Capitolo 38

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QUATTRO

Al mattino mi sveglio e mi soffermo ad ammirare Cara che dorme serenamente. Ma chi lo avrebbe mai detto che uno come me finisse con una come Cara?
Due caratteri così distinti, così diversi. Siamo persone completamente diverse. Lei così perfetta, con un'infanzia felice e nessun problema..e poi ci sono io, che sono tutto il contrario.

La sento muoversi e penso si stia per svegliare perciò distolgo lo sguardo, guardando la parete bianca difronte a me.
Si accoccola a me poggiando la testa al mio petto.

Le accarezzo piano la testa.
Per lei provo tenerezza. Sembra così indifesa in questo momento. Peccato che io sia capitato nella sua vita.

Quel giorno avrei potuto sfogarmi diversamente, e invece ho preso la strada sbagliata, come al mio solito.

Questa ragazza mi sta letteralmente stregando. Poche ore fa non sopportavo l'idea che avrei dovuto passare i miei giorni con lei e adesso invece, mi rende un po' felice.

Forse è a causa del bambino che porta in grembo. Ma tu guarda, non è ancora nato e già sento di amarlo alla follia.

Penso sia una bella villetta.
Magari potrei lasciare Chicago e restare qui. Con la mia famiglia. Che cosa bizzarra.
Non avrei mai pensato di farmi una famiglia, non ora perlomeno.

Sto diventando ripetitivo e noioso, lo ammetto.

«Buongiorno, siamo allegri stamani?»

Non mi ero neanche accorto che lei mi stesse guardando.
La guardo rafforzando il sorriso.

«Diciamo di sì, sto pensando a delle cose»

Sorride anche lei.
«Beh suppongo a delle cose positive, dato il sorriso che porti»

«Sì»

Mi guarda con insistenza, aspettando che io parli.
«Stavo pensando a me e te insieme. Stavo provando ad immaginare un po' come sarebbero andate le cose. Sai, è davvero tutto strano. Comunque sia, mi dispiace averti detto quelle cose orribili» le dissi accarezzandole una guancia.

Mi aspettavo che sorridesse o almeno una reazione positiva. Invece si limita a distogliere lo sguardo e porre attenzione al muro bianco.
Resta in silenzio per qualche minuto.

«Tobias, so che tra noi non c'è nulla. Non sopporto l'idea che mio, nostro, figlio sia frutto di uno sbaglio. 
È difficile da accettare. Ma non riuscirei a...» ancora attimi di silenzi.
Lascia in sospeso la frase, ma so come avrebbe voluto continuare: "ucciderlo"
«Dentro di me sento davvero che sta cambiando qualcosa, e il solo pensiero di avere un'altra vita nel mio grembo è...emozionante. A volte stento a crederci. Ormai fa parte di me, e sarà mio per sempre» sembra concludere il discorso, e invece sta soltanto trovando il coraggio di guardarmi.
«La cosa che mi stringe il cuore è proprio che...probabilmente non avrà un padre. Te l'ho già detto, e scusami per la ripetizione. Volevo soltanto che tu accettassi almeno tuo figlio. Non ti sto chiedendo di amarmi, sarebbe davvero stupido. Solo questo, niente più. Vorrei solo che tu amassi almeno lui»

Questa volta sono io a tacere. Con un argomento così delicato è difficile trovare delle parole adatte.
La mia testa è sul punto di esplodere; tanti pensieri rimbalzano tra le pareti della mia mente.

Ho notato disperazione nel suo discorso, e non era poca.
Ma di una cosa sono sicuro: lei porta mio figlio in grembo, non posso lasciarla da sola.
«Io già lo amo, nostro figlio. O nostra figlia, certamente.» dico saltando al pezzo più importante e infatti scorgo della delusione nei suoi occhi.
«Tobias Junior non crescerà senza un padre» scossi il capo in segno di disapprovazione
«Lo amerò più di quanto lo ha fatto il mio, di padre»

Accenna un piccolo sorriso stanco.
«Bene»
Si stiracchia per poi alzarsi dal letto.

Cara porta un pigiamino azzurro. Le guardo istintivamente la pancia.

La sento ridacchiare
«Non si vede ancora nulla» me lo fa notare scoprendosi la pancia. Mi fa cenno con la mano di darle la mia e poi la posa sulla pancia.

«Qui dentro sta crescendo nostro figlio» dice con le lacrime agli occhi
Vado di più vicino a lei senza staccare la mano di lì e avvicino il viso alla pancia.

«E miraccomando, cresci bello e forte, come il tuo papà» dico sorridendo mentre Cara ride.

«Ma la simpatia e il carisma prendili dalla mamma» dice  facendomi la linguaccia mentre io ricambio con uno sguardo sbalordito. In seguito sdrammatizzo con un pizzicotto sulla guancia.

Fino a qui tutto bene, è il dopo che mi spaventa.

«Sì, sono incinta da quasi una settimana» dice assottigliando gli occhi mentre cerca di ricordare meglio, con la tazza fumante di caffè sotto il naso

«Wow» esclamo continuando a sorridere come un ebete. Penso di essere anche io emozionato, stupido direi.

Poi nella mente mi balenano dei ricordi, come se mi si fosse accesa una lampadina.

«A proposito» e ciò basta a far irrigidire Cara che mi guarda con aria preoccupata
«Mi spieghi cos'è successo la scorsa notte? Come facevi a sapere che io ti avrei seguita?»

Silenzio.

«Non so se ti farà piacere sentirlo» abbassa il capo

«È tutto ok, non posso arrabbiarmi. So che non bisogna mai far agitare una donna incinta. Cercherò di contenermi»

Fa un lungo sospiro.
«Quando mi sono recata in ospedale per fare delle visite, è risultata la gravidanza seppur fosse all'inizio. Mi dissero che non c'era il minimo pericolo di uno sbaglio, era sicurissimo. Andai nel panico più totale, sentendomi completamente abbandonata e distrutta. Cosa avrei detto ai miei genitori? Cosa avrei fatto? Ne ho parlato con mio fratello, Jason. Mi avrebbe aiutato. Ho sfruttato la situazione a mio favore, chiedendo a Peter e David di mettere in atto tutta quella messinscena. E ho sfruttato anche la questione di Jasmine che assomiglia vagamente. Loro hanno solo seguito il copione. E poi il resto credo sia facile da intuire. Sapevo avresti seguito sicuramente Zeke.» dice a bassa voce, guardando la sua tazza vuota.

Accenno, inconsapevole di parlare. Non so neanche che pensare. Mi sento profondamente preso in giro, così inutile e poco perspicace.

«Dì qualcosa» sento un leggero tremito nella sua voce. Scommetto di assomigliare ad una bomba ad orologeria, poiché posso esplodere da un momento all'altro senza neanche dare un minimo di accenno.

«Cosa dovrei dire?» dico pacato, non devo arrabbiarmi, ma sento pulsarmi la testa.
«Okay» concludo «Va bene così» e la vedo accennare un sorriso nervoso.

Dannazione. Ancora una volta sono in trappola.

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Scusate per le lunghe attese. Sono abbastanza impegnata con la scuola e varie cose.
Noto con grande gioia che i lettori sono aumentati, sono felicissima! Continuate a seguirmi nonostante l'attesa, ve ne prego. Cercherò di scrivere di più. Spero vi piaccia. Scusate gli eventuali errori..
A presto:)

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