<< Sean. >>

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Usciamo dal ristorante continuando a parlare. Ho scoperto tantissime cose di Stefan questa sera.

Ancora non so molto della sua banda, ma ancora poco e la nostra vendetta gli verrà servita.

Camminiamo verso la macchina quando sentiamo qualcuno alle nostre spalle.

"Martinez, finalmente ti ho trovato.", mi giro e vedo davanti a noi un tizio con un ghigno cattivo.

Stefan sbianca di colpo, ma tenta di tenere uno sguardo da duro. In che situazione mi sono cacciata?! Metto la schiena contro la macchina cercando di non attirare troppa attenzione su di me.

"Cosa diavolo vuoi ancora Sean? Ho pagato il mio debito con te, adesso vattene.", mormora Stefan infilando la mano nella tasca destra.

"Non sono qui per soldi, ma per darti un avvertimento: o te ne vai da questa città o andrai incontro ad una bruttissima morte. Ti sei fatto troppi nemici e siamo stufi di vedere la gente morire per colpa tua.", dice Sean portando per qualche secondo gli occhi su di me.

"La volete smettere con questa storia? Non c'entro niente con la morte di Ariane.", sussurra gelidamente Stefan abbassando lo sguardo.

"Guarda caso nessuno ti crede. Hai la polizia che ti sta addosso. Alcuni della tua banda iniziano a dubitare che tu non sia coinvolto. Hanno trovato delle taniche di benzina lo stesso giorno della morte della Matthews, come la mettiamo?", Sean ci accende una sigaretta e me lo trovo molto vicino.

Ha un odore che è un miscuglio di sigarette e menta. È molto alto e avrà sui 25 anni. Gli occhi sono neri come la pece, ma il suo sguardo non è malvagio, ha qualcosa che lo rende quasi buono. Distolgo gli occhi da lui che sorride divertito. Deve essersi accorto che l'ho fissato per bene.

"Quella benzina è ancora nel mio covo, controllate pure. Poi quel giorno non ero nemmeno in città, ho dei testimoni che..che possono confermarlo.", l'ultima frase la dice con titubanza: non vuole far sapere dove si trovava.

"Siamo stati nel tuo covo e le taniche sono magicamente sparite, anzi...uno della tua banda è stato così clemente da dirci che quel fatidico giorno tu hai preso delle taniche e sei sparito per delle ore. Quindi sei andato in montagna ed hai incendiato la baita di Bieber non tanto per il brutto rapporto che avete...ma per invidia, gelosia.", sposto gli occhi su Stefan che non apre bocca.

"Gelosia che deriva dal fatto che sei sempre stato innamorato di Ariane, ma quando hai visto come Justin te l'ha portata via non ci hai più visto. Anche la sparatoria a scuola, nessuno ha ancora puntato il dito contro di te, ma tutti sanno che sei stato tu. Volevi colpire lei per far stare male Justin, ma lui ha fatto da scudo ad Ariane perché è questo che fanno le persone innamorate: cercano in tutti i modi di salvare la persona amata.", Sean per tutto il tempo ha tenuto gli occhi fissi su di me, come se sapesse chi sono veramente.

A stento riesco a trattenere le lacrime. Stefan ha sempre tentato di farmi fuori solo perché non poteva avermi. Eppure perché non ammette una volta per tutte che è stato lui ad uccidermi alla baita?

"Continua pure a parlare Sean, ma io non ho usato quella benzina sulla baita di Bieber. Ero al cimitero dove hanno sotterrato Brian e Lucas. Entrambi adoravano il fuoco, così ho appiccato un falò in loro onore. Contento?!", Stefan lo fronteggia anche se gli mancano come minimo dieci centimetri per raggiungere Sean.

"Se non sei stato tu, chi avrebbe ucciso la fidanzata di Justin? Sei l'unico nemico che avrebbe potuto colpirlo. Conosci i suoi punti deboli e viceversa. Chi ha ucciso Ariane Matthews?"

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