<< Una lettera speciale. >>

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Io continuo a pensare. Finalmente siamo liberi. Possiamo andarcene senza che nessuno ci dica nulla. Chissà se tempo fa avrei mai pensato di fare tutte queste cose.

Justin è stata la così più bella che potesse accadermi durante la vita. Passo una mano fra i suoi capelli. Lo sento rilassarsi.

"Che accadrà adesso?", chiedo piano.

Justin posa il secondo panino e si gira nella mia direzione. Con un tovagliolo gli pulisco gli angoli della bocca. Vedo le sue guance prendere colore: ancora non si è abituato alle attenzioni che gli dimostro.

"Paul ha preparato tutti i documenti. Possiamo andarcene dove vuoi. Dimmi un posto e noi andremo lì. Non voglio rimanere qui. Voglio poter formare la mia famiglia lontano da qui. La polizia mi starebbe addosso. Jason anche.", mormora con una risata amara.

"Credo che la Florida sia un posto magnifico dove crescere un bambino. Che ne pensi?", dico sorridendo. Lui mi sorride di rimando e capisco che il posto lo approva.

Poco dopo stiamo uscendo dal fast food tenendoci per mano. Non manca poco all'alba. È meglio se andiamo subito a casa. Non voglio rischiare che qualcuno ci veda.

Saliamo in macchina velocemente e Justin parte subito.

"Appena arriviamo a casa, prenoto subito i biglietti dell'aereo. Prima ce ne andiamo, meglio è.", mormora aprendo il finestrino.

"Andrà tutto bene amore. Anzi, ti va di farmi un favore?", chiedo guardandolo.

"Che genere di favore?"

"Vorrei tingermi i capelli. Ma ho bisogno di una tinta. Se andassi tu al supermercato per conto mio. È meglio se non mi faccio vedere in luoghi dove ci sono le telecamere."

"Certo, ti porto a casa e ci vado subito. Prendi con te la valigetta e vai in cantina. Lì sotto c'è una botola. Se la alzi troverai una camera segreta."

Rimango a bocca aperta per questa scoperta. Credevo di conoscere bene casa sua...mi sbagliavo.

Annuisco e faccio come mi dice. Presa la valigetta, entro in casa e vado nella cantina.

Trovo facilmente la botola e mi c'infilo dentro. Accendo la luce e trovo una stanza ben arredata con tanto di piccolo bagno e cucina.

"Si mantiene bene Justin.", mormoro mettendo la valigetta sotto il divano per sicurezza e accendo la TV. Mi siedo sul divano, incrociando le gambe.

È una stanza abbastanza spoglia. Non ci sono quadri o foto. Beh, penso che usasse questo posto come nascondiglio quando magari qualcuno lo cercasse.

In televisione di colpo compare una mia foto. Alzo il volume per ascoltare ciò che dice la giornalista.

"Ariane Matthews, ormai sparita da un mese. La polizia continua ad indagare sulla sua morte inspiegabile. Una detective ci dice che secondo loro la ragazza è ancora viva, magari rapita da qualche malvivente che le sta solamente facendo del male. Sono stati interrogati tutti i suoi amici e anche il suo fidanzato che dopo un bellissimo discorso fatto in chiesa ha riferito di essersi messo il cuore in pace. Non vuole crearsi illusioni. La polizia arranca nel buio anche perché non ci sono prove che sia ancora viva. Crediamo che vadano avanti con le indagini solo perché il corpo della povera ragazza ancora non è stato ritrovato. Vi terremo aggiornati su questa ragazza che aveva tutta una vita davanti."

Rimango immobile a fissare la mia foto con sotto un numero di telefono da chiamare nel caso che qualcuno mi avesse vista. È vero, il mio corpo non c'era tra le macerie della baita, ma perché continuare?

Una stretta al cuore e mi viene in mente mia madre. Lei non vuole ammettere che sia morta. Abbasso gli occhi e cerco di non piangere. Mi dispiace immensamente per lei. Vorrei tanto poterle scrivere, dicendole di stare tranquilla e che non posso tornare alla mia vita di sempre.

Ma non posso nemmeno rischiare che venga trovata la lettera. Justin ne andrebbe di mezzo e non voglio che venga arrestato.

Però potrei spedirgliela dopo la mia partenza, magari faccio andare qualcuno. Mi alzo e cerco un foglio di carta e una penna. Decido di indossare un paio di guanti per evitare che rimangano delle tracce. Oppure potrei scriverla a computer. Si, meglio il computer.

Prendo il portatile di Justin e apro un documento bianco. Rimango a fissare la schermata bianca cercando le parole più giuste da dirle.

Cara mamma,

si, sono io, Ariane. Lo so che in questo momento inizierai a piangere ed a sperare in un mio ritorno. Ma questo non accadrà.

Mi fa star male sapendo che tu stai piangendo la mia morte, ma credimi. Io sono viva.

Sono stata salvata dall'incendio. Ho dovuto inscenare la mia morte, ma non posso dirti il motivo. La storia è troppo lunga e non posso far sapere alla polizia tutto ciò che c'è dietro.

Ti prego, vai avanti con la tua vita insieme a Jeremy. Vorrei tanto poter venire da te e salutarti, ma non posso...metterei a rischio la vita di tante persone e scusa, ma non voglio che accada.

Non ti dirò nemmeno cosa accadrà adesso, perché se questa lettera dovesse capitare in mani sbagliate, sarei in pericolo.

Sappi solo che sto bene e che...beh, a te posso dirlo: sono incinta.

Si, diventerai nonna e ti prometto che un giorno vedrai tuo o tua nipote.

Ti voglio un bene dell'anima e vorrei tanto sfogarmi con te e raccontarti tutto, forse un giorno accadrà ma non sarà oggi.

Fammi un solo favore: devi dire alla polizia di smettere di cercarmi. Fallo, perché non voglio vivere con il pensiero di essere costantemente sotto controllo.

Salutami Jeremy e digli che se dovessi venire a sapere che ti tratta male, tornerei e lo ammazzerei.

Ti adoro mamma e sarò sempre la tua bambina che però adesso è cresciuta e deve vivere la sua vita.

Ti mando un grosso bacio e ti auguro il meglio per tutto.

Ariane

La stampo e, sempre con l'aiuto dei guanti, la piego posandola dentro ad una busta.

Ne parlerò anche con Justin, ma sono fermamente convinta di ciò che sto facendo.

Ha il diritto di vivere sapendo che io sto bene. Non deve sentirsi in colpa.

Sapevo che mettendomi insieme a Justin avrei fatto una vita totalmente diversa da quello che mi aspettavo in un mio futuro. Ma non me ne pento.

Amo Justin e voglio stare con lui per sempre. Voglio andarmene da qui sapendo che tutto andrà bene.

"Ehi, sono tornato.", sento la voce di Justin alle mie spalle. Mi giro e gli sorrido dolcemente.

"Che stavi facendo?", chiede avvicinandosi e dandomi un bacio sulle labbra.

"Vorrei che qualcuno recapitasse questa lettera a...a mia madre.", mormoro mostrandogliela.

"Okay, farò in modo che qualcuno della banda lo faccia. Non ci sono problemi.", torna indietro prendendo le borse con cui è entrato. Sono contenta che non abbia fatto problemi.

Vado dietro di lui e lo abbraccio. Le nostre mani si intrecciano. Si, è questa la vita che voglio.

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Questa storia sta giungendo al termine. Non mancano tanti capitoli ancora, voglio ancora fare un colpo di scena e dopo ci sarà il lieto fine. Forse. :)

xxx Arianna

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