Capitolo 14.

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Oltre ad aver i sensi di colpa per il mio comportamento verso Christina, non ho concluso nulla oggi.
Ho passato una giornata intera su questo dannato divano a cercare di concentrarmi su qualche film. Ma puntualmente spuntano i pensieri a distrarmi.
Prendo una giacca, mi infilo i jeans e le scarpe, e corro verso casa di Christina.
Prendo un lungo respiro, cercando la forza di affrontare sua madre senza perdere la ragione, e la calma.
Cerco di abbozzare un sorriso che esprima tenerezza e dolcezza, ma per quanto ne so, non ne sono capace e sembrerà che stia stringendo i denti come un idiota.
Suono al citofono.
"Peter, sei già arrivato? Non ti facevo così veloce" sento ridacchiare Christina e resto pietrificando dinanzi al citofono.
"Peter?" Ripete.
Silenzio.
"Ehm...ma chi è?" Chiede preoccupata.
A questo punto le rispondo.
"Sono Tobias" dico privo di emozioni.
"Ah..che vuoi?" Mi chiede fredda.
"Non potresti uscire?" Dico stringendo forte le mani in pugno.
"Mi pare che tu mi abbia detto già tutto,no? Cosa diamine vuoi?" Urla.
"No c'è bisogno che urli, esci e ne riparliamo" dico, calmo.
"Non voglio parlare con te!" Urla ancora.
"E va bene!" Esclamo, per poi nascondermi dietro il muro di casa sua, aspettando l'arrivo di Peter.

Dopo qualche minuto eccolo che arriva. Attendo che suoni al citofono, cercando il più possibile di non farmi sentire.
"Tobias..ho detto vattene!" urla Christina.
"Chris..sono Peter. Che è successo con Tobias?"
Lei tira un sospiro di sollievo.
"Ah, grazie al cielo. Pensavo fosse Tobias, è ancora lì?"
D'istinto mi nascondo dietro il muro mentre lui sta per voltarsi.
"Qui non c'è nessuno, sta tranquilla"
"Okay, vieni dentro dai" Gli dice.
Non appena apre il cancello balzo contro Peter, tirandolo indietro.
"Tobias, che stai facendo?" mi chiede innocuo e spaventato.
"Devo parlare con Christina" Dico cercando di entrare con la prepotenza.
Ma lui mi tira per un braccio.
"Non credo sia una bella idea, non pensi?"
Inarco un sopracciglio.
"Scusa?"
"Ho detto che non penso sia una bella idea. Mi è sembrata molto arrabbiata con te."
"Sta' zitto" Lo strattono entrando, lui riesce a bloccare il cancello ed entrare con me.
"Tobias, vattene. Cosa vuoi da Christina? Lasciala in pace!" Mi urla spingendomi verso l'uscita.
Gli mollo un bel pugno alla mascella spingendolo.
Lui cade a terra con un lamento.
"Peter?" è Christina. Mi dirigo verso la porta.
"Tobias?! Ancora?!" urla.
"Non urlare, fammi entrare" mantengo ancora la calma.
E per qualche strano motivo lo fa. E non appena entra lo capisco: Per potermi urlare meglio quanto io faccio schifo per essere sicura che nessuno possa sentirla, anche se sono sicuro che le urla sono ben udibili anche da casa mia.
"Ho sbagliato ad esprimermi in quella maniera. Hai ragione, non so neanche io cosa voglio dalla vita." mi fermo, guardandola. Ha le braccia incrociate e lo sguardo arrabbiato.
"A te piace Peter?" Domando
"Non sono affari tuoi" tuona.
A questo punto faccio un lungo passo verso di lei, le afferro il volto fra le mani per iniziare un lungo bacio. E con mia grande sorpresa lei sembra ricambiare.
Poi fa uno scatto all'indietro.
"Cosa?" chiedo sorpreso
"Tobias, no. Mi hai detto delle cose orribili e non sono pronta a perdonarti. Poi tu non vuoi stare con me, giusto?" Dice, mentre la voce le trema abbastanza da far notare il nervosismo.
"Non è così. Ero arrabbiato" Mi giustifico. Ed è così. Ero così arrabbiato che lei avesse baciato Peter.
Scuote la testa.
"Puoi...andartene?" Mi chiede chinando la testa.
"Chris..."
"Ti prego" insiste. Mentre varco la porta, c'è Peter dietro di essa che mi sferra un pugno in pieno naso. Cado in terra per il dolore, mentre Chris corre di fuori.
"Peter, smettila!" Urla, ma lui continua a darmi pugni al viso. I colpi mi stordisco, e io riesco soltanto a levarmelo di dosso, con la testa che gira velocemente.
Christina si mette al centro fra me e Peter, che vuole ancora sferrarmi qualche altro pugno.
"Peter, che diamine ti succede?" Mette le mani sulle sue spalle cercando di bloccarlo. Ma il suo sguardo non si sposta da me, con quel raggio di fierezza che gli illumina il viso. Ancora mi chiedo perchè non riesco a reagire. Mi sento così debole, e non credo si tratti solo di una condizione fisica. Lui si libera dalla presa, guarda prima me, dopo lei, poi scende le scale senza spiaccicare una sola parola. Christina resta a guardarlo andar via, stupefatta.
Si volta verso di me.
"ODDIO" esclama avvicinandosi.
"Temo che tu abbia il naso rotto" mi poggia una mano su di esso, e la sposto bruscamente avvertendo dolore.
"Lascia perdere, vado a casa"
Mi afferra per un braccio.
"Andiamo in ospedale"
"Ci andrò da solo" dico, distaccato.
"No" Mi afferra una mano.
"Verrò anche io" E andiamo.

Per tutto il viaggio non parlo per nulla, anche se Chris prova a farmi parlare.
Quando esco dall'ospedale porto una benda al naso che dovrò tenere per non molto tempo.
"Grazie per avermi accompagnato" dico una volta giunti a casa.
Lei mi sorride. Io mi dirigo verso la porta di casa.
"Ehi Tobias.." mi tira per un braccio. Mi volto cautamente.
"Dovremo smetterla" dice.
Alzo un sopracciglio, non capendo.
"Di far cosa?"
"Di comportarci così"
"Noi siamo così" puntualizzo.
"No. Noi possiamo essere migliori" sorride.
"Spiegati meglio"
"Noi possiamo salvarci" si avvicina verso di me, si alza in punta di piedi e mi scocca un bacio sulle labbra.
"Da cosa?"
"Dalla tristezza della mancanza di Tris. É inutile pensare che non possiamo farcela"
Socchiudo gli occhi, il solo sentir il suo nome scaturisce dentro di me una varietà di ricordi.
Sto per controbattere, dire che non si può colmare una tristezza tale. Poi mi ritrovo a ripensarci.
Forse potremo, forse ci riusciremo. Tutto è in mano alla probabilità, al destino.
Sorrido.  In due è tutto più facile.
"Allora salviamoci" le prendo il viso e le lascio un dolce bacio.

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