<< Morte. >>

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«Ryan.»

Questa calma non va affatto bene. Chiudo gli occhi e cerco di percepire anche il minimo rumore. Sembra quasi che tutti si siano presi una pausa di riflessione. Ma io non ci credo.
Ho tentato di fermare Justin dalla sua idea di fare quella vacanza con Ariane. Siamo ai limiti di una guerra e non possiamo permetterci di fare nessun sbaglio.
Ha liquidato la cosa con un gesto della mano ed ha detto che aveva bisogno di stare da solo con lei. Lontano da tutto questo, magari per riflettere su cosa fare.
Adesso che lui non c'è sono io che comando, ma non sappiamo proprio cosa fare. Ci aspettiamo un attacco da Stefan, ma anche lui sembra essersi calmato.

"Ryan? Sei qui fuori?", sento la voce di Noah. Butto a terra il mozzicone e mi alzo. "Volevo dirti che abbiamo appena controllato gli ultimi conti di Stefan, magari mi sbaglierò, ma c'è qualcosa che non mi torna.", continua mostrandomi dei conti.

"Cosa esattamente non ti torna? Cerca di spiegarti.", mormoro piano.

"Nelle ultime settimane ha acquistato enormi quantità di esplosivo e dinamite. E non solo: anche una decina di taniche di benzina. Stavo prima riflettendo con Chaz che gli acquisti li ha fatti tempo fa e non li ha ancora utilizzati dato che lo teniamo sotto controllo. Ma leggi qui.", dice indicandomi un punto sul foglio.

"Ha spedito tutto quanto in un paesino in montagna? Che senso avrebbe?", chiedo riflettendoci.
Improvvisamente un fulmine spacca in due il cielo ed io entro velocemente nel covo cercando il telefono. Se la mia ipotesi è vera tutto andrà per il peggio.

"Che ti prende Ryan? È successo qualcosa?", chiede Chaz alzandosi e venendo nella mia direzione. Justin non mi risponde al telefono. Forse è già successo qualcosa!

"Chaz! Noah! Mark! Dobbiamo andare! Venite! Vi spiegherò tutto quanto in macchina!", dico urlando e prendendo le chiavi. Loro mi seguono confusi e salgono.
Ingrano la marcia e parto spedito. Sto sudando freddo e già immagino una catastrofe.
"Gli acquisti fatti da Stefan! Li ha spediti in montagna! Il paesino è vicinissimo alla baita dove Justin ha portato Ariane! Lui deve aver scoperto che sarebbero andati e sicuramente farà qualcosa!", dico stringendo i pugni.

"Hai...hai provato a contattare Justin? O Ariane?", chiede Mark terrorizzato.

"Justin non risponde e non ho il numero di Ariane! Sento che accadrà qualcosa e non sarà niente di bello. Dobbiamo correre da loro e avvertirli!", dico suonando il clacson contro il deficiente che non mette la freccia.

"Oggi è venerdì! Ci sarà una marea di traffico! Immettiti nell'autostrada! Intanto noi proveremo a metterci in contatto almeno con Justin! Anzi, io chiamo subito Lory. Lei è amica di Ariane e magari ha anche il suo numero!", dice Chaz provando a chiamarla.

Andrà tutto bene. Andrà tutto bene. Andrà tutto bene. Ripeterlo non mi aiuta, ma tiene impegnata il mia mente e non mi fa pensare ad incendi e corpi carbonizzati.
Justin è pure da solo in montagna. Okay che si è portato dietro la pistola, ma Stefan è un vigliacco e non attaccherà da solo. Sospiro frustrato e schiaccio l'acceleratore.

"Essendo in montagna i telefoni non prendono. Cazzo!", dice Chaz sbattendo il pugno sul cruscotto. Guardo i chilometri che mancano per arrivare e a questa velocità arriveremo in meno di mezz'ora. Posso farcela. Dobbiamo farcela.
Justin non me lo perdonerebbe mai se non riuscissi almeno a salvare Ariane. È una promessa.

«Ariane.»

Apro l'armadio e decido di dividerlo in due. Sono ossessionata dall'ordine. E conoscendo Justin entro un'ora tutto il mio piano andrà in fumo. Rido al pensiero, ma qualcosa interrompe la mia risata. Sento dei rumori provenire da fuori della baita.
Afferro la pistola di Justin e spengo le luci. Faccio dei respiri profondi e cercando di non farmi sentire mi avvicino ad una finestra. Vedo delle persone muoversi attorno al perimetro della casa e spargere un liquido.
La serratura della porta principale scatta. Corro come una pazza e mi rendo conto di essere bloccata dentro. Comincio a sentire odore di bruciato.
I lliquido che stavano spargendo è benzina! Afferro il telefono e provo a chiamare Justin che però non risponde.
Mi avvicino ad una finestra ma vedo che le hanno bloccate tutte quante. Inizio a tossire e coprendomi la bocca con la prima cosa che trovo, corro in camera e chiudo la porta.
Pensa Ariane! Pensa Ariane!

Prendo la grossa valigia e la sbatto contro la finestra che si frantuma in pezzi. Una fiamma altissima si presenta davanti a me facendomi urlare. Sbatto contro la parete sentendo un dolore forte alla spalla.
Non posso essere intrappola. Non riesco a smettere di tossire e sento le gambe cedermi.
Non voglio arrendermi così facilmente, loro vogliono questo. Posso farcela, ma il mio corpo crolla a terra. Le palpebre misi chiudono e sento attorno a me tanto calore.

"Justin...", sussurro con una tosse orribile.

Un rumore assordante mi spacca i timpani. Cerco di raggomitolarmi in un angolo ma vengo presa in braccio da qualcuno. Il suo profumo è inebriante ed è come se lo riconoscessi.

"Justin...sei...sei...", continuo a tossire e sento i polmoni in fiamme.

"Andrà tutto bene piccola.", la sua voce mi rassicura e decido di chiudere gli occhi.

Sono così stanca. Voglio solamente dormire. Provo ad alzare una mano in direzione di Justin, ma lui la blocca e mi stringe ancora più forte.

"Ti...ti amo Justin...", mormoro con le mie ultime forze. Il suo petto si alza e si abbassa molto velocemente. Vorrei dirgli di calmarsi, ma qualcosa di più forte mi blocca.

"Ti amo anche io.", il suo tono è distante, quasi freddo. Sto per chiedergli perché mi abbia risposto così, quando sento il mio corpo bruciare.

"Ariane...Ariane! Rimani...sveglia...", sento la sua voce così lontana e il mio cuore rallenta i battiti. Vedo una luce bianca. Chiudo gli occhi e respiro, un'ultima volta.

Ormai è tutto finito.

«Ryan.»

Siamo arrivati tardi. Non rimane nulla della baita. Solo legno carbonizzato.
Justin non muove un muscolo. Ormai è mezz'ora che è in piedi.
Non siamo riusciti a trovare Ariane. Noah mi viene accanto con in mano l'anello di Ariane, quello che le aveva regalato Justin. Sospiro cacciando indietro le lacrime e mi avvicino a lui.

"Justin...", gli mostro l'anello che conferma che Ariane non è sopravvissuta all'incendio.
Lui lo prende e se lo porta al cuore. Scoppia a piangere e si inginocchia davanti a quello che resta della casa.

"Non..non può essere...", sussurra con voce gelida. Stringe i pugni sulla terra e dopo essersi rialzato, mi lancia un lungo sguardo. Ciò che vedo nei suoi occhi è rabbia, vendetta e soprattutto vedo un'ombra che mi spaventa. Sta per dirmi qualcosa, ma dopo aver ritrovato la sua pistola la fa scattare.

"Stefan ha le ore contate. Ariane merita giustizia. Guai a chi si metterà in mezzo."

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