Capitolo 2:Londra

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Non posso ancora crederci.Avevo sempre saputo di essere diversa,nel mio piccolo avevo persino intuito che ci fosse dietro tutto questo,ma non ci avevo mai pensato troppo seriamente.E il fatto che mi ferisce di più è che né mio padre,né mia madre me l'abbiano mai detto.Ho chiuso la porta a chiave,appoggiandomici con la schiena;tengo il viso tra le mani,fiumi di lacrime scendono dagli occhi e mi lascio cadere a terra,continuando a piangere più forte che mai,finché sento la voce di mio padre che mi chiama,bussando dolcemente.

"Piccola,ti prego apri,dobbiamo parlare..."esordisce con una voce rotta dal dispiacere.

"Avremmo potuto parlarne in diciassette anni,Manuel!Diciassette anni!"urlo.

Lo sento sussultare.Non l'avevo mai chiamato Manuel prima d'ora.Solo papà;forse sono stata troppo secca,troppo dura,ma mi ha davvero troppo sconvolta,anche se ora mi sento in colpa,al punto da alzarmi e aprire lentamente quella porta.C'è anche mia madre insieme a lui,intenta ad asciugarsi le lacrime con un fazzoletto.Siamo in tre a piangere,io,lei e anche lui.

"Scusa papà..."e tra le lacrime mi getto nel suo abbraccio,consolandomi un po'.lui non sarà mio padre,ma per me lo è a tutti gli effetti,così come la mamma.Li faccio entrare e ci accomodiamo tutti e tre sul mio letto;stavolta è la mamma a prendere la parola per prima.

"Tesoro,ci dispiace così tanto averti nascosto la verità,ma ti assicuro che lo abbiamo fatto perché ti amiamo,non avremmo mai voluto farti soffrire.Ora ti racconteremo tutto,ogni singolo particolare se lo vuoi."

Sì,è proprio ora di sapere la verità.

"Raccontatemi."

"Bene...diciassette anni fa,andammo a trovare una mia cugina che aveva appena avuto un bambino.Manuel sapeva quanto io soffrissi perché non riuscivamo ad averne anche noi;così mi portò nella nursery,e a vedere tutti quei piccolini...mi si scaldava il cuore.Poi..sentimmo delle infermiere parlare di una bambina abbandonata dai suoi,proprio dopo il parto;parlavano di quanto speravano che potesse essere adottata da una brava famiglia che l'amasse.Eri tu piccola.Chiedemmo se potevamo vederti e loro ci scortarono al tuo lettino.Fu amore a prima vista e dicemmo subito di sì.Le infermiere ci dissero che tua madre aveva avuto solo il tempo di darti un nome.Ecco perché ti chiami Katherine,tesoro:i tuoi genitori erano inglesi,di Londra per la precisione e il loro cognome era Carter.Almeno...quello di tuo padre.Per farla breve,ti portammo a casa e giurammo che non ti avremmo detto niente finché non saresti stata pronta.E questa...questa è la storia."conclude mia madre.

Alla fine del racconto sono ancora concentrata sull'immagine di una bambina abbandonata all'ospedale dai genitori,per motivi del tutto sconosciuti.Ma cosa avevo fatto?Perché non mi hanno voluta?Se li conoscessi ora,non andrei mai a stare con loro,però vorrei fargli un mucchio di domande.Prendo fiato e parlo.

"Vi ringrazio per avermelo detto.E mi scuso infinitamente per la mia reazione..."

Mia madre mi abbraccia.

"Tesoro,non devi affatto dispiacerti,è stata una reazione perfettamente normale.I tuoi genitori non sanno che perla di ragazza si sono persi."

"Siete voi che mi avete fatta diventare così."dico commossa.Sono molto più serena ora che conosco il mio passato.Manuel e Teresa sono i genitori migliori del mondo:senza di loro,non sarei la persona che sono adesso.Non me ne faccio niente di quei due londinesi che mi hanno abbandonata...a proposito di Londra,sarà meglio che parli della proposta di Doniya. Incrocio le dita,respiro profondamente e finalmente trovo il coraggio.

"Mamma...papà..."sto quasi balbettando,sembro una perfetta idiota.

"Che succede?"chiede mio padre preoccupato.

Stay with me [Z.M.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora