Capitolo 2.

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QUATTRO
Siamo riusciti ad ottenere la pace.
Dopo tanto tempo. Solo che...è abbastanza strano vivere senza appartenere ad una fazione.
Nessuno saprà più qual'è il proprio posto. Tranne gli esclusi.
Loro lo sapevano fin da quando essi lo sono diventati. Essi sanno che, il loro posto non cambierà. Perché sono abituati ad essere liberi da ogni virtù. A loro bastava essere uguali, senza nessun vincolo.
Proprio come me, che non mi sentivo di appartenere realmente alla mia ex fazione, eppure ci sono rimasto per quella ragazza.

Non aspetto l'ora di andare da Tris e abbracciarla così forte, cosicché i nostri corpi ne diventino uno solo. E poi vorrei premere le sue labbra alle mie. Ho questa necessità urgente. Per tutto questo tempo, sento la sua mancanza.

Sorrido, soddisfatto per una volta, della mia vita.
Sto andando da Tris e spero sia lei ad accogliermi per prima, è lei la prima persona a cui voglio dire che la pace ormai è firmata. E dirle dei tanti progetti che ho fatto al ritorno. Potremo comprarci una casa, magari sposarci e fare dei figli. Voglio costruirmi una famiglia. La mia famiglia. E farò in modo che, a loro non manchi nulla come lo è mancato a me e che adesso manca a Tris.
Voglio che abbiano dei genitori fantastici. Tris sarà una bellissima e brava mamma, lo so per certo.
E io, beh, darò ai miei figli tutto l'amore di questo mondo. Perché una nuova nascita, è come una mia rinascita.
E come se negli occhi di quel piccolo poppante che urlerà e piangerà, ci potrei vedere riflesso me stesso.

«Amico, sembri innamorato» mi dice Peter.

Faccio fatica a volte a rendermi davvero conto che il Peter di una volta è stato sostituito da uno nuovo.
Perché lui una cosa del genere non l'avrebbe mai detta, e se l'avrebbe fatto l'avrei preso a schiaffi per il suo tono arrogante. Sorrido, poi lo guardo per un po'. È concentrato sulla strada.

"Eh, Peter. Sono innamorato di Tris" gli dico, orgoglioso.
Tris, la ragazza che hai cercato di uccidere, ma che poi hai salvato. E per questo te ne sarò anche grato, anche se non te lo ricordi e non te lo ricorderai mai.

"Tris" ripete il nome, come se fosse nuovo per lui.
"Voglio conoscerla!" dice entusiasmato come un bambino.

"Sì, te la farò conoscere. Ma occhio, non guardarla per più di dieci secondi, perché lei appartiene a me" scherzo.

Lui tira le mani in avanti in segno di difesa.
"Ehy Amico, tranquillo. Non rubo le ragazze agli amici, penso" bisbiglia confuso.

Rido.
"Amico" lo imito, lui mi fissa.
"Potresti smetterla di chiamarmi amico? Chiamami quattro.
Sembri un venditore ambulante di rose" rido.

"Come il numero? Perché?" chiede, sorpreso.

"Ci sarà un altro momento per le spiegazioni." dico, secco.
L'origine del nome è tutto ciò che voglio lasciarmi alle spalle, come il resto della mia vita. Vorrei che la mia vita iniziasse adesso. Con Tris al mio fianco, ovviamente.

Parcheggio il furgone un po' a casaccio, ma non m'importa, sono felice, come un bambino col suo giocattolo preferito.
Ma quando salto giù, Cara mi salta addosso stringendomi forte fra le sue fragili braccia.
"Ehi" dico piano, mentre continuo a sorridere.
"Anche io sono felice di vederti" le dico strofinandole la schiena.
Sono stata una persona molto dura, con un carattere d'acciaio, perché avevo sempre paura che qualcosa accadesse e potesse stravolgermi il domani.
Ma adesso, che la pace è qui..mi sento...sciolto. Sciolto dalla tensione, che mi stringeva. Inizia a nevicare. E morbidi fiocchi di neve mi cadono sugli occhi solleticandoli.

Sento un singhiozzo provenire dalla bocca di Cara.
Non mi ero accorto che stesse piangendo.

"Cara" la allontano per guardarla in viso.
Ha gli occhi rossi e il viso distrutto, sembra di essere sul punto di svenire, e io non me ne sono davvero accorto.

I will come backDove le storie prendono vita. Scoprilo ora