<< Il passato familiare di Justin. >>

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Andare a scuola sta diventando molto più piacevole. Prima ci andavo perché mi sentivo obbligato e  volevo almeno fare qualcosa di buono nella mia vita. Ma adesso le cose sono ben diverse.
Cerco in tutte le maniere di passare più tempo possibile con Ariane, non voglio lasciarla sola nemmeno un momento. Ho la brutta sensazione che adesso che tutti hanno capito che fra noi c'è una storia, potrebbero farle del male.
Ryan dice che mi preoccupo troppo e che dovrei rilassarmi. Ma il mio istinto non ha mai sbagliato.

"Tu e Ariane potreste venire alla festa di Derek stasera! Dovete cominciare a farvi notare come coppia, in modo tale che le ragazze capiscano che sei impegnato e che i ragazzi capiscano che Ariane è impegnata!", Chaz mi sorride e mi dà due inviti.

"Non è una cattiva idea. Voglio che Ariane si distragga e non pensi sempre a...a quello che ha visto. Lei non me lo dice, eppure ci pensa.", sussurro accendendomi una sigaretta.

La campanella suona e vediamo tutti quanti uscire da scuola. Ariane sta parlando con alcune amiche, ma appena mi vede, comincia a correre e mi salta in braccio.
"Finalmente sei uscita da scuola! Pensavo non arrivassi più.", dico ridendo.
La poso sopra il cofano della macchina e le do un piccolo bacio sulle labbra.

"Io sono brava e vado a scuola! A differenza tua che salti tutte le ultime ore!", dice picchiandomi.
Le blocco le braccia e la vedo ridere. Spero che non smetta mai di essere così felice, è un sogno stupendo vederla così contenta.

"Stasera ci sarà una festa a casa di Derek. Stavo pensando che potevamo andare. Sempre se tu vuoi.", dico facendola salire in macchina. "Andiamo lì, ci divertiamo, balliamo. Niente di pericoloso!"

"Dovrò chiedere a mia madre, ma le dirò che vado a studiare da Lory.", dice facendo spallucce.
Rimango a bocca aperta. Ha intenzione di mentire a sua madre per uscire con me.

"Ho paura di creare un mostro. Pensi che chiedendo a tua madre di uscire con me, ti direbbe di no?", vado verso casa mia. Prima di rispondermi mi guarda negli occhi.

"Non lo so. Ma piuttosto che dirmi di no, preferisco raccontare una mezza bugia. Cioè, ti ha conosciuto e pensa che tu sia un bravo ragazzo. Ma sicuramente mi direbbe di no per stasera."

Annuisco e guardo la strada. Se sua madre dovrebbe scoprire come sono veramente, la terrebbe lontana da me. Con la coda dell'occhio la osservo e capisco che ormai non posso più fare a meno di lei. Al solo pensiero di un altro ragazzo che me la porta via, stringo i pugni sul volante e tento di rilassarmi.
Non ho mai provato un sentimento così forte per nessuna ragazza. Solo una volta è capitato, ma dopo mi sono reso conto che non era così forte come pensavo. È stato quando mi sono innamorato di Charlotte. Lei, a differenza di tutte le altre, riusciva a capirmi davvero. Voleva la mia compagnia per parlare di qualsiasi cosa e non di quando saremmo finiti a letto assieme.
Veniva in giro sempre con noi ragazzi e all'inizio non sembrava per niente interessata a me. Mi difendeva dalle ragazze appiccicose, che volevano a tutti i costi uscire con me.
Un giorno ci trovavamo da soli nel covo. Ho cominciato a guardarla con occhi diversi, mi sono chiesto se per caso non fosse la splendida ragazza che sognavo, magari con un corpo diverso.
Abbiamo iniziato ad uscire, ma Charlotte era cambiata. Stava cominciando ad essere come tutte le ragazze: mi chiamava in continuazione, diventava gelosa di chiunque mi stesse vicino.
Non potevo mai uscire senza che lei sapesse dove e con chi fossi. Pensavo che Charlotte fosse quella giusta, invece ho capito che preferivo averla solo come amica. All'inizio non l'ha presa bene, ma andando avanti ha sentito la mia mancanza come amico e siamo tornati alla normalità.

"Come mai stiamo andando a casa tua?", domanda Ariane ridacchiando. Accenno un sorriso.

"Mi sono reso conto di non averti mai portata.", dico aprendole la portiera. "Questa puoi definirla la tua seconda casa. Ogni volta che vorrai venire, sei la benvenuta.", le metto un braccio attorno alla schiena e con l'altra mano apro la porta di casa.
Entra in casa e rimane a bocca aperta. È una casa modesta, dove di solito nessuno viene a rompermi le scatole. È abbastanza maschile, ma Ryan mi ha detto che quando hai una ragazza, lei è capace di ribaltarti la casa e farla diventare come vuole.

"Dio, è davvero una casa stupenda. Sai che ti invidio?", dice salendo le scale.
Questo posto è pieno di ricordi dolci amari. Quando ero piccolo vivevo qui con i miei genitori ed i miei fratelli. Sono successe così tante cose che a volte devo trattenere le lacrime.
In tutti i modi cerco di tenere nascoste le mie emozioni, ma alla fine mi intristisco ripensando al mio passato. Ariane si mette a guardare le foto sopra i mobili.

"Questa è stata scattata quando avevo sei anni. Giocavo in una squadra di baseball. Diciamo che poi ho scoperto che non era lo sport adatto a me!", ridiamo tutti e due.
Ne prende una in mano dove ci sono io con i miei due fratelli. Jason, il più grande, è sempre stato quello serio e con la testa sulle spalle. Ormai saranno tre anni che non lo vedo, da quando mamma e papà hanno divorziato. Io sono rimasto qui con Ryan e sono riuscito a farmi una vita senza la mia famiglia. Ogni sera ripenso a loro, ripenso ad ogni momento e vorrei poter tornare indietro nel tempo,magari potrei rimediare a tutti gli sbagli commessi.
Sposto gli occhi su Austin. Se mi viene in  mente lui, mi ricordo solamente di quando mi difendeva da alcuni che mi davano fastidio. È mio fratello gemello, eppure non ci assomigliamo per niente.
Fra noi due è sempre stato lui quello più forte. Fin da piccolo io preferivo starmene da solo e avevo pochi ma fidati amici, che poi sono rimasti.

Austin invece adorava stare al centro dell'attenzione e tutti volevano conoscerlo e far parte della sua vita. Non era prepotente o cattivo, era se stesso e tutti lo amavano. Non ho mai amato questa sua popolarità, ma non diceva di no a nessuno.

"Sei tu con i tuoi due fratelli?", azzarda Ariane guardando la foto. "Com'eri carino da piccolo! Ma lui è tuo fratello gemello?", indica Austin. Rimango a bocca aperta. Come ha fatto a capirlo se non abbiamo niente in comune?
"L'ho capito perché siete piccoli uguali e avete qualcosa di simile negli occhi. Vive lontano da te?"

"Non ho idea di dove abiti.", sussurro e rimetto al suo posto la foto. "Tre anni fa i miei genitori divorziarono, e noi tre abbiamo preso strade diverse. Jason, il più grande, penso abiti con la sua fidanzata. Mentre Austin non ho idea se stia ancora con mia madre o abiti da solo.", solo con Ryan riesco a parlare della mia famiglia. Ma sento che di Ariane posso fidarmi ciecamente e potrei raccontarle qualsiasi cosa.

Ci sediamo sul divano e lei posa gli occhi su di me. Okay, posso farcela. Non è così difficile parlare del proprio passato, a meno che il tuo non ti faccia schifo.
"La mia famiglia è originaria del Canada. Ho pochi ricordi del Canada, dato che mi sono trasferito qui a Los Angeles quando avevo sette anni. Per alcuni anni tutto è andato bene, eravamo una famiglia felice, almeno era quello che pensavo. Un giorno i miei ci dissero che avrebbero divorziato perché ormai non provavano più niente reciprocamente. È stato un duro colpo, soprattutto per Austin. Io sono sempre stato abbastanza solitario e indipendente come Jason. Ma Austin saputa la notizia uscì di testa. Se noti, tutte le foto sono come rovinate, perché lui ruppe tutto quello che trovò sulla sua strada. Iniziò ad andare da uno psicologo che lo aiutò a superare il trauma. Dopo un anno non era più lo stesso. Prima era sempre allegro e pieno di vita. Cominciò a diventare sempre più solitario. Il mio ultimo ricordo è di lui, seduto in macchina con mamma. Se ne stavano tornando in Canada. Ricordo ancora il suo sguardo perso e confuso. Da quel giorno non l'ho più rivisto.", smetto di parlare e alzo gli occhi verso di lei. Sta piangendo in silenzio.

Ci abbracciamo a vicenda. Sento il petto più leggero. Devo solamente ringraziare questa ragazza.


Ecco qui un altro capitolo.
Spero che la storia vi stia piacendo.
Lasciatemi una stellina se vi va :)

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