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PIETRO:

<<ricominciare la terapia! Ma vi sentite?>> urla appena entro in camera.
<<Amore è la cosa più giusta>> mi avvicino al suo letto.
<<io sto bene! Non ne ho bisogno!>> si toglie la maglietta del pigiama e indossa un maglione blu. Un colore che si sposa perfettamente con lei, so che è una cosa a cui non devo pensare in questo momento, ma è più forte di me.
<<Tu non stai bene>> ribatto.
<<e poi non ho bisogno di tornare dalla psicologa, ho tutti voi con cui posso parlare>> afferma.
<<lo sai che non è come parlare con una specialista. Cosa ti blocca? Cinque anni fa eri contenta del percorso che stavi facendo con lei e me lo ricordo benissimo>> affermo.
<<ho paura!>> ammette.
<<sei contento? Te l'ho detto! Ho paura di dover rivivere il mio stato d'animo degli ultimi cinque anni e ho paura di parlare del dolore che ho affrontato. Non voglio andare lì e parlare di quello che ho dentro, non voglio scavare più a fondo dentro me stessa>> aggiunge.
<<ti farà bene. Se non torni a fare la terapia arriverai all'Eurovision senza la forza mentale giusta e ti ritroverai costretta a lasciare anche tu momentaneamente il tuo sogno e non credo che sia quello che vuoi. Sei ancora in tempo per sistemare il casino che hai in quella testolina. Ti prego, almeno provaci solo una volta>> la supplico.
<<ho detto di no>> dice ferma.

GAIA:

Finito il funerale torniamo a casa e papà si rivolge a noi in modo brusco.
<<da oggi niente più lezioni di canto, non ho tempo da perdere per accompagnarti. Domani se volete tornate a scuola ma ci andate a piedi perché non ho intenzione di uscire tutte le mattine>> sbotta.
<<ma papà! La scuola di Gaia è più lontana dalla mia, non può andare da sola>> dice Andrea.
<<non mi interessa, adesso è grande>> ribatte mio padre senza accettare repliche.
Dopo qualche giorno io e Andrea torniamo a scuola, mi sveglia alle sette e dopo mezz'ora ci incamminiamo per la scuola. Tutte le mattine accompagna prima me e dopo va lui. Il pomeriggio invece mi accompagna alle lezioni di canto interrompendo i suoi studi.

<<Andrea aiuto!>> urlo dal bagno.
Mio fratello corre nel bagno e si copre gli occhi vedendomi seduta sul water.
<<Gaia che c'è? Perché mi hai chiamato mentre stai così!>> urla.
<<Andre mi esce tanto sangue! Cos'è? Sto morendo?>> chiedo scoppiando in un pianto disperato.
<<hey no! Non stai morendo, è tutto normale. È una cosa che succede a tutte le femmine, purtroppo però non ti so dire molto...>> si gratta la testa.
<<è normale a undici anni?>> domando.
<<si>>
<<e come faccio? Che vergogna mi sporco>>
<<beh devi usare delle cose, che usano le femmine>> apre un cassetto e caccia dei pannolini minuscoli.
<<mi devo mettere il pannolino? Come i bambini?>>
<<no... Questi si chiamano assorbenti e sono fatti apposta per le femmine che hanno il ciclo>> spiega.
<<vedi, lo devi aprire e poi lo metti sulla mutanda e dopo le ali le metti sotto, capito?>> chiede.
Annuisco.
Andrea mi lascia sola e seguo le sue indicazioni. Esco fuori e lo trovo davanti alla porta.
<<ora lo dovrai cambiare spesso, così non ti sporchi. Poi ti durerà un paio di giorni e una volta al mese. Poi forse qualche volta avrai qualche dolore ma non ti devi spaventare. Ho letto su google>> dice.
<<è una cosa bella questa... La mamma sarebbe davvero felice>> mi stringe forte.
<<stai diventando grande, una signorina>> mi dà un bacio sulla fronte.
Voglio bene ad Andrea, è l'unico dopo mamma a cui voglio bene in questa famiglia.

<<sai, ieri prima di passarvi a prendere ho parlato con Andrea e mi sono reso conto di quanto lui si sia sacrificato solo per farti stare bene. Ho capito quanto per lui è stato difficile perdere entrambi i genitori senza però fartelo pesare...>> Pietro si siede sul letto.
<<mamma prima di morire gli ha fatto promettere che si sarebbe sempre preso cura di me>> dico.
<<e lui lo sta facendo, ma credo che sia arrivato il momento di aiutarlo... Credo che ricominciando la terapia, lui possa stare più tranquillo e tu più bene>> continua.
Lo sapevo che era tutta una tattica per tornare a parlare della terapia.
<<eravate entrambi molto più sereni qualche anno fa... Ti prego, provaci almeno una volta>> mi stringe forte le mani.
<<se non vuoi farlo per te, fallo per lui>> dice.
Tocca sempre i miei tasti dolenti.
Sospiro e annuisco.
<<ci proverò, ma se dopo la prima seduta non me la sento voi non insisterete più!>> ribatto.
<<te lo prometto>> mi attira a sé e comincia a riempirmi il viso di baci.
<<ora credo sia il caso che tu finisca di prepararti, ci vediamo a pranzo>> dice.
Cazzo! Non mi sono minimamente ricordata di chiedere ad Andre se volesse mangiare da lui.
<<non fare quella faccia! Ho immaginato che te ne saresti scordata e gliel'ho chiesto io quando sono arrivato>> afferma.
<<lo sai già che ti amo tanto, si?>> sorrido e sbatto velocemente gli occhi.
<<lo so bene, anche io ti amo tantissimo>> mi bacia e poi esce lasciandomi sola.

"Caro diario,
oggi sono passati undici anni dalla morte di mia mamma. Undici anni che non c'è più, mi manca da morire! Amo prendermi questo giorno di stacco da tutto e da tutti solo per poterla celebrare come merita.
A rovinare però la mia quiete è stata quello stupido invito al matrimonio di mio padre. Mi sento ferita, per tutti questi anni ho creduto che lui non volesse stare noi perché frutto di un amore perduto, invece si stava costruendo una nuova vita! Lo odio, lo odio da morire. Sono davvero devastata da questa notizia.
Poi Pietro e Andrea hanno cominciato ad insistere sul farmi ricominciare la terapia, non ero molto d'accordo all'inizio... Però ci posso provare almeno una volta. Magari riuscirò a gestire bene l'ansia, magari mi aiuterà per altre situazioni. E infondo Pietro ha ragione, se non mi faccio aiutare arriverò all'eurovision senza la forza mentale di affrontare un palco di quel calibro.
Cambiando discorso, oggi, dopo che il mio fidanzato è uscito, mi sono preparata e sono uscita con Andrea. Tutti gli anni in questo giorno facciamo sempre le stesse cose, è come se fosse una tradizione ormai:
Andiamo a fare colazione al bar preferito di mamma, subito dopo andiamo al cimitero dove ci restiamo sempre una buona mezz'ora e poi torniamo a casa nel silenzio più assoluto.
Non so perché abbiamo cominciato a farlo, nemmeno da quanto tempo lo facciamo. Però mi lascia sempre molta tranquillità nel farlo.
Poi siamo andati a pranzo da Pietro, e sono stata molto felice di notare che cercavano di non farci pesare la giornata. Sono stati molto rispettosi del nostro dolore e non hanno detto una parola fuori posto. Invece Federica non mi ha mandato neanche un messaggio, sicuramente non avrà avuto tempo. Ultimamente non stiamo più passando molto tempo insieme. Io sto sempre con Pietro e i ragazzi e lei esce spesso con Antonio e la sua fidanzata. Prima uscivamo sempre in quattro:
Io, Fede, Antonio e Giorgia, la sua ragazza.
Però poi sono andata ad Amici, mi sono fidanzata con Giovanni e ho iniziato a frequentare la sua cerchia. Dopodiché eravamo rimaste solo io e Federica ad uscire insieme, poi si è aggiunto Pietro e successivamente Thomas. Ora non usciamo più insieme e mi manca da morire!
Ora ti lascio perché ho un sonno terribile, buonanotte diario."

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