo il grembiule sull’attaccapanni dietro la cassa, e prendo la borsa.
“Carlina scappo, devo andare a preparare il pranzo a casa, di a Levante della settimana libera”
“Certo cara, ci vediamo quando torni, e auguri”
“No, porta male fare gli auguri in anticipo”
“Beh insomma, domani non ti vedo”
“Se ho un anno di sfiga poi è colpa tua”
“Ciao anche a te”
Esco correndo e salto sulla bici, pedalando a tutta velocità senza sosta.
Scendo dalla bici in corsa, la appoggio al muro della casa e corro dentro.
Metto su una bella pentola d'acqua per la pasta, e su una padella metto a scaldare la salsa di pomodoro.
Stendo la tovaglia e preparo la tavola, prendo la bottiglia di vino per Osvaldo e due di acqua.
A mezzogiorno in punto è pronto, ed esco a chiamare Osvaldo, Selvaggia e Libero che lavorano nel campo.
“OSVALDO”
“DIMMI”
“JÉ MEZZOGIORNO, JÉ PRONTO VENITE A MANCIÁRI”
(È mezzogiorno, è pronto venite a mangiare)
“COS'HAI PREPARATO STAINNATA?”
(Cos'hai preparato oggi)
“FICI A PASTA O PUMADORU”
“ANCÚRA”
“VENITE A MANCIÁRI CHE SI FREDDA”
In pochi minuti sono tutti seduti a tavola, e mangiano senza lamentarsi.
“Alla fine l'hai mangiata la pasta babbo”
“Ricorda Libero, quando la fame batte, anche il più cocciuto mangia e tace”
Osvaldo Sbuffa e si gira verso la TV, dandoci le spalle, mentre io inizio a sparecchiare.
Sono in cucina che lavo i piatti, quando arriva Selvaggia portandomi due bicchieri.
“Grazie”
“Senti, ma te posso fa na domanda?”
“Spara”
“Ma te e mi fratello, avete già chiavato?”
Rischio di strozzarmi con la mia stessa saliva.
“No, no, no no no”
“Che tieni paura? Noo, sei vergine!”
“Ma che stai dicendo, no, semplicemente sono uscita da una relazione importante, e devo un attimo, ristabilizzarmi”
“Ma quindi col tuo ex ci facevi cose?”
“Si si”
“Tutte le sere?”
“Non proprio, ma”
“Mamma mia, potessi farlo io, potessi vedere tette e culi tutte e sere…”
“SELVAGGIA”
“Ecco chi arriva u guastafeste a rúmpiri i baddi”
(Ecco che arriva il guastafeste a rompere le palle)
“Selvaggia, torna di la, vai a dormire che ti aspetta tutto un pomeriggio di lavoro”
Selvaggia esce sbuffando, mentre io mi avvicino a Levante, che mi poggia le mani sui fianchi, mentre io gli cingo il collo con le braccia lasciandogli un tenero bacio sulle labbra.
“Carlina mi ha detto della settimana libera, ma perché?”
“Domani è il mio compleanno, e Carlos ci ha invitato a passare un po' di tempo a Monaco, ma dobbiamo partire subito”
“E come facciamo?”
“Tranquillo, pensa a tutto lui, fra due ore il suo jet ci viene a prendere, e poi ci ospiterà nel suo appartamento”
“Fantastico”
“Dai vai a prepararti la valigia, io intanto finisco qua”
Mi lascia un ultimo bacio prima di salire al piano di sopra.
Finito di lavare i piatti, salgo di sopra e sistemo la valigia, cambiandomi e indossando qualcosa di un po’ più elegante.
“Bene, sei pronto? andiamo?”
“Andiamo”
Carichiamo le valigie sul retro del furgone, e alla fine, sebbene Levante avesse insistito perché ci accompagnasse il babbo, Selvaggia è riuscita a prendere il suo posto.
In un'ora scarsa arriviamo in aeroporto, dove alle 16:00 in punto il jet parte e alle 17:00 atterriamo all'aeroporto di Nizza,dove ad attenderci c'è Carlos.
“Hermanita, quanto tempo”
“Tre settimane Carlos, tre”
“È troppo”
Carlos mi stringe forte in un abbraccio, e rischio di perdere entrambi i polmoni.
“Carlos, non respiro”
“Scusa”
“Ti ricordi di Levante?”
“Come potrei non ricordarmelo”
Dice stringendogli la mano mentre gli fa l'occhiolino.
“Bene, ora non entusiasmarti troppo, ma, stiamo insieme”
Carlos, diventa inizialmente serio, ma poi un sorriso si dipinge sulla sua faccia.
“HERMANITA, SONO COSÌ ORGOGLIOSO”
“Sh, non urlare, parla piano”
Carlos torna a stritolarmi, sollevandomi da terra e iniziando a saltare.
“Carlos, giuro che ti vomito in faccia”
“Scusa, ma sono così felice che finalmente tu ti sia ripresa”
“Possiamo raggiungere il tuo appartamento per favore?”
“Sisi, certo, andiamo ragazzi”
Carlos mi poggia a terra, poi prende le nostre valigie e le mette nel bagagliaio di una cinque posti e subito partiamo, raggiungendo un grande palazzo, nel quale si trova l'appartamento di Carlos.
“Bene, questa è la vostra camera, lì c'è il bagno, mentre cucina e salotto di la, lì avete già visti, e se vi servisse qualcosa, questa è la mia camera.
Domande?”
“No Carlos, è tutto perfetto, grazie”
“Ok, allora, fate pure come se foste a casa vostra”
Sorrido a Carlos che esce dalla camera chiudendo la porta.
Ripongo le valigie nell'angolo della camera vicino all'armadio, e poi raggiungo Levante che si è steso a letto.
“Vieni qua”
Dice prendendomi per un braccio tirandomi più vicina a lui abbracciandomi e baciandomi teneramente, facendomi addormentare

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