Capitolo 11

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<<Svegliati>> Dico a David avvicinandomi al suo orecchio. Sono solo le 6.30 del mattino, la sveglia è suonata da 10 minuti, ho avuto il tempo necessario per vestirmi e ho lasciato dormire Dav, che naturalmente non aveva sentito la sveglia.

<<Che ore sono?>> Chiede aprendo gli occhi. Ha un'aria diversa, innocua.

<<Le sei e mezza, tra poco dobbiamo andare a tirarci il sangue>>

<<Posso andare da solo, non c'è bisogno che entrambi lo facciano>>

<<Se qui qualcuno deve tirarsi indietro quello sei tu, non ho paura degli aghi. E poi se voglio diventare un medico devo iniziare ad abituarmi a questo genere di cose>>

<<Un medico?>> Mi chiede sorpreso.

<<Si, tu che vuoi diventare?>>

<<Non sapevo avessi intenzione di diventare medico>>

<<Beh... fin da piccola l'ho sempre voluto fare. Ma comunque non hai risposto alla mia domanda>>

<<Non ho sogni, ne cose del genere>>

<<Perché stai allo scientifico?>> Gli domando.

<<Sono bravo in matematica. Che ne sai che frequento questo indirizzo?>>

<<Non lo sapevo, me lo hai appena detto tu. Sapevo solo che frequentavi il mio stesso istituto.>>

<<Giusto>> Mi metto a ridere

<<Hai paura?>> Chiedo.

<<Ehm... un po'>>

<<Fifoneee... è solo un ago>>

<<Non ti è permesso prenderti gioco di me>> Inizia a farmi il solletico e io scoppio a ridere senza riuscire a smettere.

<<Ba-s-ta>> Dico continuando a ridere a crepapelle. Lui fa lo stesso, e sentirlo ridere mi riappacifica l'animo. Adoro già quella risata così naturale, riesce a farmi stare bene.

<<Okay... Passami i vestiti>> Molla la presa e io prendo il malloppo di panni riposti sul pavimento e glielo passo.

<<Muoviti!>> Dico guardando l'orologio prefisso sopra la porta.

<<Okay mamma>>

<<Ti odio quando fai così>> Dico.

<<Io ti odio sempre, è diverso>> Mi fa l'occhialino e io rispondo con una linguaccia.

<<Io mi avvio, fai presto>>

<<Aspettami dai, mi devi ancora dare il bacio del buongiorno>> Mi tira per un braccio e mi fa voltare verso di lui.

<<Ah no, mi dispiace...>>

<<Se non me lo vuoi dare dovrò prendermelo.>> Esclama minaccioso.

Si avvicina a me, prende tra le mani i miei polsi e si avvicina alla mia bocca intento a baciarmi. Dopo aver posto resistenza decido di arrendermi. Ci baciamo e la sua lingua invade la mia bocca con il suo squisito sapore di fragola.

<<Sai di fragola>> Dico allontanandomi dalle sue labbra.

<<Perché mi baci?>>

<<Ti posso prendere a schiaffi?>> Per un momento mi viene in mente il suo faccino "indifeso" preso a schiaffi da me, proprio per questo inizio a ridere.

BEYOND- #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora