<< Una Ariane diversa. >>

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Siamo nella mia macchina. Ariane vuole vedere la sua tomba. Io le ho detto che non è una bellissima idea, ma ha insistito molto.

Ancora non posso credere che Jason l'abbia salvata e tenuta con sé. Dopo che Stefan mi aveva sparato, non ho avuto modo di parlare con Jason. Sapevo che era tornato via appena aveva scoperto che stavo bene.

Sta seguendo anche lui la faccenda che mi lega a Stefan. Ripensare a mio fratello, fa tornare a galla tante cose che ho voluto apposta rimuovere. Cose che non sa nessuno, nemmeno Ariane.

Jason potrebbe avergliene parlato, cosicché adesso lei conoscerebbe per filo e per segno la mia vita. Non ne ho la certezza, ma sento come se qualcosa in lei è cambiato.

Parcheggio in prossimità del grande cancello e dopo averla aiutata a scavalcare, la prendo per mano. Il contatto fra le nostre mani mi rende nervoso, come i primi giorni che abbiamo passato assieme. Camminiamo tenendo delle torce fino a quando non scorgo la lapide. Gliela indico e Ariane si siede a terra e comincia ad osservarla. Prendo posto accanto a lei.

"Come sei stato?", spezza il silenzio con l'unica domanda a cui non ho mai voluto rispondere.

"Quando ho visto la casa che era ridotta in macerie e tu non eri salva, sono morto. Nel vero senso della parola. Sono arrivato ad odiarmi perché non ero riuscito a salvarti. Eri morta per colpa mia. So che tu pensi che non è vero, ma dobbiamo accettare la realtà: la mia vita ti ha portata a tutto questo. Se io fossi stato uno fottuto ragazzo normale, tutto questo non sarebbe mai accaduto!", strappo con forza dei fili d'erba. "È stato straziante chiamare tua madre e inventare una storia per dirle che eri morta. La chiesa era piena di persone e vedere tutta la loro sofferenza, mi ha rovinato. Sono state tre settimane impossibili. Ho odiato tutti e odiato me stesso. Credo anche di aver tentato di ammazzarmi, ormai la mia vita non aveva più un senso logico. Mi ero fatto una promessa.", mormoro alzando gli occhi verso di lei.

"L'unica cosa che mi teneva in vita era il senso di giustizia. Una volta che avrei ammazzato Stefan, mi sarei ucciso anche io, così ti avrei raggiunta.", le nostre mani s'intrecciano piano, come per paura di fare qualcosa di sbagliato.

"Sono tornata in tempo. Combatteremo insieme Stefan. Anche se tu non vuoi accettarlo, ormai ci sono dentro anche io in questa storia. Entrambi ci vendicheremo per tutto il male che ci ha fatto. Ha quasi ucciso te, e ucciso completamente me. Lui non merita di vivere.", le sue parole sono dure e dette da lei fanno un certo effetto.

"Come faremo adesso? Tutti ti credono...morta.", ancora fatico a dire quella parola. La morte non mi ha mai fatto paura, ma il pensiero della persona che amo di più in questo mondo poteva essere morta, mi viene la nausea.

"Continueremo a farlo credere per un po'. Stanno ancora facendo le indagini e non posso permettermi di ricomparire dal nulla. Capirebbero. Io starò da Jason, in questo momento è l'ultimo posto dove verrebbero a cercarmi. Casa tua è sorvegliata sia da Stefan che dalla polizia!", mormora mettendosi in mezzo alle mie gambe.

"Stefan crede che tu sia ancora viva?", sussurro baciandola dietro l'orecchio. La sento sospirare. Adoro l'effetto che ho su di lei. Mi fa sentire vivo e importante.

"Non riesce a capire come mai il mio corpo non sia stato ritrovato. Non rimarrei sorpresa se scoprissimo che ha tentato di aprire la mia bara."

Dopo esserci alzati, andiamo verso la macchina. Scavalchiamo nuovamente il cancello. Mi guardo attorno sentendo dei rumori strani. Faccio segno ad Ariane di fare silenzio e le indico il lato nascosto della macchina. Scorgo un'ombra, cerco di mettere a fuoco ma chiunque sia comincia a sparare nella nostra direzione.

Ariane si abbassa e si nasconde dietro la macchina. Rimango a bocca aperta quando vedo che dalla borsa tira fuori una pistola. La punta in direzione della persona. Osservo il modo in cui spara. Dev'essere stato per forza Jason ad insegnarle tutto questo.

Sentiamo un grido di dolore e capisco che lo ha colpito. Lei si rialza e va in direzione sua.

"Guai a te se ti muovi. Lavori con Stefan?", Ariane gli punta la pistola alla testa. Ha la voce tesa che non lascia trapelare nessuna emozione.

"S..si...lui voleva vedere se...se veramente eri...eri morta.", il ragazzo balbetta queste parole.

"Come vedi sono vivissima. Dì a Stefan che non avrà vita facile adesso. Prima ha quasi ucciso il mio fidanzato e adesso credeva di aver ammazzato me.", lo lascia andare e torna da me.

Saliamo entrambi in macchina. Mi prendo qualche secondo per riflettere. Ci guardiamo intensamente negli occhi. All'improvviso scoppio a ridere.

"Tutto bene tesoro?", chiede Ariane allarmata. Di solito non rido facilmente.

"L'ultima cosa che mi aspettavo di vedere era la mia fidanzata con in mano una pistola. Ma sono rimasto più sconvolto nel vedere che la usi in modo impeccabile!", continuo a ridere mentre metto in moto la macchina.

"Beh adesso io difendo te e tu difendi me. Non cambio idea, sappilo.", dice facendo intrecciare le nostre mani. Non avevo mai pensato che un giorno lei potesse arrivare a difendermi.

Questo mi fa pensare che questa storia sta davvero prendendo una strana piega.

"Comunque Jason ha scoperto chi ha spifferato a Stefan che eravamo andati in montagna...", mormora quando ci fermiamo in un posto isolato.

"Chi è stato?", sussurro deglutendo. Ho paura di sapere questo nome.

"Charlotte...", saperlo è come un pugno nello stomaco. Come ha potuto fare questo? Stringo i pugni incazzato nero. Per colpa sua tutti quanti abbiamo sofferto per tre settimane e abbiamo pianto la morte di Ariane. Ho voglia di prendere a pugni qualsiasi cosa mi passi sottomano.

"Solo che Jason non capisce una cosa: Charlotte sapeva che fra te e Stefan non scorre buon sangue? Perché se lei lo sapeva vuol dire che è coinvolta nel piano per uccidermi. Invece se non sapeva nulla, forse Stefan la sta usando!"

"Lei non sa nulla della banda! Cioè non sa nulla della storia di Stefan! Però mi sembra un terribile coincidenza che lei si sia proprio trovata lui come ragazzo. L'ho sempre reputata un'amica, ma dopo aver scoperto tutto questo, sto rivedendo il concetto di amicizia.", il mio tono di voce è molto basso. Sono sconvolto da queste notizie. Ormai non ci si può fidare di nessuno.

"Se è coinvolta con la mia morte, dovresti benissimo capire il motivo per il quale fa tutto questo!", Ariane mi punta gli occhi addosso. Alzo un sopracciglio non capendo. Mi è sfuggito qualcosa?

"Non far finta di capire Justin! È innamorata persa di te! Può anche andare in giro a dire che non ha sofferto quando l'hai mollata, ma tutti quanti soffrono quando vengono lasciati! Ti ama da sempre e quando sono arrivata io...tutto quanto è cambiato! Hai spostato la tua attenzione su di me e ci siamo ritrovati innamorati. Credimi, quando ami immensamente una persona, arrivi a fare cose impensabili.", mormora venendosi a sedere sulle mie gambe.

"Non so cosa pensare. Io non l'ho mai amata. Ho creduto di provare questo sentimento. L'unica ragazza che davvero ho amato e amo e amerò per sempre, sei tu. Cosa ci posso fare? Mi sei entrata nel cuore. Sei ciò che mancava nella mia vita. Prima ero solo, adesso ci sei tu."

Ci scambiamo un dolce sorriso. Le nostre labbra s'incontrano e si lasciano andare in un appassionato bacio. Tengo una mano sulla sua nuca e l'attacco praticamente al mio corpo.

Questi momenti vorrei che durassero in eterno. Ci siamo io e lei contro il mondo esterno.

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