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⚠️se siete suscettibili a scene forti, saltate pure la parte di Charles ⚠️

Capitolo scritto ascoltando
“Fourth of July - Sufjan Stevens”

Gran Bretagna-Silverstone, 6 luglio 2024
IL lunedì in tardo pomeriggio sono stata dimessa, il martedì l'ho passato a riposare in albergo e il mercoledì siamo partiti per Silverstone.
Giovedì resto in albergo a piangermi addosso, mentre Charles si allena con Andrea e ogni tot minuti mi chiama per chiedermi come stessi.
Cerco di essere sempre il più serena possibile, ma in realtà nessuno dei due è sereno.
La sera non riesco a dormire, mi viene solo da piangere fino ad esaurire ogni singola lacrima e consumare tutto il fiato nei polmoni.
Ad un tratto sento Charles rigirarmi tra le coperte mugugnando.
Sì alza e si chiude in bagno, e lo sento piangere.
Il suo pianto mi arreca un dolore ancora più forte, e solo nel letto inizio a piangere disperatamente fino ad arrivare a un punto di non ritorno.
Sono sveglia e fisso un punto qualsiasi nel buio.
Mi rigiro tra le coperte e mi accoccolo sul petto di Charles che mi stringe in un abbraccio.
Il dolore mi perseguita e inizio a mordere le labbra strappando le pellicine riempiendomi la bocca di sangue.
Mi alzo e mi dirigo verso il bagno.
Socchiudo la porta e fisso la mia immagine nello specchio.
Cazzo, sono presa malissimo.
Mi detesto, mi odio, mi faccio schifo da sola.
La mano dalle labbra scende lentamente al basso ventre.
Un impeto di rabbia mi prende e inizio a prendermi a pugni il basso ventre.
Piango istericamente e cado a terra sulle mie ginocchia.
“Linda, Linda che succede!?”
Charles entra allarmato.
“Sono una merda, faccio schifo”
“Linda, riprenditi cazzo, stai sparando stronzate senza senso”
“No, no, noooo, io faccio schifo, è tutta colpa mia e del mio corpo se tu ora non puoi avere un figlio”
“Linda, Linda, smettilaaa, smettila, di ferirti, perché fai stare male anche me”
“Ma è la verità la colpa è solo mia, perché sono un’irresponsabile, e mi sono caricata di stress, e non ho prestato attenzione con l'alcool e tutti i rapporti che abbiamo avuto, è solo colpa mia se la vita di una creatura che possedeva solo una settimana di vita e stata sottratta”
“BASTA!” Charles urlando e piangendo mi tira una sberla.
Lo guardo sconvolta.
“Scusa Linda, è che non sopporto sentirti dire queste cose, che non sono assolutamente vere, tu non sapevi di essere incinta, insomma, se il test risultava negativo…”
Charles non ha la.forza di continuare e crolla in un pianto di sfogo piegandosi sulle mie ginocchia e cingendomi i fianchi in un abbraccio.
“Ti prego Linda, non dire più queste cose, perché credimi, io soffro quanto te, ma se dici queste cose, non ce la faccio mi fai stare peggio”
“Scusa, io…”
“Ti prego, promettimi che affronteremo questa cosa assieme, che lascerai che mi prenda cura di te, perché fino ad ora si è trattato solo di te che ti prendi cura di me, ora è il mio turno di ricambiare il favore”
Annuisco piangendo.
“Va bene”
Restiamo abbracciati piangenti sul pavimento del bagno.
Ad un tratto la sveglia del mio telefono suona.
“Sono le 8:00”
Mi alzo e la spengo e mi siedo sul bordo del letto.
Charles si siede in parte a me e mi cinge le spalle.
Porgo la testa sulla sua spalla e mi sento protetta, al sicuro.
“Ti prego, oggi non me la sento di venire in paddock per le free practice. Ci parli te con Vasseur”
“Si, si, certo, mon amour, questo ed altro pur che tu stia bene.”
Charles si alza, solleva la cornetta del telefono e chiama la reception.
Ordina la colazione e dopo poco bussano alla porta consegnando la colazione.
Mangiamo e verso le 9:00 Charles va al paddock per le interviste.
“Tornerò verso sera, sei sicura di voler rimanere qui sola”
“Sì, stai tranquillo, starò bene”
“Ok, a stasera chérie”
Gli bacio una guancia e se ne va.

CHARLES

Dopo aver salutato Linda, lascio l'albergo e mi dirigo al paddock.
Dopo le interviste faccio qualche autografo e alcune foto.
A mezzogiorno sono in hospitality e finalmente ho modo di parlare con Vasseur.
“Fred, Fred aspetta”
“Ph buongiorno Charles”
“Senti, oggi Linda non ci sarà, non se la sente di venire dopo quello che è successo”
“Oh, si, comprendo il vostro dolore per quello che state passando, maa…si ecco, Linda è assente a lavoro troppe volte, e se continua così sarò costretto a prendere dei provvedimenti.”
“Che intendi”
“Intendo che, mancando spesso a lavoro non soddisfacente il tot di ore lavorative e, si insomma, sarei costretto a licenziarla.”
“Oh, ok, capisco, ne parlerò con Linda”
Se già prima ero in tilt per il resto, dopo questa informazione ero ancora più in tilt.
A l'una iniziano le prime prove libere, e tento di fare il possibile e arrivo in P8.
Prima del secondo giro di libere sto con Andrea per gli ultimi allenamenti dei riflessi, ma non riesco a concentrarmi.
“Charles, concentrato”
“Sì scusa”
“Charles, fermo, aspetta, sei tutto tranne che concentrato. Che succede?”
“Sono solo preoccupato per Linda, è voluta restare in albergo da sola, e ho paura che faccia qualcosa di stupido”
“Vedrai che sta bene, non ti preoccupare”
“Lo spero”
Finisco gli allenamenti, alle 17:00 iniziano le free practice two.
Mi preparo ed entro nell'abitacolo.
Sono sempre più preoccupato e nonostante questo riesco ad arrivare in P5.
Concludo le ultime cose e verso le 18:00 torno in albergo
Salgo in camera, entro, il vuoto totale, Linda non c'è.
“Linda, Lindaaa dove sei?”
Non è nemmeno in balcone, entro in bagno, e quello che vedo è qualcosa di terribile.
“Linda nooooo, Linda cosa hai fatto, perché?”
Linda è sdraiata a terra con in parte un bicchiere e un blister di pastiglie vuoto.
Mi inginocchio e noto che fra le mani ha una lametta piena di sangue, solo ora noto di essere sopra una pozza di sangue.
Le braccia piene di tagli.
Non riesco a credere a ciò che vedo.
Afferro il telefono e chiamo un'ambulanza.
Tentenno, poi decido di chiamare Alexandra.

Alexandra

“Pronto”
“Alex ti prego, ho bisogno di te”
“Che vuoi Charles”
“Linda”
“Aspetta perché piangi, che è successo, parla Charles muoviti”
“Linda, lei ha…lei ha tentato il suicidio”
“Cosa!? In quale cazzo di ospedale la porti”
“Non lo so, sono a Silverstone, quello più vicino è il Medical Center”
“Bene, ci vediamo la”

Alexandra butta giù la chiamata.
Con le mani sporche di sangue mi asciugo le lacrime sporcandomi tutto il viso.
Sono indeciso se chiamare Francisca, sono migliori amiche, ma non la chiamo, meglio non avvisarla subito, ha sofferto abbastanza anche lei per colpa dei nostri drammi.
L'ambulanza arriva, caricano Linda e io li seguo in macchina superando tutti i limiti.
In poco tempo siamo in ospedale.
I medici non mi lasciano entrare, e mi dirigo in sala d'attesa, dove trovo Alexandra.
“Charles, o santo cielo, sei pieno di sangue, che è successo?”
“Io, io l'ho trovata in bagno priva di sensi, in una pozza di sangue”
Alexandra è sconvolta.
“E tu non sai niente su qualcosa che la turbasse”
“In realtà, io so benissimo cosa non va, ed è la stessa cosa che turba me”
Mi guarda con faccia confusa.
“Linda e io stiamo insieme, e qualche giorno fa ha avuto un aborto improvviso, e da quel giorno, tutto va sempre peggio”
“Quindi è per questo che mi hai lasciato, perché lei era incinta di te”
“No, no, assolutamente no, lei non era ancora incinta, e in realtà prima dell'aborto lei nemmeno sapeva di esserlo”
“Allora mi hai lasciata solo perché amavi di più lei”
Chino il capo e annuisco.
“Ti prego, non fare che un mio errore rovini l'amicizia che avevate, ti prego, sei l'unica che può consolarla e aiutarla ora”
“Va bene, ma lo faccio solo per Linda”
Le ore passano in sala d'attesa e l'ansia, la frustrazione, il dolore, il senso di colpa per non aver fatto abbastanza, mi mangiano da dentro.
Appena vedo uscire il dottore mi alzo di fretta seguito da Alexandra.
“Allora, allora, come sta, la prego, mi dica che è viva”
“Lei sta bene, è stabile, i tagli riportati sulle braccia non hanno causato problemi gravi, essendo poco profondi non rischia il dissanguamento.
A causare il problema maggiore è l’overdose di farmaci ingeriti, che hanno comportato il coma.
Ma non è niente di grave, essendo in condizioni stabili, dovrebbero riprendersi nel giro di giorni.”
“La prego dottore, mi dica che posso vederla”
“Certo, la signorina è con lei?”
“Sì, si è con me”
“Seguitemi”
La vista del suo corpo incosciente sul letto mi arreca un dolore che mi lacera dentro.
Mi avvicino lentamente.
Le prendo la mano.
Le lacrime si macchiano di rosso passando sul sangue ormai secco che ho in faccia e scendono rapide, fino a portarmi in un pianto Isterico.
Sono costretto ad uscire e a chiudermi in bagno.
“Charles, Charles apri la porta”
“Ti prego Alex vattene”
“Pensi che questo sia quello che voglia Linda, che ti chiudi in un bagno a piangerti addosso!?”
Apro la porta, ed esco.
“Senti, tu ora vai in albergo, ti lavi, e riposi, domani hai le qualifiche e devi essere riposato e concentrato, questo è quello che vorrebbe Linda, vedere il suo campione dare il massimo di sé anche se non vince”
La guardo stranita.
“Come sai che Linda mi chiama il suo campione.”
“Oh, io e Linda ci siamo scritte nell'ultimo periodo. Ora vai, è il meglio per te riposare ora”
Annuisco e torno in albergo.
Quando entro in camera trovo il pavimento del bagno pulito.
Mi faccio una doccia in velocità.
Ordino la cena, e mangio lasciando degli avanzi.
Dopo tutto questo trambusto mi si è chiuso lo stomaco.
Non bastava la perdita di un figlio, anche quello della mia vita.
Sdraiato sul letto sento la solitudine.
Mi alzo, frugo nella valigia di Linda e trovo la sua maglia che usa a lavoro.
Ha ancora il suo profumo addosso, e sprofondo con il volto in essa.
Odio tutto questo.
Mi lascio trasportare dalla frustrazione e tiro un pugno a un muro, ferendomi la mano.
“CAZZO! CAZZO! CAZZO CHE MALE”
Cado a terra in lacrime, prendo sonno stringendo al petto la maglia.

A seguire il continuo del capitolo

Like the TitanicDove le storie prendono vita. Scoprilo ora