Capitolo 18.

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QUATTRO

Mi sveglio di soprassalto.

TRIS.

Era tutto un sogno.

Mi strofino gli occhi rigirandomi nel letto. La realtà degli incubi mi fa spavento.

Passo dal bagno, per bagnarmi la faccia con dell'acqua fredda, che mi provoca trecento brividi.

"Buongiorno" quasi mi spavento alla vista di mia madre.
"Buongiorno" ricambio.
Il mio sguardo si posa sul vassoio che ha fra le mani.
"Sette e cinque, puntuale come sempre" si volta per guardare l'orologio per poi degnarmi di un sorriso.

Non capisco tale gentilezza e tenerezza oggi.
"Mamma, c'è qualcosa che devi dirmi?"
Posa il vassoio sul comodino. Positivo. E spero non sia nulla di grave.

Si siede sul mio letto e sospira pensierosa.
"Dunque.." Si ferma e io mi siedo di fianco a lei.
Le faccio un cenno.
"Il mio compagno vorrebbe ufficializzare la relazione" adesso ha gli occhi puntati su di me.
Ammetto che la cosa suscita qualcosa dentro di me, che non saprei neanche esprimere a parole. Ma qualunque cosa essa sia, la respingo. Non posso e non devo essere egoista. Mia madre ha tutto il diritto di avere una vita tutta sua.

"Okay"
Credo che sia la reazione che si aspettava, perché inizia a sorridere e mi scocca un bacio sulla fronte.
"Sono fiero di te, mio grande ometto" scherza. Ricambio la risata.
Mi indica il vassoio.
"Ci sono dei pasticcini offerti da lui"
Sollevo il coperchio e vi trovo i miei cioccolatini preferiti. Perspicace il signore.

"Sembrano deliziosi" continuo a guardarlo.
"Sento che la mia dieta stia per essere compromessa, se non abbandono questa stanza" ride afferrando al volo le chiavi dell'auto.
Rido assieme a lei.
"Il mio compagno sarà da noi questa sera" accenno e lei sparisce dietro quella porta.
"Io vado a lavoro tesoro, ci vediamo oggi pomeriggio" si affaccia nuovamente in camera mia.
Ricambio con un sorriso.

Afferro un pasticcino, lo giro e rigiro fra le mani. Come diamine ha fatto ad indovinare, proprio non lo capisco. L'avrà aiutato mia madre, sicuramente.

Abbandono l'idea e inizio a mangiare. Ne lascio una decina anche per Christina.

Nello stesso momento che sto per andare in cucina, il campanello prende a suonare.
Entusiasmato per l'idea che possa essere Christina apro subitamente la porta.
Il mio sorriso viene smorzato dalla vista di una persona che non avrei voluto per il momento incontrare.

"Ciao Peter" dico tranquillo.
Al momento sono tranquillo, ma sempre pronto ad appiccicarlo al muro non appena dice qualcosa di poco carino.

"Tobias" mi saluta sereno, accennando un sorriso.

"Posso entrare?"
La domanda mi lascia perplesso, ma alla fine lo faccio entrare spostandomi.

Lui si accomoda sul divano. Lo seguo.

"Qual'é il motivo della tua visita?" Dico cercando di essere il più tranquillo possibile, anche se ho i nervi un po' tesi.
Lui ride, ma non in tono di scherno. Sembra proprio divertito.
"Andiamo amico, non avrai mica il muso per ciò che è successo qualche tempo fa?" Chiede.
Faccio finta di non averci pensato, mentre continuo a ripensarci.
"Assolutamente no, sono arrabbiato per altre questioni, personali" sottolineo.
"Okay" lo vedo sospirare.
Sembra che voglia dirmi qualcosa di importante.
"Tornando a noi?"
"Oh...vuoi davvero sapere la causa per il quale ho reagito così la scorsa volta?"
Il mio piede inizia a tamburellare sul pavimento.
"Sì, comprendo che tu fossi geloso"
"Potrebbe essere.." Esita
"Ma..?" Lo invito a continuare.
Prende a fare una serie di respiro profondi, ma senza guardarmi.

"Ti dico solo che ho riassorbito alcuni ricordi" mi guarda.

Inarco un sopracciglio, la situazione mi innervosisce e mi mette ansia nello stesso tempo.

Scuote la testa come se ci avesse ripensato.

"PETER" alzo la voce.
"In qualche modo riguarda me?"
"In gran parte. Ma finirei nei guai per avere svelato tale questione"
Gli metto una mano sulla spalla, facendo attenzione a non stritolargliela anche se ne ho l'intenzione.

"Peter, adesso devi dirmelo. Non puoi presentarti a casa mia dopo parecchio tempo per lasciarmi un Rebus."
Lui sorride.
"Mi diverte il fatto che lo prenda come un rebus"

Non lo trovo affatto divertente il suo modo di comportarsi. E che dio mi calmi, perché i leoni dentro di me stanno uscendo fuori e finirei per fare qualcosa di cui , forse,me ne pentirò molto presto.
Suonano al campanello. E mentre mi alzo continuo a guardarlo. Mi volto dall'altra parte quando mi rendo conto di avere aperto la porta.

"Tobias" chiede Christina con sul viso in espressione perplessa.
"Christina" ricambio il saluto distratto.
"Che succede?" Si fa spazio per guardare. E appena vede Peter resta immobile.

"È l'ora che io torni a casa" dice cercando di svignarsela.
Lo blocco.
"No" dico freddo.
"Fa l'uomo, non il bambino"  mi rimprovera lui.
Alla fine mi abbandono alla forza rinunciataria perché in questo momento non so come convincerlo o costringerlo a parlare.

Se ne va via.

"Che voleva?" Chiede Christina.
"Nulla di importante"
"Ho visto il tuo sguardo. Cosa ti ha detto?"
Mi siedo di fianco a lei.
"Mi ha detto che voleva giustificare il suo comportamento della scorsa volta. Poi ci ha ripensato e ha detto: 'ti dico solo che ho riassorbito alcuni ricordi'"
Lei aggrotta la fronte.
"Come è possibile? E di quali ricordi parla?"  Chiede
Scuoto la testa.
"Il siero della memoria elimina  dal cervello ogni ricordo,tranne quelli basici, ma non in maniera permanente. Ma non torna improvvisamente. Non so spiegarmelo."
Com'è possibile?
"Può essere che appunto gli sia ritornato la memoria, no?" Chiede ancora.
"Non lo so, appena ho del tempo libero leggo le controindicazioni" accenno sorridendo.
Lei mi butta le braccia al collo.
L'accolgo fra le mie braccia, e poi le do un bacio.
"Quanto mi sei mancato" mi sussurra.
"Anche tu" ricambio.

"Senti un po', stasera ceni da me?" Chiedo a Christina.
"Certo, che succede stasera?"
"Viene a cena da noi il compagno di mia madre"
Lei spalanca gli occhi.
"La compagna di tua madre? È fantastico!" Esulta.
Rido perché in questo momento è buffa. Mi piace il suo sorriso, quelle labbra che ti fan venire voglia di baciarla.
Mi mordo un labbro involontariamente.

"Tobias" mi scuote
"Cosa?" Dico distratto e lei ride.
"A che stai pensando?"
"Che hai delle belle labbra e che non vedo l'ora di baciarle"
"E allora fallo,no?"

In meno che non si dico mi metto su di lei dando inizio a un bacio lungo  e passionale.

Inizia ad ansimare ed è ciò che mi fa impazzire. Inizio a baciarle il collo con foga via via più giù fino al seno.
"Tobias"
Mi ferma.
Alzo lo sguardo, e appare abbastanza  preoccupata.
"Qualcosa non va?" Le chiedo.
"Non posso.." Mi alzo facendo uno scatto per andare nuovamente a sedermi di fianco a lei.
La guardo, aspettando che si giustifichi, perché penso che stia per farlo.
"Non...non sono ancora pronta per quel genere di cose" sussurra timidamente.
Sorriso, mi fa una gran tenerezza.

Mi sento in colpa per aver avuto cattive intenzioni.
"Oh...scusami"
Lei mi stringe fra le braccia e sembra tranquilla, per nulla imbarazzata.

I will come backDove le storie prendono vita. Scoprilo ora