<< La guerra ha inizio. >>

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Essere due persone non è per niente facile. Ariane agli occhi di tutti è morta, mentre Jennifer è una ragazzina che si sta mettendo nei guai per il suo ipotetico assassino.

Non dovrei fidarmi di Stefan, ma c'è qualcosa che mi dice che devo farlo. Mi osservo allo specchio non riuscendo più a capire chi io sia veramente.

Ormai sono notti che non riesco a prendere sonno. Osservo Justin dormire beatamente chiedendomi cosa sogni. Ogni tanto gli accarezzo i capelli e intuisco subito che pensa costantemente a me. È tutta la vita che soffre questo ragazzo, ha il diritto di vivere in pace e tranquillità.

Vorrei tanto scappare lontana insieme a lui. Ma non possiamo andarcene fino a quando non risolveremo tutto questo gran casino. Voglio dargli un futuro migliore almeno per una volta.

Lo bacio sulla fronte. Mi alzo per andare a mangiare qualcosa in cucina. Scendo lentamente le scale. Sono le tre del mattino passate e io ancora non riesco a prendere sonno.

Improvvisamente qualcosa mi raggela il sangue: sento un rumore provenire dal soggiorno. Mi avvicino con cautela. È come se qualcuno stesse cercando qualcosa. Mi giro e apro il cassetto del mobile trovando la pistola di Justin. Mi fa uno strano effetto tenerla in mano, ma non posso permettere che qualcuno scopra che sono ancora viva.

Entro piano nel soggiorno e accendo la luce. L'estraneo si irrigidisce di colpo. Non riesco a capire se sia un uomo o una donna.

"Adesso con la massima calma ti giri, guai a te se fai scherzi. Ho una pistola e credimi che la so usare bene e non ci penserò due volte.", mormoro freddamente. La impugno con sicurezza.

Inizia a girarsi e finalmente capisco subito chi sia: Sean! Non posso credere che sia veramente lui.

Abbasso piano la pistola, non posso ammazzarlo, mi ritroverei con molti nemici sicuramente.

"Ma guarda chi si vede: Ariane Matthews, sapevo che eri viva.", sorride con un ghigno divertito.

"Non ti hanno insegnato che è reato entrare in casa di altre persone senza invito?", chiedo facendolo spostare verso il divano. Devo essere cauta, non so ancora cosa voglia e non ho intenzione di fidarmi alla cieca.

"Volevo solo avere un buon motivo per darmi ragione: sei viva e questo cambia tutto quanto.", si siede accendendosi una sigaretta. Non capisco di cosa stia parlando.

"Dal tuo sguardo confuso sarà meglio che ti spieghi tutto quanto. Sono stato incaricato da una certa persona di tenerti d'occhio. Appena sei arrivata a Los Angeles, sapevo che saresti stata un personaggio di spicco in tutta questa storia. L'erede della più grande banda di LA si è innamorato di te e certe persone hanno iniziato ad odiarti.", fuma guardandomi attentamente.

"Chi ha iniziato ad odiarmi?", chiedo sedendomi sul divano. Non voglio rilassarmi però, non so ancora cosa voglia da me o da Justin.

"Jason per primo. Diciamo che sperava che Justin diventasse un killer spietato, ma tu gli hai rovinato i piani mia cara. Hai addolcito Justin.", finisce la sigaretta e chiude gli occhi.

"Io sono qui per darti una via d'uscita: convinci Justin a rinunciare a trovare il tuo assassino e scomparite. Ormai la vicenda si è allargata troppo. Se credete nel vostro amore, allontanatevi da tutta questa merda."

Sono a bocca per le sue parole. Quali sono le vere intenzione di Sean?

"Perché mi stai dicendo questo? Cosa ci guadagni tu?", chiede sospettosa.

"Il mio capo mi ammazzerà se ti succede qualcosa. Ho già rischiato abbastanza quando ti credevano tutti morta. Un po' ci tengo ancora alla mia vita schifosa."

"Io ci stavo già pensando di andarmene. Ma voglio anche io scoprire che ha cercato di ammazzarmi. Voglio vederlo soffrire come ha sofferto Justin. Merito giustizia.", sussurro a denti stretti.

"Lo so Ariane. Ma se continuate a rimanere qui, finirete male. Pensa a Justin, pensa al futuro che potreste avere. Ricominciate da zero e dimenticate tutto quello che è successo."

"E come possiamo uscire di scena? A parte che io comunque sono morta per tutti. Justin dovrebbe inscenare la sua morte?", chiedo con cautela.

"Si, anche perché se rimanesse in vita, qualcuno cercherebbe comunque di rintracciarlo. Morire è l'unica soluzione se volete rimanere in vita. Parlane con lui. E sappi che qualcuno pagherà per la tua morte. Anche se io sono sempre più convinto che sia Jason il mandante di tutto questo."

"Ma è stato lui a salvarmi dall'incendio!", che motivo avrebbe avuto per tenermi ancora in vita se in realtà voleva fin dall'inizio che io morissi?

"Io credo che l'incendio fosse solo un avvertimento. Sapeva benissimo che Stefan aveva delle taniche di benzina che lui avrebbe usato proprio quel giorno. Non si aspettava che tu rimanessi in casa, quindi ha dovuto assolutamente salvarti. Lui vuole farti morire in maniera più teatrale. È sempre stato un figlio di puttana, e non mi riferisco a sua madre...", le ultime parole le dice ma sembra quasi che non dovesse dirle.

"Vuoi farmi credere che Jason e Justin non sono davvero fratelli?", la voce mi muore in gola.

"Jason è nato dalla relazione che aveva prima suo padre. Lo stesso di Justin e Austin. È sempre stato ribelle soprattutto dopo che suo padre si è risposato perché si è reso conto che quest'ultimo non ha mai amato sua madre."

Sentiamo un rumore ed entrambi ci giriamo vedendo Justin pallido che ci fissa. Deve aver sentito l'ultima parte e questo non va affatto bene. Vado verso di lui, ma vedo che mi respinge.

"Ti prego Justin, lasciami spiegare...", mi zittisce con uno sguardo gelido.

"Da quando parli con Sean? Eh? E soprattutto cosa ti interessa della mia famiglia?!", urla puntandomi il dito contro.

"Justin, rilassati. È colpa mia. Ariane ha tutto il diritto di sapere tutta la verità!", dice Sean mettendosi davanti a me, come a proteggermi.

"Ma davvero?! E la stai convincendo anche a non farsi più giustizia giusto? Così la sua morte sarà una delle tante no?!", sembra fuori di sé. Devo trovare il modo di calmarlo.

"Justin! Sono stanca di vederti soffrire per la mia morte! Sono qui con te e ciò che voglio è farmi una vita con te! Non chiedo altro! Voglio solo vivere per sempre con te! Ma come possiamo se siamo costantemente assediati? Non meriti anche tu una vita migliore di questa? Eh?!", lo fronteggio urlando. Noto la stanchezza nei suoi occhi. Una stanchezza che si porta avanti da anni. È ora che si faccia da parte e che pensi a se stesso. La gente può vivere benissimo senza di lui.

Mi ritrovo stretta fra le sue fragili braccia. L'abbraccio però dura poco. Un rumore di vetri rotti rovina tutto quanto. Sean tira fuori la pistola e mi indica di andare su per le scale.

Gli spari iniziano senza che me ne rendo conto. Justin mi prende dalle mani la pistola ed inizia a sparare contro il nulla. Entro nella nostra camera con entrambi che mi seguono.

"È inutile che vi nascondete, tutta la casa è circondata.", una voce gelida che tutti e tre conosciamo si fa sentire. Justin impallidisce ed inizia a tremare. Non l'ho mai visto ridotto così male.

Jason ride come se sapesse di aver vinto. La guerra ha ormai inizio.

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Scusate l'assenza ma sono presa dal lavoro, perdonatemi. 

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