Capitolo 25

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QUATTRO

È tutto il giorno che non riesco a togliermi di mente il viso di quella ragazza.

La sosia di tris.

Devo assolutamente parlare con Zake per mettermi l'anima in pace. Non posso andare avanti in questo modo.

Vorrei tanto fosse lei. Il vuoto si colmerebbe finalmente.

"Buongiorno Tobias, sto passando dal market, ti serve qualcosa?" Mia madre entra nella mia porta, con quel brutto vizio di non bussare.

"No grazie" rispondo sorridendo.
"Mi sembri in soprappensiero" mi scruta
"Stai pensando a Christina?" Sorride appoggiandosi dolcemente sullo stipite della porta.
"Certo che no" mi si spezza il sorriso.
Come potrebbe pensare ad un cosa del genere?

"Tobias...continuare così non credo possa farti del bene" fa un sorriso sbilenco
"Se ti manca qualcuno corri e va' a riprendertela" dice decisa.
"Fosse facile..l'avrei fatto senz'altro" dico sospirando
"È più facile di quanto tu creda. Metti da parte l'orgoglio e va' da  Christina, prima che sia troppo tardi"

Alzo un sopracciglio guardandola
"Non stiamo parlando della stessa persona"
Questa affermazione la confonde.
"Ci vediamo dopo" fugge via.

E adesso che faccio?

Mi alzo dal letto e mi dirigo in cucina pronto per una bella colazione.
Apro il frigo e ci prendo del latte a cui aggiungo dei cereali.
Ho deciso, andrò a parlare con Zeke.
Giusto per chiedere qualche informazione su Tris. Cioè, su quella ragazza che assomiglia a Tris.

Suona il citofono.
Sarà mia madre che sicuramente, come il suo solito ha dimenticato qualcosa.
Dato che son sicuro che sia lei, le apro il cancello e lascio socchiusa la porta d'ingresso.
Torno in cucina.

Mi siedo al tavolo e sento chiudersi la porta d'ingresso.
"Cos'hai dimenticato stavolta?" Urlo per farmi sentire.
Ma come risposta non ottengo nulla.
Solo...Christina che entra in cucina.

Mi alzo facendo stridere la sedia sul pavimento.
"Che ci fai qui?!" Sbotto arrabbiato.
Pensavo si fosse arresa del fatto che non voglio niente a che fare con lei.

"Calmati, ti prego" sembra sul punto di piangere.
E ciò aiuta a calmarmi.

"Non ho molto tempo, perciò parla" dico annoiato continuando la mia colazione.

Lei si siede di fianco a me, cercando in tutti i modi un contatto visivo. Ma non la guarderò.

"Tobias.." Mi alza il mento.
La guardo.
Alcune lacrime si sono accumulate sotto i suoi occhi.
"Sono qui per dirti tutta la verità. Dopo sarai libero di cacciarmi o meno. Di crederci o no"

Resto in silenzio, anche perché non saprei minimamente che dire.

"Dunque..." Inizia col prendersi un lungo respiro.
"Io e mio padre ultimamente non andiamo molto d'accordo." Afferma e  noto che la sua voce trema un po'.
"Sta cercando in ogni modo di rovinarmi la vita. "
Sollevo un sopracciglio.
Sembra una cosa alquanto squallido. Un padre che ha l'intento di rovinare sua figlia.
Poi ci ripenso. Mio padre l'ha fatto con me..

"E non sei l'unica persona che ha allontanato da me.
La verità è che in casa mia non ci è entrato un bel nessuno. E ti prego di credermi. Perché questa situazione mi sta letteralmente schiacciando" dice tirando su col naso.

Anche se sento che è la verità, non riesco a fare nulla per consolarla.

Così lei si alza di scatto.
"Scusami" dice e lascia la cucina.

I will come backDove le storie prendono vita. Scoprilo ora