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GAIA:

Passo due settimane a Londra a divertirmi con la mia migliore amica. All'inizio doveva esserci anche suo fratello ma evidentemente Federica gli avrà raccontato della mia situazione e lui ha deciso di lasciarci partire da sole. Il primo giorno è stato particolarmente difficile, stavo troppo male persino per andare a guardare gli Harry Potter studios che è da sempre stato il mio sogno. Poi, dopo aver ricevuto una strigliata da Federica e un messaggio da mio fratello che mi annunciava di aver dato la mia lettera a Pietro, mi sono alzata e ho avviato una
diretta per mettere a tacere tutte le voci e per far ascoltare a Pietro la nuova canzone che ho scritto per lui in questi giorni. Non ero sicura che sarebbe entrato, ma appena l'ha fatto ho cominciato il mio discorso e cantato la mia canzone. Il risultato? Ne un messaggio e neanche una chiamata. Mi sono messa l'anima in pace e ho cominciato a godermi la vacanza. Siamo andate a vedere gli Studios e mi sono emozionata come una bambina. La sera successiva siamo andate a vedere Magic Mike dove sono stata chiamata al centro, mi sentivo estremamente imbarazzata! Federica ha documentato tutto mettendolo su instagram e successivamente i ragazzi e Andrea hanno cominciato a prendermi in giro per tutta la settimana. Ho pensato poco a Pietro, il mio l'ho fatto, ora tocca a lui.

Rientro in casa sorprendendo Andrea mentre palpeggia il seno di una ragazza a cavalcioni su di lui.
<<cazzo ma la tua stanza?>> sbotto.
<<gesù! Gaia vai via!>> grida.
<<si grazie, mi fa piacere che sei felice di rivedermi>> scherzo.
<<Gaia!>> urla.
<<ok ok! Chiamami appena hai finito>> alzo le mani al cielo e vado via.
Ora cosa faccio? Da Federica non posso andare e purtroppo non posso andare neanche da Pietro.
Esasperata mando un messaggio a Duccio per sapere dove si trova e mi risponde subito scrivendo:
"bunker", "Pietro non c'è" aggiunge subito dopo.
Sorrido a questo suo ultimo messaggio e mi incammino.
Quando entro mi avvicino alla sala registrazione da cui arriva una musica. Parte la voce e a cantare questa canzone è Pietro.

"Eravamo matti,
adesso non siamo più niente.
E non è stato facile,
conoscermi di nuovo,
stare tra me e me.
Rialzarsi e poi cadere sempre,
bevo un bicchiere pieno di tutto quello che mi manca.
Vuoto dentro, mi trema la mano.
Quanti errori mi hai fatto passare, ah
Mo ti devo scordare, ah.

Mi manca il tuo nome
E me lo sto dimenticando
Visto che non lo uso più
Urlare e poi fare l'amore, l'amore
Mi manca il tuo nome, il tuo nome.

Non capisco perché,
Non mi va di vivere come fai tu,
Non mi riescono a capire
Manco gli psicologi
Come fosse un mistero
Come se ci fosse il diavolo in me
Che poi mi stacca da te
Che mi porta dal male
E mi fa lasciare andare
E poi cado in un mare di lacrime amare.

Mi manca il tuo nome
E me lo sto dimenticando
Visto che non lo uso più
Urlare e poi fare l'amore, l'amore
Mi manca il tuo nome, il tuo nome".

<<è per lei?>> sento chiedere da Jacopo.
Pietro non risponde ma da quello che sento capisco che ha annuito.
<<perché non glielo dici? Vi amate, è così difficile?>> domanda.
<<Si, lei è a Londra e non so nemmeno quando tornerà. Si sarà stancata della mia insicurezza del cazzo>> sbotta Pietro.
<<Andrea non mi parla da una settimana! Capite che mi ha minacciato di riempirmi di botte se non trovo il modo di chiarire con lei?>> continua.
<<ma tu non devi chiarire con lei solo perché te lo impone Andrea>> dice Jacopo.
<<io voglio chiarire con lei! Mi sta mancando da morire e ho capito che sto peggio senza di lei>> ribatte Pietro.
<<allora diglielo!>>
<<e come? Vado a Londra senza nemmeno sapere dove si trova?>>
<<e se non fosse necessario?>> interviene Duccio.
<<che intendi?>> Pietro lo fissa.
<<sorpresa!>> il rosso spalanca la porta e vengo sorpresa mentre origlio la loro conversazione.
Pietro mi guarda senza dire niente e in cinque secondi Jacopo e Duccio si volatilizzano fuori dalla stanza.

<<sei tornata>> dice.
<<si... Scusa, sono venuta perché Duccio mi aveva detto che non c'eri. Levo il disturbo>> mi affretto a rispondere.
<<no, non te ne andare, resta qui>> mi supplica.
Annuisco e mi siedo sulla sedia accanto a lui.
<<ti sei divertita a Londra?>> chiede.
<<si, tanto>> affermo.
<<ho visto le tue storie e quelle di Federica, ti è piaciuto stare al centro mentre quello faceva il porco>> scherza.
<<sei geloso?>> lo provoco.
<<da morire!>>
<<allora perché stiamo così? Perché non ci possiamo vivere la relazione in pace?>> vado dritta al punto.
<<io penso che tra di noi ci sia un problema molto più grande della mia insicurezza>> ammette.
<<perché non me lo hai detto fin da subito?>> domando.
<<mi sembrava la scelta più giusta, Gaia con te non stavo per niente bene. Soffrivo la distanza e ancora di più mi faceva stare male il fatto che non parlassi con me>> sbotta.
<<io ti ho sempre detto tutto!>> ribatto.
<<si? Quando hai comprato la casa me lo hai detto? No. Quando Giovanni ti ha chiamata me lo hai detto? No. Che ti era stato proposto un tour mondiale me lo avevi detto? Indovina un po'! No!>> fa una pausa.
<<con me non parli più di niente! E del tour lo so perché quando hai chiamato Federica lei era con me>> conclude.
<<del tour te ne avrei parlato di persona! Era davvero una bella cosa e volevo vedere la tua reazione e quella di Andrea dal vivo>> rispondo.
<<di Giovanni non ti ho detto niente perché ero sicura che avresti fatto una scenata di gelosia e in quel momento non ne volevo>> continuo.
<<Gaia io voglio stare con te, ma in queste condizioni è impossibile. Capisci che non riusciamo a comunicare normalmente? Comunichiamo solo tramite i nostri testi e questa non è una buona base per una relazione>> dice.
<<lo so e voglio rimediare>> rispondo.
<<perché non mi hai mai parlato della casa famiglia? E non dirmi che avevi paura del giudizio perché sai benissimo che non ti giudicherei mai>> afferma.
<<io credevo che te lo avesse già detto Andrea e che tu non mi avessi detto nulla solo perché Andrea sa che non volevo che qualcuno lo sapesse>> ammetto.
Lui annuisce.
<<rimettiamo insieme i pezzi e miglioriamo per entrambi>> stringo forte la sua mano.
<<vieni qui!>> mi attira a sé e mi bacia con foga.
Poco dopo si alza, chiude a chiave la porta dello studio e ci abbandoniamo a degli interminabili minuti di passione.

Questo amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora