QUATTRO
Anche se non avrei mai immaginato un tempo di dormire con Christina, devo dire che è stato abbastanza piacevole. Il suo fresco profumo di fiori che rimane intrappolato nella mia maglietta, il suo viso d'angelo e lei che vaga nel mondo dei sogni, dipingendone qualcuno nella sua mente.
Sono le nove del mattino, e pare che ne avrà ancora per un bel po'. Nel frattempo mi dirigo nel salotto dove ci sono Peter, Cara e Caleb.
"Buongiorno" esclamo raggiante.
"Buongiorno" dicono uno dopo l'altro con la voce impastata col sonno.
"Avete dormito bene?"
Peter è mezzo addormentato sul divano, Cara si strofina gli occhi e Caleb...non riesce a tenere gli occhi aperti e perciò li batte ripetutamente risultando un ragazzo affetto da un tic nervoso. Dallo stato in cui si trovano, deduco proprio di no. O forse non hanno dormito abbastanza.
"Non importa" dico stringendo i denti per nascondere il sorriso.
"Volete qualcosa per colazione? Latte, caffè, biscotti, uova?" Mi sento come un cameriere che annuncia il menù dell'hotel.
"Un bel sano caffè ci rimetterà in sesto" dice Cara.
"Seguitemi" e in un modo o nell'altro trascinano i loro corpi in cucina. Accidenti, non potranno mai essere dei ragazzi mattutini loro.
Si gettano sul tavolo della cucina stremati. Che esagerazione.
"Oh mio dio, spero che dopo aver bevuto caffè vi rimettiate davvero in sesto. Sembrate dei morti viventi" sollevo un sopracciglio.
"Non siamo abituati a questi orari sballati, mettilo in considerazione" dice Caleb irritato.
Pongo le mani davanti a me, in segno di difesa.
"Scusate, scusate, non lo dirò mai più" dico scherzoso.
Mi volto per prendere il caffè pronto. Lo verso in quattro tazzine e faccio in modo che ne avanzi un po' anche per Christina.TRIS
Mi sveglio di soprassalto col cuore in gola. Ho sognato mia madre in piedi dietro di me, che mi tagliava i capelli. Mi diceva di esser forte, che nonostante tutto lei è affianco a me, anche se io non posso vederla. Alcune lacrime mi rigano il viso.
Questo è il vero dolore di una perdita.
"Tris.." Alessia e Marlene si avvicinano a passo lento verso il mio letto evidentemente preoccupate.
"Che succede?" Chiede Alessia insicura di aver posto la domanda.
"Ho..." prendo un po' di tempo per cercare di non scoppiare.
"Sognato mia madre" dico asciugandomi velocemente quelle lacrime che mi sfuggono.
In contemporanea le ragazze mi stringono forte, e io stringo gli occhi.
Sento un vuoto dentro me, è una sensazione strana, mai avvertita prima, o forse si. Mi sento incompleta. Mi sento...tremendamente privata di una madre. Della mia vita.
"Lene, Alessia andiamo" dico asciugandomi le lacrime con la manica del pigiama.
"Dove vuoi andare?"
"A cambiare la mia identità. Partirò fra qualche giorno" affermo senza pensarlo davvero.
Loro mi guardano con un sorriso compiaciuto.
"Sei sicura?" Perché continua ancora a chiedermi se ne sono sicura? Nulla mi impedirà di fare ciò che voglio.
"Si" accenno tirando su col naso e trascinandomi verso il bagno. Appena vi entro e chiudo la porta, mi chino sul lavandino. Mi guardo allo specchio. Ho un aspetto malandato. Dovrei smetterla di comportarmi in questo modo. Devo farmi forza. Come farò a sopportare gli altri problemi a cui andrò contro se non riesco a sopportare questo? Stringo gli occhi ed entro nella doccia, sperando che l'acqua che scorre sul mio corpo sia in grado di pulirmi anche dal dolore.Esco sicuramente in condizioni più o meno decenti. Non sono al massimo della felicità, ma non ho neanche voglia di puntarmi una pistola alla testa.
Esco dal bagno, mi dirigo verso la mia camera e Alessia e Marlene si sussurrano qualcosa.
"Alessia ,potresti gentilmente prestarmi il cellulare? Faccio una rapida chiamata"
Lei accenna facendo un sorriso sbilenco per poi pormi il cellulare.
Digito il numero d Michael, e lui risponde al secondo squillo.
"Pronto?"
"Michael, sono Beatrice" dico tirando un sospiro.
"Ehi Bea, tutto bene?"
Stringo gli occhi per non piangere.
"Non importa. Ti ho chiamato per dirti che ci ho pensato."
"A cosa, Beatrice?"
Roteo gli occhi. Pare che non sia l'unica smemorata.
"Mi avevi chiesto se avrei rischiato"
"Oh già.." Lui sospira pesantemente.
"Si. Rischierei. Vorrei poter riassaporare tutti i miei ricordi che ho lasciato li, tutti i ricordi dei miei genitori. Vorrei riprendere la mia vita dal punto in cui l'ho lasciata. Non sarò più Beatrice Prior, sarò un'altra persona. E non m'importa se per te non ha alcun significato, per me conta davvero tanto. Definiscimi come vuoi."
Resta senza parole.
"Va-va bene" balbetta.
"Io ti appoggio indipendentemente dalla tua scelta" continua riprendendosi dallo shock.
Sorrido.
"Hai deciso il giorno della partenza?"
Batto le unghie sul retro del cellulare.
"Fra qualche giorno, o settimana. Tieniti pronto, se lo vuoi , ovviamente"
"Certo che lo voglio, in men che non si dica la valigia sarà pronta" dice lui euforico. Tutto d'improvviso.
"Ah. Bea, stasera passi da me per vedere un film?"
Resto in silenzio: sono indecisa. Ma infondo, che male c'è?
"Va bene" sorrido per poi riattaccare.
Sto entrando nel dormitorio per ridare il cellulare, però mi fermo ad origliare, la curiosità non è una colpa.
"Mi sembra anche un gesto carino, ma fin troppo esagerato, si conoscono appena" sbuffa Marlene.
"Lene, essere gelosa non ti porterà lontano."
Decido di entrare, non capendo il nucleo del discorso.
"Oh, Tris" Alessia si gratta la nuca.
"Alessia" le pongo il cellulare.Sono dalla parrucchiera, in attesa del mio turno sfoglio il giornaletto delle acconciature, sono indecisa fra il taglio lungo o quello corto.
Amo i capelli lunghi,e i capelli corti mi accentuerebbero i lineamenti. A questo punto opto di spuntare la mia lunga chioma e di tingerli di nero.
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I will come back
Fanfiction*** ⚠️: Questa ff riprende il finale di Allegiant, ma non tutti i dettagli saranno uguali alla saga. Cambierò alcune cose. *** Beatrice deve svolgere un impresa che potrebbe costarle la vita: deve resettare la memoria di coloro che lavorano nel dipa...