Capitolo 12

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Come vorrei che le cose fossero diverse, una semplice storia d'amore. Dove i litigi e i dolori fossero inesistenti. Vorrei cambiare le cose, cambiare tutto... ma forse non è tanto male il "diverso". Da una parte sento che dovrei lasciar perdere tutto, andare avanti e far finta che niente fosse successo; ma l'altra parte vuole assaggiare il sapore di questa nuova avventura.
Non ho mai avuto modo di assaporare una relazione costituita da tutta questa travolgente passione. In questo momento mi trovo sul culmine tra la fine e l'inizio, e immersa nei miei dubbi rimango in silenzio aspettando che lui dica qualcosa, qualsiasi cosa.

<<Che pensi?>> Chiedo.

<<Penso che non riuscirai a non soffrire al mio fianco, ti farò del male, sempre! E continuerò a fartelo... anche contro il mio volere. Non sono una persona adatta alle storie serie, e i miei sentimenti mi hanno offuscato la vista. Non avrei dovuto dirti... dirti... quelle cose! Mi spiace ma non posso>>

<<Mi stai dicendo che sparirai? Perché se è questo quello che vuoi, fai pure! Io resterò a guardare e non verrò a chiederti di tornare>>

<<Tutto quello che farò è solo per il tuo bene!>> Urla.

<<Devi abbassare la voce! Siamo in un ospedale!>>

<<Basta, ti accompagno in chiesa>>

Resto in silenzio e non gli rispondo, mi volto ed inizio a camminare verso l'uscita. Non riesco a tenere tutto quello che sento dentro, scoppio a piangere e cerco di non farmi vedere versare una lacrima. Dopo quello che mi ha detto non si merita niente. "Tutto quello che farò è solo per il tuo bene" Mi ritornano in mente e riascolto le sue parole cariche di dolore senza preavviso. Non può allontanarsi con la scusa che lo faccia per il mio bene, io... ho bisogno che mi stia affianco. "Ti amo". Suonavano così piene queste parole dette dalle sue labbra, nessuno saprebbe farlo come lui. Avrei bisogno di risentire quelle parole, forse adesso avrei il coraggio di dire anche io... È la verità e dovrei cacciare fuori quello che sento. Non posso continuare a tenermi dentro ogni mia emozione. Devo riuscire a sprigionarle per vivere. Mi fermo e aspetto che mi raggiunga. Lui continua a camminare a passo svelto.
Mi volto verso di lui, sono pronta a dimostrargli il mio lato più debole, almeno credo.

<<Anche io! Non dire niente e non voglio che le cose cambino. Hai preso una decisione, la rispetterò, ma avevo bisogno di dirlo almeno una volta. >>

<<Anche tu cosa?>>

<<Ti amo>> Dico pronunciando a stento quelle dolci parole. Forse me ne pentirò ma non posso scappare da quello che sento e non posso continuare a mentire a me stessa. Lui rimane sorpreso alla mia forte dichiarazione, l'ho colto di stucco... e non so se sia un bene o un male.

<<Continuiamo a camminare...>>

<<Aspetta... Ma non parte la macchina. Come facciamo?>> Dice andando nel panico.

<<Giusto... Nadia?>>

<<Chiamala>>

<<Prestami il tuo cellulare>>

<<Non ho il numero di Nancy>>

<<Lo ricordo a memoria>>

Lui tira dalla tasca il cellulare e me lo porge. Digito il numero e Nadia subito risponde. Le dico dove ci troviamo e lei ci comunica che subito verrà a prenderci. Attacco e restituisco il telefono.

<<Allora aspettiamo>> Dice.

Non parliamo per tutto il tempo e rimaniamo seduti senza muoverci come statue sul marciapiede fuori dall'ospedale. Arriva finalmente Nadia con la macchina del nonno.

BEYOND- #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora