Capitolo 1

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PROLOGO

Non riuscivo a credere a cosa vedevo con i miei occhi, non sembrava lui. Sapevo che stesse attraversando un periodo no, ma arrivare a questo... Non lo avevo mai visto in quello stato. Con violenza continuava a tirare calci e pugni ignorando ogni urlo che emanavo con la mia docile e fragile vocetta. Mi piazzai davanti a Nick pronta a difenderlo, ero sicura che vedendo la sua piccola figliola intromettersi si sarebbe fermato, ma non fu così. Quando si accorse della mia presenza esitò per un secondo, ma subito riprese a sprigionare pazzia. La sua grande mano vacillò con forza sul mio corpo ed io rimasi lì, immobile pronta a subire. Era tutta colpa mia.

CAPITOLO 1

Quanto odio questo continuo ticchettio, era da un po' che non sentivo questo suono e tornare a svegliarmi in questo modo non mi è mancato per niente. La sveglia continua a suonare incessantemente infastidendomi così mi volto per spegnerla.

Sono solo le sette meno venti ed io già sono in piedi, oggi per mia gioia tornerò a scuola e a cominciare da oggi potrò finalmente definirmi una vera liceale. I primi due anni sono stati molto monotoni, non ho fatto altro che studiare e studiare. Solo raramente di sabato sera raggiungevo in compagnia di Nadia la mia "comitiva". Nadia è la mia migliore amica, ed è stata la mia prima amica. Non mi ha mai abbandonata, mi è sempre stata accanto nonostante il mio carattere particolare e proprio per questo ha cercato in tutti i modi di capirmi, man mano ci sta riuscendo. Insistetti tanto per farla iscrivere al mio stesso istituto anche se in indirizzi diversi, ma lei non ne voleva sapere e mi continuava a ripetere che non era una scuola adatta a lei. Quando si mette in testa una cosa, può cadere il mondo ma non cambia idea. Su questo punto di vista è un po' come me. Posso affermare che abbiamo caratteri completamenti opposti, ma questo mi piace, sarebbe veramente faticoso avere a che fare con una Katerina 2. Non ho mai amato stare in compagnia, anche adesso preferisco senz'altro passare il mio tempo a leggere un buon libro. Quando mi capita di dover passare del tempo con le persone, mi sento sotto pressione quasi come se avessi paura di dire qualcosa di sbagliato e proprio per questo essenzialmente rimango in silenzio a meditare su quante mosche vedo svolazzare.

«Katie! Sei sveglia?», urla mia madre dal piano inferiore. Quanto odio quando mi chiama in quel modo, mi fa molto da poppante, quando in realtà ho la bellezza di sedici anni.

Faccio finta di non averla sentita e mi catapulto vicino l'armadio trascinando le coperte con me. Penso di assomigliare ad un involtino. Apro le ante e prendo il jeans e la maglietta che avevo già scelto accuratamente qualche giorno precedente. Sono sicura che questa sarà la prima e ultima volta che lo farò, infatti solitamente indosso la prima cosa che trovo nell'armadio. Non ho mai dato molto vigore al mio fisico, nonostante ben delineato. Non ho paura di essere giudicata, semplicemente non mi interessa il parere della gente a me attorno. Come si può giudicare una persona senza conoscerla? Non si può. E siamo sinceri: nessuno mi conosce per davvero. Nadia compresa.

«Katie, muoviti... Oh, sei sveglia», mia madre irrompe in camera mia, il suo tono cambia in meno di un secondo, da "ehi sono l'ansia in persona" a "tesoro mio, sei la mia vita".

È una donna molto premurosa, si preoccupa delle mie scelte e le rispetta, quasi sempre. Ho un bel rapporto con lei, nonostante i modi in cui la tratto continua a rimanere calma, sempre. Sono rarissime le volte che ha alzato la voce con me, ma non posso dire che sia una madre perfetta: per molti anni durante la mia infanzia me la sono dovuta cavare da sola mentre lei si preoccupava di finire l'università che aveva iniziato da poco. Nonostante si fosse dedicata allo studio solo per aiutare la nostra famiglia economicamente, ho sempre provato rancore nei suoi confronti. La mia infanzia non è stata poi così semplice, ho assistito a scene che spero di non vedere mai più, ma che hanno cambiato il mio carattere. Da piccola ero una bambina molto sensibile, adesso questo mio lato posso dire che è sparito, non mi commuovo più davanti alle atrocità della vita.

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