Capitolo 39

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TRIS
«Non mi importa cosa mi nasconde, spero solo che lo faccia a fin di bene, che mi tenga lontano dalle persone sbagliate.» dico infilandomi le mani nella tasca del giubbotto

«Lo credo anche io, non vedo perché dovrebbe tenersi informazioni così importanti per se» replica Alessia aprendo la porta dell'istituto

«Beh dai, allora passi a prendermi domani?» chiede lei ancora con quel sorriso stampato sul viso

«Certamente» dopo un lungo abbraccio vado a raggiungere Michael

Mi prende una mano.
Proseguiamo il tragitto di casa sua in silenzio. Nessuno sembra voler parlare e mi sento abbastanza nervosa.
Non appena arriviamo nell'appartamento, cerco letteralmente di scappare.

«Vado a fare la doccia» dico sparendo dietro la porta del salone.

Sento Michael seguirmi
«Ehi» mi tira un braccio

Mi volto con un'espressione sorpresa

«Tutto ok?» mi chiede, mentre la sua voce rivela un leggero nervosismo

«Sì, tutto ok» dico sfoggiando un sorriso
Mi lascia il braccio e si avvicina sempre di più

«Sei soltanto roba mia, okay?» sussurra caldamente sulla mia testa

Sorrido rincuorata. È sempre bello appartenere a qualcuno.

Dopo la doccia e dopo aver messo il mio pigiamone super caldo, raggiungo Michael nel letto

«Oh no, piedi scappate, stanno arrivando i piedi pinguini» lo sento bisbigliare

Faccio la finta offesa e mi siedo sul letto

«I miei piedi non sono freddi!» mi difendo

Mi fa segno di avvicinarmi a lui.
Lo faccio e poggio la testa sulla sua spalla.
Lui mi avvolge con le sue braccia e mi stringe

«Sei bellissima» mi sussurra roco all'orecchio per poi passare a torturarmi il lobo

La mia schiena viene invasa da mille brividi e il momento dopo ci ritroviamo col respiro affannoso mentre ci divoriamo di baci.
Si mette su di me continuando a baciarmi con foga mentre con le mani cerca di sollevarmi il bordo della maglia.
Mi scappa un gemito quando la sua mano sfiora la mia pancia.

Mi divarica le gambe e mi fa sentire quanto è desideroso di me. Così premo di più il mio corpo al suo per fargli capire che il tutto è completamente ricambiato.
Io mi fido di lui, e lo amo. Non è sbagliato.

«Piccola» sussurra
«Sei sicura?»

Accenno con la testa e lui non perde tempo a sfilarmi il pigiama. E in breve tempo siamo entrambi in intimo.
Lo sguardo mi cade verso il basso e arrossisco. Lui mi accarezza il volto e fa si che i nostri sguardi si incrocino per avere un cenno di approvazione.

Sorrido.

E delicatamente e dolcemente, lui unisce i nostri corpi facendo sfociare un dolore intenso dentro di me, che si placa dopo qualche spinta. Il dolore lascia spazio al piacere e così la stanza viene riempita dai nostri gemiti e l'aria diventa sempre più calda.

«Ti amo, Bea» dice Michael prima di crollare in un sonno profondo

Lo guardo dormire per un po', poi mi alzo e vado verso il salone. Prendo il cellulare dalla valigia che non credo disferò.

Un messaggio, da un numero sconosciuto

"Non tornare, lo dico per il tuo bene.
-Zeke"

Continuo a rileggere il messaggio non capendo.

"Perché, Zeke?"

Continuo ad aspettare il messaggio da parte sua. Sono le due di notte e il sonno mi sta divorando, così prendo il cellulare e torno nella stanza.
Sento Michael respirare profondamente e sorrido. Poso il cellulare affianco al mio comodino e mi metto nel letto, accoccolandomi contro di lui.

Il sonno non tarda ad arrivare e così cado in un sonno che spero mi aiuti a comporre il puzzle della mia vita.

I will come backDove le storie prendono vita. Scoprilo ora