Capitolo scritto ascoltando
"Malavita - Coma_Cose"Sicilia-Catania, 10 settembre 2024
"Linda sei pronta?"
"Quasi"
"Eddai, ma quanto ci vuole per mettersi un completo sportivo, ci stai mettendo troppo"
Esce sbuffando dal bagno, indossa degli shorts da ciclismo e un top rosa, i capelli sciolti e un'espressione confusa.
"Che hai perso ora?"
"Gli occhiali da sole"
"Li hai in testa"
"Oh, già è vero"
Una risata nervosa gli esce spontanea, mentre abbassa i grandi occhiali con montatura bianca e lenti a specchio argentate.
"Bene, la borraccia ce l'hai?"
"Mh, si"
"Hai tutto possiamo andare?"
Annuisce freneticamente mentre mi spinge verso l'uscita della camera da letto.
Scendiamo al piano di sotto, dove le due bici che abbiamo noleggiato ci aspettano.
"Tieni, mettiti il caso" Gli porgo quello che fra i due mi sembra più adatto alla sua testa.
"Grazie"
Indossiamo il casco, saliamo in sella e subito partiamo lungo le strade della Sicilia, fino a raggiungere una parte più isolata in mezzo ai campi.
"Carlos"
Mi chiama, e riesco a percepire il suo fiatone.
"Sono stanca, esausta, sfinita, stremata, mi fanno male le gambe e non reggo ancora a lungo"
"Vuoi che torniamo indietro?"
"Non ho le forze per riuscire a tornare indietro"
"Fermati allora"
Freno la bici e la aiuto a raggiungere l'ombra di un alberello poco più avanti.
"Bevi, tieniti idratata, quando te la senti ripartiamo"
"No Carlos, non ce la faccio, non riesco a riprendermi, ho troppa fame, e sono troppo stanca"
Ad un tratto un furgone appare in lontananza, e in pochi minuti si ferma davanti a noi.
Un ragazzo dai capelli ricci castani con una leggera barba abbassa il finestrino.
"Serve aiuto?"
"Sì ti prego, riportami in paese"
Linda lo supplica unendo le mani.
"Volete un passaggio, io sto andando in centro"
"Te ne saremmo grati"
Aiuto il ragazzo a caricare le bici sul retro del furgone e prendendo Linda sotto braccio la faccio salire.
"Io sono Linda, e questo è mio fratello, cioè migliore amico, Carlos"
"Piacere, io sono Levante Quarini, venite dalla Spagna?"
"Oh, lui si, io no, vengo dalle zone di Venezia"
"Ah, allora abbiamo un'amante dell'arte e della buona cultura"
"Diciamo di si"
Nel pronunciare queste parole si sofferma con lo sguardo su Linda che risponde con un sorriso imbarazzato.
Ci sta spudoratamente provando con lei, come si permette.
"Ragazzi, siamo quasi arrivati, dove vi scarico?"
"Conosci qualche posto dove possiamo andare a mangiare?"
Chiede Linda.
"Sì, c'è un bel ristorantino che fa piatti di mare poco distante dal centro, siamo a dieci minuti"
"Fantastico, ti va di mangiare pesce Carlos?"
"Sì, perché no"
"Andata, portaci pure la"
Il furgone prosegue per una decina di minuti poi accosta, tutti e tre scendiamo e io e Levante scarichiamo le bici.
"Eccoci, casa della trota, sapete come raggiungere il centro poi?"
"Io no"
"Ti guido io Linda, non ti preoccupare, fidati di un ciclista esperto"
"Va bene, allora io vi saluto ragazzi, spero di rincontrarvi"
"Ciao Levante, ci vediamo"
Guardo Linda storcendo il naso.
"Che c'è"
"Mh niente" faccio spallucce e scaccio i pensieri con un gesto della mano.
"Che c'è? Sei geloso?"
"Io geloso, e di cosa?"
"Di Levante"
"Ma che dici, ma non avevi fame scusa, dai andiamo a mangiare"
Entro nel ristorante trascinandomi dietro Linda.
"Salve, c'è per caso un posto per due libero"
"All'interno o all'esterno?"
Mi volto verso Linda che con una semplice espressione mi fa capire che per lei è indifferente.
"Va bene all'esterno"
"Ok, seguitemi pure"
La cameriera ci accompagna ad un tavolino al centro della terrazza, e gli sguardi cadono subito su di me.
Tento di non darci troppo peso, più per non fare sentire Linda a disagio.
"Bene Linda, tu cosa prendi? Magari mi dai un'idea"
"Penso che prenderò gli spaghetti allo scoglio"
"Uh, buoni, li prendo anche io"
Ordiniamo e con calma, per lo meno io, mangiamo.
In meno di quindici minuti Linda aveva già svuotato il piatto.
"Caspita, hai visto, riesco a farti ridere, a farti smettere di pensare e anche a mangiare"
"Okok, ora non vantarti troppo"
Il pranzo scorre sereno, pago e ci avviamo verso l'albergo.
"Aah, che stanca"
La vedo lanciarsi sul letto nella sua camera comunicante, mentre si toglie le scarpe massaggiandosi le caviglie.
"Che facciamo stasera?"
"Che ne so"
"Dios tu non sai mai nulla"
"Bada a come parli Sainz, e vatti a lavare che stai inondando anche la mia stanza con la tua puzza"
Dice tappandosi il naso con pollice e indice.
"Schittignosa"
Gli lancio la maglia sudata facendola saltare in aria.
"Ma sei cretino, che schifo, dai Carlos, levati dal cazzo, vatti a lavare"
Rido fragorosamente alla sua reazione, e senza rompere di più entro in bagno e mi lavo.

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Like the Titanic
RomanceIl grande sogno di Linda Rossi si avvera finalmente, e può lavorare in Ferrari come social media manager. Dopo il suo arrivo, nella scuderia Ferrari ci sarà un po' di trambusto, i due piloti litigheranno e il loro legame si spezzerà, ma le cose si...