<< Allora esisti! >>

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Parcheggio al solito posto e osservo le persone che già sono arrivate a scuola. Controllo l'ora e posso permettermi di fumare una sigaretta. Scendo dall'auto e l'accendo. Tiro su anche il cappuccio, segno che nessuno si deve avvicinare, a meno che non lo conosca.

Un vociare femminile mi fa alzare il capo e osservo delle ragazze fermarsi contro una macchina e parlare a voce bassa. Alzo un sopracciglio: le donne sono strane, stanno sempre a spettegolare su chiunque qui a scuola. Poi non ti dicono mai la verità, tranne a quelli come me che sono fighi e sanno di esserlo. Il più delle volte non le ascolto mai perché mi fanno venire il sangue al cervello. Devo ancora trovare una ragazza intelligente nella mia scuola. Non mi interessa che sia anche carina, di quelle non mancano, ma una che ti faccia un discorso sensato e che non cominci subito a parlare di me a petto nudo, è difficile trovarla.

"Justin! Eccoti finalmente! Pensavo avessi marinato anche oggi!", dice Ryan mettendosi davanti a me. Ecco, lui è l'unico che può permettersi di fare certe cose con me, senza finire per terra con il naso rotto. Come al solito mi ruba la fine della sigaretta e comincia a parlarmi delle ultime novità che sono successe a scuola. "Ellen Thomson è rimasta incinta! Ma ancora non si sa chi sia il padre!"

"Beh, è da quando ha dodici anni che fa sesso, è già strano che sia rimasta incinta a sedici.", sussurro prendendo lo zaino e mettendolo sulla spalla.

"La professoressa di letteratura è entrata in maternità, quindi abbiamo un supplente uomo. Proprio quello giusto guarda. Come fa a capirne di storie romantiche un uomo?", ridiamo entrambi e penso proprio che abbia ragione. Noi non siamo romantici e neanche cerchiamo di esserlo. Sono le donne che ci cambiano e ci fanno diventare come vogliono loro.

Controllo il mio orario: alla prima ora ho allenamento di basket, meglio di niente.

Saluto Ryan e mi avvio verso la palestra. Di solito mi alleno per conto mio. Il coach ha provato a farmi interagire, ma metà della squadra ha paura di me e l'altra metà sono miei amici che sanno come sono e non vogliono guastare il mio umore.

Apro le porte della palestra e vengo bloccato dalle ragazze della pallavolo che come al solito si allenano nella loro metà campo. Indossano canottiera e pantaloncini corti neri. Protezioni ai gomiti e alle ginocchia. Niente di particolare o sexy, fino a quando il mio sguardo non ricade su una ragazzina, sicuramente del primo anno, che continua a fare delle schiacciate perfette.

Ha una coda di cavallo, ma i capelli più corti le escono e le si appiccicano alla fronte sudata.

Il modo in cui si muove, mi fa rimanere imbambolato a fissarla come uno stalker. Finalmente riesco a guardarla in faccia e lì rimango di sasso. Occhi color ghiaccio che mi dicono qualsiasi cosa. Guance e naso pieni di lentiggini che tirano fuori il lato sensuale. Deglutisco appena vedo le labbra. Sono quelle labbra! Fino a stanotte era nei miei sogni che ballava con quasi niente addosso e adesso me la ritrovo nella mia scuola. Non starà ballando, ma come gioca a pallavolo risveglia la mia libido come niente. Se adesso mettessi una mano sul fuoco non sentirei dolore. Sono troppo preso da quella ragazza, che ha vissuto nei miei sogni per molto tempo.

Magari mi sto sbagliando e non le assomiglia per niente. Mi avvicino cautamente e recupero una palla lanciata proprio da lei. La scena è come se fosse a rallentatore: le amiche che la incitano ad andare a prendere la palla. Lei che gira piano il viso verso di me, tenendo un sorriso tranquillo. Io che socchiudo le labbra e vorrei tanto inginocchiarmi a lei e venerarla come se fosse una dea.

Alla fine si decide e si avvicina a me sorridendo ancora. Devo smetterla di avere questo sguardo da ebete, o penserà che sono un pazzo.

"Grazie di aver fermato la palla.", dice abbassando lo sguardo. La voce è diversa, ma è lei la ragazza misteriosa. Le lancio la palla e alzo le spalle. Non so neanche cosa dire. Che poi, cosa potrei dirle?

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