QUATTRO
Non appena arriviamo nell'aeroporto, mi sento...letteralmente a casa. Mi era mancata la mia Chicago.
«Eccoli» Cara mi distrae dai miei pensieri
«Dove?» cerco qualcuno, senza sapere chi sto cercando davvero
«Principessa!» urla Jason abbracciandola
Resto fermo non sapendo che fare, sotto lo sguardo attento degli altri ragazzi.
Mi sento quasi in trappola.
Potrei metterli a k.o in un secondo, se solo volessi.
Ma so di non poterlo fare. Di non volerlo fare. Quindi lascio a loro la convinzione di essere i più forti.«Ciao, Tobias» mi rivolge uno sguardo neutro
«Jason» ricambio il saluto
«Mi auguro non abbia combinato cavolate» mi dice in tono minaccioso
«Altrimenti?» mi altero lasciando cadere il borsone e la valigia.
Anche la pazienza ha un limite e non posso farmi trattare così da una persona qualunque.
«Stava scherzando» mi ammonisce dolcemente Cara mettendomi una mano sul braccio destro
«Vero?» cerca una conferma che non esiste nei suoi occhi
«Okay, adesso ho voglia di andare a casa. Il viaggio mi ha scombussolato parecchio e non ci fa bene» dice posando una mano sulla panciaRiprendo le valige e il borsone e ci dirigiamo verso l'uscita.
«Bene, allora ci vediamo,ok?» dico incerto dopo essere arrivata a casa di Cara
«Sí, ci vediamo presto, vero? Stasera? O forse domani..?» dice come se fosse sull'orlo del pianto
«Certamente» faccio un sorriso rassicurante.
Non appena chiude la porta mi ritrovo a liberare le spalle che non sapevo fossero in tensione.
Di una cosa sono certo: non riuscirò a liberarmi di lei.Corro frustato verso casa, il tragitto è un po' lungo, ma forse potrebbe aiutarmi a schiarire le idee.
Insomma, che dovrei fare?
È incinta di mio figlio, non di un uomo qualsiasi, è MIO figlio.
Ma io sono pronto a fare il padre? Sono pronto a sacrificare la mia vita per un bambino e per stare affianco ad una persona che non amo?
Dio, è così frustante e trovo che non ci sia nulla di più brutto.Mi fermo col fiato e mi accascio sul primo marciapiede.
Subito dopo mi ritrovo a maledirmi per ogni cosa.
Vorrei che per una volta fosse facile, vorrei avere delle risposte. Vorrei qualcosa. O qualcuno. Proprio lei, sì.Dopo qualche minuto mi alzo e riprendo a camminare. Mi dirigo verso la piazza.
Mi avvicino al chiasso formatosi proprio vicino la fontana.
«Noi dobbiamo autogovernarci e impedire agli altri di sottometterci. Noi valiamo più di una fazione, il nostro cervello non è limitato! Rendiamo l'uomo libero, senza etichetta. Non esistono le fazioni, non esistono gli esclusi.» il resto delle parole non riesco a capirlo poiché la gente urla in un modo così disumano che quasi mi innervosisce
Nel contempo, osservo Zeke scambiarsi qualche parola con altri ragazzi.
Mi avvicino a loro.
Zeke diventa taciturno non appena mi vede ed ha un'espressione timorosa.
Forse si aspetta che inizi a sbraitare contro di lui, per avermi teso un imboscata. Ma d'altronde, so che non è stata un'idea sua, so che lui non lo voleva davvero. È stato costretto.
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I will come back
Fanfiction*** ⚠️: Questa ff riprende il finale di Allegiant, ma non tutti i dettagli saranno uguali alla saga. Cambierò alcune cose. *** Beatrice deve svolgere un impresa che potrebbe costarle la vita: deve resettare la memoria di coloro che lavorano nel dipa...