<< Sei una scimmia. >>

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Non avevo paura di Stefan. Già una volta mi ero ritrovato a doverlo combattere, lo avrei fatto anche adesso.

No, io avevo paura che arrivasse a fare del male ad Ariane. Non potevo permetterglielo.

Tornai verso la macchina riflettendo su chi avrebbe voluto fare del male.

La mia famiglia è davvero lontana ed ho tagliato i contatti dopo quello che è successo.

Comincia a piovere e osservo la città di notte. Ho sempre amato passeggiare al buio, con la sola luce della luna a farmi compagnia.

Arrivo davanti alla casa di Ariane. Ero riuscito a scoprire dove abitava grazie a Ryan.

Osservo le luci della sua camera che sono ancora accese. Scendo dalla macchina e salgo su un albero. Voglio raggiungerla. Voglio vederla dormire.

Mi aggrappo ad un ramo molto spesso, sperando di non ritrovarmi con il culo per terra.

"Ciao Justin. Hai bisogno di una mano?", alzo la testa e vedo Ariane che mi sorride divertita.

"No, no. Sono sempre stato bravissimo ad arrampicarmi sugli alberi!", dico e dopo qualche minuto scavalco la ringhiera del suo terrazzo.

"Come mai sei qui? Anzi, no. Come fai a sapere dove abito?", sussurra, facendomi entrare nella sua camera da letto. Addosso ai muri ci sono ancora degli scatoloni chiusi. Giusto, si è trasferita da poco. Infatti non direi mai che è la camera di una ragazza.

"Diciamo che sono pieno di risorse. Posso sapere tutto di te in meno di cinque minuti. Invece preferisco che sia tu a raccontarmi come sei.", dico scuotendo i capelli bagnati.

"Meglio se vado a prenderti degli asciugamani. Guarda dentro quell'armadio, troverai dei vestiti maschili.", mormora ed esce piano. Lo apro e trovo una felpa e un paio di pantaloni della tuta.

Come mai ha vestiti da uomo? Una strana sensazione mi fa stringere i pugni e il solo pensiero che qualche ragazzo si sia tolto i vestiti davanti a lei, mi fa venir voglia di prendere a pugni qualsiasi cosa mi capiti sottomano.

"Ecco. Usa questo per i capelli e questo per il corpo. Puoi usare il mio bagno privato, non vorrei che i miei genitori ti beccassero. Non sarebbe molto carino.", ridacchia e mi indica il bagno.

"Di chi sono questi vestiti?", borbotto tenendo lo sguardo serio.

"Come mai questa domanda? Aspetta, non sarai mica geloso?", chiede ridendo.

Non rispondo e mi giro per andare verso il bagno. "Sono di mio cugino. Siccome ogni volta che mi viene a trovare lascia qualcosa, li tengo da parte.", dice e va a mettersi sotto le coperte.

Mi sento abbastanza stupido in questo momento. Non avrei mai ammesso di aver provato della gelosia senza senso. Lei aveva tutto il diritto di vedersi con altri ragazzi.

Ma quanto sei bugiardo Justin?, la mia vocina interna aveva deciso di iniziare adesso a rompere.

Non potevo permettermi di fare scenate per un paio di vestiti, anche se nel profondo avrei tanto voluto conoscere suo cugino...solo per curiosità intendiamoci.

Esco dal bagno dopo essermi cambiato e vado a sedermi sul letto, fissandola.

"Adesso voglio assolutamente sapere come mai ti ho trovato appeso come una scimmia sul mio albero.", fa un sorriso divertito e si avvicina a me. Io? Una scimmia?



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