Capitolo 34

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TRIS

Apro l'armadio e ci metto quasi tutti i miei vestiti nell'armadio.

«Ehi» compare Michael alle mie spalle cingendomi i fianchi
«Emozionata?»

«Direi che turbata sia la parola giusta» dico sospirando.

Non ho voglia di andar via, soprattutto adesso che mi ci sono abituata.

«Dai» mi accarezza la pancia
«Andrà tutto bene»

«Per fortuna che sono solo tre giorni» sussurro appoggiandomi alla sua spalla

Trattiene il respiro per poi uscirsene con un «Già»

Mi allontano per guardarlo meglio. La sua reazione mi ha spiazzata. Perché sembra così...malinconico?
Non voglio privarlo della sua vita, non voglio tenerlo incatenato qui. Non voglio che stia male per me.

«Mike» il suo sguardo raggiunge il mio
«Tu resta pure lì, non voglio incatenarti qui» dico con un groppo in gola.
«Io posso farcela» dico non molto convinta. Non so cosa vuol dire vivere da sola in un posto così grande, ma non voglio la sua infelicità.
Continua a guardarmi e scommetto stia lottando tra il restare o tornare a casa.

«No..» Dice in sussurro, ma non mi sembra molto convinto
«Non posso lasciarti da sola. Certo, non mi sento ancora a mio agio qui...tutto qui è diverso»

«Ti do ragione, ma.. Questo è il mio posto» dico a bassa voce distogliendo lo sguardo

«ma tu non ricordi nulla, come senti di appartenere a questo posto?!» Dice quasi disperato. Il fatto che non riesca a capire lo innervosisce.
D'altronde ha ragione, ma questa è la mia terra. E finché non troverò un protesto per andarmene, io resterò.

«Senti Mike, non fare così. Io voglio restare qui perché appartengo a questo posto. Ma tu, per favore, una volta tornati in Italia, restaci. Verrai a trovarmi quando vorrai, resteremo in contatto" dico a malincuore.
Il fatto che io non ricordi mi fa sempre male, e ogni volta è lui a ricordarmelo.

"Sottrai ad una persona i suoi ricordi e gli toglierai la sua identità" ed é proprio così. Io non so più chi sono.
Mi guarda e nei suoi occhi ci vedo la speranza.
Non è qui che vuole restare e io non sono nessuno per costringerlo a rimanere.

«È questo che vuoi davvero?» chiede a bassa voce appoggiando la sua fronte sulla mia.

Socchiudo gli occhi. Non è quello che voglio ma non posso fare altrettanto.

«Se fare questo significa renderti felice, sì» sorrido appena

«E tu sarai felice?» non lo so..

«Sì»
Mi stringe in un abbraccio forte, come se fosse l'ultimo abbraccio.

Si allontana silenziosamente da me e riapre velocemente la sua valigia, mettendoci le ultime robe che aveva lasciato nell'armadio. Adesso il suo è vuoto, ed è stranissimo guardarlo. Mi dà un senso di solitudine.

«Non sei emozionata? Rivedrai le tue amiche» dice lui, emozionantissimo. Lo ero anche io quando sapevo di star tornando a casa.

«Non lo so...credo di sì»

Mi si avvicina e mi guarda profondamente. Per un attimo vedo soltanto quegli occhi verdi che tanto amo.

«Non voglio lasciarti da sola» dice sospirando

«Non farlo per me, fallo per te» in realtà fino a poco fa cercavo un pretesto per farlo rimanere però mi è sembrato abbastanza egoistico da parte mia.

I will come backDove le storie prendono vita. Scoprilo ora