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Spagna-Isole Baleari, 20 agosto 2024
È passata ormai una settimana e mezza dopo il nostro litigio, e dopo qualche giorno complicato, nel quale entrambi ci sentivamo a disagio nella presenza dell'altro, giorni nei quali Charles mi ha a malapena toccata, come se avesse paura, l'unico contatto intimo che abbiamo avuto è stato dormire abbracciati, qualche bacio rubato sulla guancia e il camminare mano nella mano.
Questo mi è pesato ancora di più perché qualche giorno fa mi sono arrivate le mie cose, e tutto sembrava doppiamente triste e deprimente.
Ma finalmente le acque si sono calmate, e da giovedì tutto è tornato al proprio posto.
Nel frattempo mercoledì 14 ci siamo spostati assieme a Riccardo e Marta a  Mallorca, e successivamente abbiamo raggiunto le isole Baleari.
Mi sveglio baciata dai raggi del sole che entrano dalla finestra posandosi delicatamente sul mio volto.
Charles non c'è, probabilmente è in bagno, così mi metto a sedere con la schiena poggiata sulla testiera del letto e afferro il telefono.
Leggo la data, 20 agosto, cosa mi ricorda...ma certo, oggi è il compleanno di mia sorella.

"Tanti auguri insopportabile di una peste"

"Grazie, sappi che sebbene abbia 16 anni continuerò ad infastidirti lo stesso"

"16 anni, sei già pronta per la casa di riposo"

"Ma smettila deficiente"

"Se io sono deficiente tu sei cretina...ti saluto, saluta tutti a casa da parte mia"

"Va bene, ciao"

“Buongiorno chérie”

Buongiorno Charlie”

Sono ancora stesa a letto mentre finisco di eliminare tutte le mail inutili di pubblicità e robe varie.
Charles a carponi mi si avvicina lasciandomi una scia di umidi baci da sotto l'orecchio fino al collo.
“Ti voglio”
“Ma non possiamo”
Dico scostandolo mettendomi a sedere coprendo le gambe con la coperta.
“Perché ti copri?”
Dire ridendo tentando di levarmi la coperta, che io tengo saldamente stretta.
“Perché uno non ho fatto i peli, e due perché mi piace stare coperta”
“Noooo, ti prego non dirmi che sei in quei giorni”
Faccio una smorfia che fa subito intuire a Charles che in realtà ci sono dentro in pieno.
“Nooooo, che palle”
Dice gettandosi a pancia in su sul letto.
Salgo a cavalcioni sul suo bacino, lo bacio, per poi iniziare un percorso a partire da sotto l'orecchio, arrivando alle clavicole, i pettorali scendendo sugli addominali e il basso ventre.
Riesco a sentire la sua eccitazione premere contro il tessuto del boxer.
Mi alzo guardandolo in faccia, ha gli occhi chiusi, ma li apre quasi subito con fare disperato.
“No, non farmi questo”
“Che cosa?”
Faccio la finta tonta.
“Non fare la finta tonta,me l’ha fatto venire duro, e sai bene quanto mi faccia male, ora rimedi”
“E come dovrei fare?”
“Mi prendi per il culo”
Ancora seduta a cavalcioni su di lui faccio scorrere una mano all'altezza del cavallo, e sorrido maliziosamente quando sento di persona ciò che gli ho causato.
La mia mano scivola all'interno dei suoi boxer, che prontamente gli sfilo.
“Siediti”
Gli ordino alzandomi sulle ginocchia per sistemarmi in una posa più comoda.
Charles si mette semisdraiato reggendosi sui gomiti.
“E apri ste gambe”
Dico aprendogliele con prepotenza.
“Da quando sono io che devo aprire le gambe? Non era il tuo ruolo?”
“Ora sono io che comando, e tu devi obbedirmi”
Una smorfia compiaciuta si abbozza sul suo volto.
Mi posiziono inginocchiata di fronte a lui iniziando a maneggiare la sua erezione, un po’ alla volta inizio a baciarla, fino a quando non me la ritrovo come colazione.
Ad un tratto un conato di vomito allarma Charles, che torna però a rilassarsi quando stimolo la parte più sensibile con movimenti circolari con la lingua.
“Ferma, ferma, spostati”
Velocemente Charles afferra l'asciugamano dal comodino che aveva lasciato lì la sera prima dopo la doccia e si appresta a coprirsi prima di sporcare in giro.
Mi alzo soddisfatta del mio lavoro pulendomi gli angoli della bocca con il pollice.
“Sarà meglio se ti lavi Leclerc”
“Ti prego, non chiamarmi per cognome, altrimenti dovrai rifare tutto da capo”
Mi minaccia alzandosi dal letto e dirigendosi in bagno.

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