Rimanemmo al parco qualche ora e non smettemmo mai di baciarci. Ogni tanto parlavamo delle nostre passioni, ma preferivamo stare zitti e darci baci.
"Stavi parlando di noi due prima? Quando mi hai fatto quella domanda?", mi chiese, tenendo una mia mano fra le sue. Ormai sembravamo una coppia a tutti gli effetti.
"Si, volevo baciarti, però mi sembrava strano chiedertelo. Avevo il terrore che mi avresti detto di no.", risi guardandola negli occhi. Poggiò la testa sulla mia spalla, facendomi un sorriso stupendo.
"Alle volte bisogna rischiare nella vita. Bisogna essere coraggiosi. Però tu hai avuto un'idea geniale: mi hai messa nei tuoi panni. Complimenti Bieber!", mi morse una guancia e scese velocemente dall'albero. Rimasi a bocca aperta e decisi che gliela avrei fatta pagare.
Ci ritrovammo a correre verso la macchina. La presi da dietro prima che potesse salire.
"Aiuto! Aiuto!", urlava come una pazza, mentre rideva. La baciai sul collo, assaporando la sua delicata pelle e il suo profumo che mi mandò in estasi.
"Dovremmo ritornare a scuola...tu che dici?", chiesi, tenendola fra le mie braccia.
Sentivo che stava bene premuta addosso a me. Per nulla al mondo l'avrei lasciata andare.
"Si, dobbiamo proprio. Anche perché non vorrei essere cacciata alla mia seconda settimana a scuola!", ridemmo insieme e salimmo in macchina. "Non dire a nessuno cosa abbiamo fatto oggi.", disse assumendo un'aria molto seria. Alzai un sopracciglio, come per chiedere spiegazioni.
"Non voglio che a scuola parlino di noi. Ho capito che ci assomigliamo e non vogliamo essere nella bocca di tutti. Eppoi se lo raccontassimo, le emozioni sparirebbero. Voglio ricordare ogni secondo passato insieme a te, senza che qualcun altro metta bocca.", capivo cosa voleva dire.
"Tranquilla. Non lo avrei detto comunque. Sono uno che i propri affari se li tiene per sé!", le feci l'occhiolino e partì in direzione della scuola.
"Sicuramente staranno già parlando di noi due. Prima in palestra, poi in classe...avranno molto su cui spettegolare!", disse con aria divertita, mentre si mise a guardare fuori dal finestrino.
Osservai un vicolo strettissimo che portava al covo. Al mio covo. Chissà che avrebbero pensato i ragazzi sapendo che ero uscito con una ragazza. Non mi importava, avevo fatto una promessa ad Ariane e quindi nessuno avrebbe saputo niente di noi due.
Sospirai con un senso di frustrazione. Il mio cuore, o almeno penso che fosse lui, diceva di buttarmi e di rischiare. Dovevo almeno tentare, sennò lei sarebbe scappata via o avrebbe mollato subito.
Ma la mente mi diceva di rimanere concentrato e che lei doveva adattarsi ai miei ritmi e soprattutto al mio caratteraccio. Dovevo assolutamente trovare una soluzione o sarei del tutto impazzito.
"Comunque oggi pomeriggio ci vediamo? Vero?", la sua voce mi riportò alla realtà. Il suo tono era speranzoso e lì capii che entrambi stavamo provando le stesse emozioni.
"Certamente! Non ti devi preoccupare! Ricordati solo...sii puntuale!", le feci l'occhiolino e dopo averla lasciata a bocca aperta, decisi di andare verso la sala mensa.
Riflettere così tanto mi metteva sempre fame, quindi presi un po' di tutto e andai a mettermi al mio solito posto. Nel giro di dieci minuti i miei amici mi avevano raggiunto e con loro c'erano anche le solite ochette che in tutti i modi cercavano di provarci con me.
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What Do You Mean?
Fiksi PenggemarSognare continuamente una ragazza può portare confusione nella vita di un ragazzo. Ogni notte lo stesso sogno: lei che gli dice di cercarla, lui che non sa il suo nome ma non vuole arrendersi. Il destino alle volte è dalla nostra parte e ci aiuta ne...