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Spagna-Ibiza, 12 agosto 2024
Mi sveglio e vedo Charles uscire dal bagno.
“Buongiorno”
“Giorno” Sì limita a rispondere.
Mi alzo e vado in bagno, chiudendo la porta dietro di me.
La questione sembra non si risolverà facilmente, ma io non posso dirgli quello che mi rende veramente scontrosa, potrei rovinare tutto.
È tutta colpa mia, se la smettessi di preoccuparmi non saremo in questa situazione, ma no, devo sempre offendermi e rovinare tutto, ma perché non imparo mai.
Esco dal bagno e mi avvicino a Charles che è seduto sulla poltrona a guardare il telefono.
“Charles”
“Mh”
“Volevo chiederti scusa per ieri sera, credo di essermi comportata in maniera immatura”
“Senza credo”
“Ok, si, lo ammetto, mi sono comportata in maniera bambinesca. Ti prego di perdonarmi, non posso sopportare di dormire un'altra notte così lontana da te, sembra così vuoto il letto quando non sono abbracciata a te”
“Se solo tu mi dicessi cosa ti rende infelice, sarebbe tutto più semplice”
Abbasso la testa, non posso dirglielo, rischio di mandare tutto a puttane.
“Linda, possiamo risolverlo assieme”
“Vedi Charles, il problema è che io non posso dirtelo”
“Ma perché?”
“Perché veramente, non posso”
"Sai che ti dico Linda, vaffanculo, credevo ci dicessimo tutto…ma a quanto pare non è così”
Charles si alza, prende Leo e se ne va sbattendo la porta.
Mentre io resto lì, come una scema.

CHARLES

Esco dalla camera sbattendo la porta.
Mi fermo per qualche secondo davanti a essa, metto il guinzaglio a Leo e mi accingo a scendere.
In fondo alle scale incrocio Lorenzo e Charlotte.
“Charles, Linda non scende a fare colazione con noi?"
“No. Ora se non ti dispiace sono di fretta”
Sorpasso entrambi che mi guardano sconvolti mentre mi dirigo all'ingresso scomparendo dal loro campo visivo.
In momenti come questi vorrei Carlos, ma lui e Lando sono a Madrid.
Riccardo, lui è qui a Ibiza con Marta.
Estraggo velocemente il telefono dalla tasca, mentre continuo a camminare senza una meta.
“Pronto Charles, dimmi”
“Riccardo, ti prego, dimmi che hai qualche minuto libero per me”
“Che è successo?”
“Ho bisogno di te”
“Va bene, ci possiamo trovare in un bar a fare colazione, al bar Petit caffè, lo conosci?”
“Si, arrivo subito”
Con passo svelto e spedito mi dirigo al bar, e appena arrivo noto Riccardo seduto assieme a Marta.
“Ragazzi”
“Ciao Charles”
Marta si limita a sorridermi.
“Allora, cosa c'è che ti preoccupa tanto da dovermi chiamare, per parlare?”
“Sì tratta di Linda”
“Uhoh, guai in vista”
“Lei, lei ha smesso di dirmi le cose, l'altra sera siamo tornati a casa tardi e lei era preoccupata per l'aver lasciato Leo in camera da solo. Quando ha visto che stava bene ha iniziato a fare l'offesa, ma ha detto che non si trattava del fatto che l'avessimo lasciato solo, ma non ha voluto dirmi il perché è arrabbiata con me. Stamattina è venuta da me a scusarsi, ma quando le ho chiesto cosa la turbata mi ha detto di non potermi dire niente, a quel punto sono esploso, l'ho mandata a fanculo e me ne sono andato”
“Charles, tu hai sbagliato tutto”
“Sì Charles, Riccardo ha ragione, questo la farà arrabbiare ancora di più”
“Ma lei non mi dice più niente, di solito ci dicevamo tutto”
“Charles, col tempo le persone sentono il bisogno di tenere anche qualcosa per sé, perché magari più intimo e riservato”
Interviene Riccardo.
“Charles, tu la ami?”
“Più di qualsiasi cosa Marta, lei è la ragione per cui vado avanti”
“E allora devi lasciarle il suo spazio, devi capirla, non sempre le persone vogliono esternare ciò che le turba, e tu non puoi costringerla a farlo, dalle spazio e tempo, e vedrai che ti dirà le cose come stanno quando se la sentirà”
“Grazie Marta, i tuoi consigli sono sempre preziosi, grazie infinite”
“Prego, ma ora torna da lei, prima che peggiori la situazione”
Mi congedo dai due amici e con calma mi accingo a ritornare in albergo.
Salgo in ascensore, arrivo al mio piano e percorro tranquillamente il corridoio.
Arrivo davanti la porta della camera, Indugio ma poi entro.
La stanza è vuota, Linda non è più qui, solo un biglietto sopra la scrivania.

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