Capitolo 18

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In pochi secondi mi rendo conto per davvero di quello che sta succedendo, scruto più volto quella scena cercando di ricollegare i fatti. Proprio come temevo vedo Nick ferrare pugni a Dav. Non pensavo che mio fratello avrebbe reagito in questo modo, non dopo quello che successe qualche anno fa. Tutto mi ricorda la mia infanzia, da bambina succedeva spesso che Nick facesse a botte a causa mia. Non ho mai avuto molti amici, anzi non ne avevo per niente, tutti non facevano altro che prendermi in giro, io non reagivo mai, fingevo che quelle parole piene di odio mi scivolassero di dosso, ma non era così. Quando tornavo a casa mi chiudevo in camera mia e non facevo entrare nessuno. Nick si era accorto di quello che mi stava succedendo e spesso si presentava fuori scuola con mia madre pronto a proteggermi. La mossa che fece traboccare il vaso fu un insulto in sua presenza, si scaraventò sul bambino dalla lingua velenosa e lo pestò, il bambino perse coscienza e la situazione non fece che peggiorare. Addirittura i genitori del bambino denunciarono Nick, nonostante fosse minorenne,  per l'accaduto. Mio padre quando venne a sapere dell'episodio si trasformò in una bestia. Non oso ricordare oso successe dopo, ho cercato per anni di dimenticare quella scena ma non mi ha mai abbandonata. Alcune volte quando chiudo gli occhi riaffioro quelle immagini. Non ne ho mai parlato con nessuno, neanche Nadia ne è a conoscenza. Quando iniziai le medie decisi di far finta che quegli anni non fossero mai esistiti, ricominciando da zero finalmente riuscii a farmi qualche amico, tra cui Nadia. Ho voluto dimenticare, dimenticare per ricominciare, senza riuscire mai a farlo veramente.  

David non reagiva, continuava a farsi colpire. Mi sorprende questo suo atteggiamento, ero convinta che non avrebbe esitato minimamente, soprattutto perché è un ragazzo al quanto impulsivo. 

Lentamente mi avvicino, Nick quando mi vede cambia espressione. Sembra quasi che con il mio sguardo sia ritornato alla realtà, rimane fermo sopra il corpo di Dav e smette di colpirlo. Vorrei dirgli di andarsene, di non farsi più vedere, ma quando apro bocca non esce che un grido. 

Aiuto David ad alzarsi, e spingo con violenza e rabbia mio fratello. 

<<Mi dispiace, è successo tutto così in fretta>> Dice Nick, quasi come se quelle parole potessero giustificare l'accaduto. Mi limito a fulminarlo con lo sguardo ed esco correndo dalla mensa. 

Come previsto David mi segue, mi chiama incessantemente per nome cercando di farmi fermare, ma io continuo a correre senza una direzione.

<<Dove vai? Dai parliamo>> Io continuo a far finta di non sentirlo e scoppio in un pianto isterico senza smettere di correre, cercando di scappare da tutti i miei problemi. 

<<L'ho fatto per te, non l'ho toccato manco con un dito, già mi odi abbastanza... Non ho voluto peggiorare ulteriormente le cose >> 

Quando sento quelle parole mi fermo e mi appoggio al muro quasi come per aggrapparmi ad esso, cercando di non crollare. Il ragazzo che mi ostino tanto a voler evitare si piazza davanti a me e con i suoi gran pollici mi asciuga le lacrime agli occhi. Continuo a tenere lo sguardo rivolto verso il basso e lui mi alza con delicatezza il volto, fissandomi negli occhi. 

<<Non è successo niente, okay?>> 

<<No>> Mi limito a dire. 

<<Non voglio sapere cosa pensi, voglio che non pensi a niente. Non c'è niente di più bello che essere spensierati, provaci>>

<<Non posso>> 

<<TUTTI possiamo>> Avvicina la sua mano alla mia e le nostre dita si incrociano, il mio sguardo si rivolge verso di loro. Quella stretta riesce a farmi sentire più forte, mi fa capire di  non essere sola. 

BEYOND- #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora