Capitolo 20.

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TRIS

Mi sveglio improvvisamente nel cuore della notte.
Sono molto agitata. Mancano due giorni alla partenza. Soltanto due giorni.

Mi alzo dal letto e mi dirigo verso il giardino. Ho voglia di stare fuori.
Mi metto un giubbino che ho comperato qualche giorno fa: non ha nulla di speciale, un giubbotto verde. È così caldo.

Non appena esco fuori, noto con mio grande stupore che qualche fiocco di neve casca lentamente imbiancando il prato.

Respiro quell'aria fredda e fresca che mi porta molto sollievo.
Mi sento decisamente meglio.

Mi siedo su una panchina che é situata sotto il porticato.

Il silenzio che regna dona tranquillità. Ma allo stesso momento trasmette inquietudine.

"Ehi" sento pronunciare alle mie spalle. Balzo in aria e mi volto.

Vedo Alessia con un sorriso stampato in volto. Tiro un sospiro di sollievo. Potevo vedere chissà quale figura demoniaca. Probabilmente avrei finito col svegliare tutto il Mondo.

"Fa freddino eh" dice in lontananza. La vedo avvicinarsi e sedersi di fianco a me.
"Scusami se ti ho spaventata" la guardo accennando un sorriso.

"Non riesci a dormire?" Le chiedo
"Già..e tu?"
"Sono emozionata" sorrido inconsapevolmente.
"Lo sono anche io, per te" mi sorride carezzandomi una guancia. Il contatto con le sue mani fredde mi provoca un brivido lungo la schiena.

"Sarebbe stato bello averti affianco.."  Dico abbassando lo sguardo.
Ha deciso di restare qui. Non vuole che nessuno si preoccupi di lei.
"Lo so. A me sarebbe piaciuto starti affianco e aiutarti..in tutto" accenna un sorriso sbilenco.

"Ehi..probabilmente ritornerò, non temere" dico insicura.
"Sicuramente no" dice sconsolata.
"Non fare così. Mi sento tremendamente in colpa a lasciarti sola"
"L'ho saputo sin dall'inizio che eri solo di passaggio" abbassa lo sguardo.
"Mi mancherai tanto. Ma quella è la tua strada, quindi va'" ritorna a guardarmi.
L'abbraccio e una lacrima mi sfugge rigando il viso.
Poi ci distacchiamo e noto che non sono l'unica.
Accenniamo una risata.

"Non piangere" mi dice tirando su col naso.
"Neanche tu!"
Ridiamo.

"Tieni, un regalo per te." Estrae dalla tasca una scatola regalo.
"Ma non dovevi!" L'afferro.
"Su, scartalo" la guardo e le stampo un bacio sulla guancia.

Scarto con cautela il regalo e noto con mio stupore che mi ha regalato un cellulare magnifico.

"Così ci possiamo sentire ogni volta che tu vorrai" mi sorride
La guardo strabuzzando gli occhi.
"Grazie, grazie mille!" La stringo forte.

"Dovresti imparare solo come si utilizza" ridacchia
È vero.
"Non a caso ci sei tu qui" ridacchio anche io.

Dopo aver passato la notte a scherzare , si fanno le cinque del mattino. Sta ancora nevicando. La neve ormai mi arriverebbe alle caviglie.

"Andiamo a dormire?" Dice Alessia stiracchiandosi e sbadigliando.
"D'accordo, dormi con me?"

Il giorno seguente ci svegliamo, sebbene a malavoglia, alle otto. Le altre ragazze ci hanno svegliate per 'fare colazione', nonostante abbiamo insistito per restare a dormire, a quanto pare non siamo state le uniche, ad insistere.

Sbuffo controvoglia alzandomi dal letto.
"Buongiornoo" dicono in coro.

Perché sono intorno al mio letto, tutte? È inquietante.

Le scruto sospettose. Cosa stanno escogitando?

"Venite a far colazione dormiglione" dice Arianna.

"Ma non ho fame" dico dirigendomi verso il bagno. Tacciono improvvisamente, mi giro verso di loro e stanno bisbigliando.

Sollevo un sopracciglio ed entro in bagno.

Appena esco pare non si sia mossa una foglia, sono ancora lì che mi aspettano. Alessia fa oramai parte di loro.

"Niente scuse signorina, in sala mensa, adesso!" Urla Arianna con tono da comandante.

"Va bene, mi arrendo"

Niente tranquillità per Tris.

Ci avviamo insieme verso la mensa.

E non appena entro, centinaia di emozioni mi invadono.

La sala mensa sembra improvvisamente essere stata invasa da festoni giganti e coriandoli ovunque: una stanza particolarmente colorata.

Mi giro verso di loro con una faccia meravigliata, non riesco a dire una parola.

Le abbraccio una ad una.

"Grazie, grazie davvero"
Loro si limitano a sorridere.

Mi volto nuovamente dalla parte opposta per poter leggere.

"Buon compleanno -> Anche se in anticipo"
Ridacchio.

"Ci mancherai"
Loro non hanno la minima idea di quanto mancheranno a me.
In pochi mesi, mi sono entrate nel cuore, lasciando un segno.

Delle lacrime invadono il viso.

"Ragazze, preparate i canotti" urla qualcuno.

Rido per l'affermazione.

"Mi mancherete un sacco, ragazze"

"Bando alle ciance, mi è venuta fame!" Urla Alessia, la solita.

Ridiamo tutte e ci lanciamo verso l'enorme tavolata che contiene piatti invitanti: tutti perlopiù dolci. Delicious.

E mentre tutto procede tranquillamente, ecco che qualcosa, o meglio qualcuno interrompe le quiete.

Vedo Michael varcare la porta con un mazzo di rose in mano.
Spalanco la bocca precipitandomi verso di lui.

"Lo so che avrei potuto anche aspettare due giorni, ma non ho retto l'idea che voi steste festeggiando senza di me." Gli scocco un bacio sulle labbra.

"Sono fantastiche!" Esulto come una bambina.

"Mai quanto te, bambina mia" mi dà un lungo bacio.

"Le camere, sono di là" dice Alessia accennando una finta tosse. Mi volto verso di lei e rido.

Ecco perché l'adoro.

E come se non bastasse, colpo di scena più assoluto è l'arrivo in stanza di un'altra persona.

Zeke.

"Zeke?"
"Tris" accenna un inchino avvicinandosi.

L'abbraccio forte.
"Che ci fai qui?"  Domando stupefatta.
Rivolge un'occhiata furba a Michael, probabilmente complice.
"Sono venuto per partire con voi, ovvio no?"
Questo sì che è il compleanno più bello della mia vita, che io ricordo.

"Scarta quello arancione!" Dice Federica alle mie spalle.

Era giunto il momento di scartare i regali.

Alla fine mi ritrovo con due collane, un cappello di lana e dei guanti, un orologio in oro e una torta da mangiare.

A fine festa, nella tarda mattinata, arriva l'ora di sistemare per bene la stanza.

La signora che mi accolse qui mi si avvicinò.

"Buona fortuna, piccola" mi sussurra alle mie spalle. Poso il bicchiere sul tavolo per poi girarmi verso di lei.

"Cosa?"
Accenna un sorriso.

"So della tua partenza, le tue amiche sono poco furbe" ridacchia.
"Nonostante ciò, non sono qui per impedirti di fare nulla. È la tua vita. Ti auguro buona fortuna" l'abbraccio sorridendo.

Wow.

Non potrebbe andarmi meglio, credo.

I will come backDove le storie prendono vita. Scoprilo ora