-Una settimana dopo. -
Ariane, finalmente, è tornata a scuola. Le hanno detto di evitare ancora per delle settimane tutto ciò che riguarda lo sport. Lei è abbastanza scocciata, perché dice di sentirsi bene.
La osservo mentre chiacchiera amabilmente con una sua amica al suo armadietto."Ciao Justin...", la voce di Charlotte mi raggela il sangue. Non credevo neanche che sarebbe venuta da me dopo tutto quello che era successo. In cuor mio non voglio pensare che l'incidente di Ariane fosse stato ideato da Charlotte, eppure la mia testa mi dice di seguire il mio istinto.
"Scusa se ti disturbo, forse non dovrei. Volevo chiederti perdono per ciò che è successo. Non volevo dire quelle cattiverie su Ariane. Mi sono sentita messa da parte ed a nessuno piace come cosa.", tiene lo sguardo basso, come se avesse paura di me."Lascia stare Charlotte. Facciamo come se non fosse mai successo. Spero solo che non accada più.", sussurro gelidamente. Lei ha sempre avuto questi scatti, ma non pensavo che sarebbe arrivata a tanto. Siamo amici da molto tempo e non voglio manco rovinare un'amicizia. L'importante è che non dica più quelle cose e tutto andrà bene.
"Allora? Con Ariane come vanno le cose?", chiede tutta sorridente. Questa cosa mi suona strana: prima non voleva neanche che la nominassi, mentre adesso è tutta curiosa ed interessata.
Mi hanno sempre insegnato che le persone non possono cambiare dall'oggi al domani. Dovrò stare attento a cosa dico ed a come mi comporto."Per adesso tutto bene. Anche se prima o poi dovrò dirle del covo, della banda. Dio, che situazione. Alle volte vorrei, per il suo bene, mollare tutto. Ma non posso,ormai ci sono troppo dentro.", mormoro, continuando a guardarla. Sta cercando il libro per la prossima lezione, quando suona la campanella per il pranzo.
"Ascoltami bene. Ariane è una ragazza che potrebbe non amare il tuo passato e cosa continui a fare. Quindi prenditi tutto il tempo che ti serve, non buttare troppa carne sul fuoco. Adesso vado che c'è una persona che mi aspetta." dices prizzando gioia come una bambina. Alzo un sopracciglio e annuisco. Ho la netta sensazione che si sia trovata un ragazzo.
Beh, almeno sposterà le sue attenzioni su qualcun altro. E forse lascerà in pace Ariane per sempre."Ehi, signor pensieroso!", sento la sua voce alle mie spalle. Mi giro e la vedo tutta contenta. Si guarda attorno, per poi avvicinarsi e stamparmi un bacio sulle labbra.
"Avevi detto che avremmo pranzato insieme e soprattutto da soli. Ma hai anche detto che il posto potevo sceglierlo io. Quindi ho pensato al cortile dietro.", senza pensarci due volte mi prende per mano e comincia a camminare, con me che la seguo a bocca aperta.
Alle volte vorrei avere il suo coraggio. Non si fa problemi a prendermi per mano.
"Perdonami se ti ho preso permano così, senza neanche chiederlo. Mi piace andare in cerca del minimo contatto con la persona. Però se ti dà fastidio, non esitare a dirmelo.", dice portandomi nel posto dov'eravamo prima della famosa partita."Non mi reca fastidio il fatto che tu mi prenda per mano. Anzi, vorrei averlo fatto io. Ma...", mi blocco cercando le parole più giuste. Ariane mi sorride dolcemente,mettendosi fra le mie gambe.
"Ognuno ha i suoi tempi Justin.Andremo con calma, te lo prometto."
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What Do You Mean?
FanfictionSognare continuamente una ragazza può portare confusione nella vita di un ragazzo. Ogni notte lo stesso sogno: lei che gli dice di cercarla, lui che non sa il suo nome ma non vuole arrendersi. Il destino alle volte è dalla nostra parte e ci aiuta ne...