Capitolo 5

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6:45AM. La sveglia è appena suonata, ho dovuto impostarla così presto perché dovrò raggiungere la mia scuola a piedi, non voglio disturbare i genitori di Nadia e per nessuna ragione ho intenzione di arrivare in ritardo. Lascio dormire ancora un po' Nadia e mi reco in bagno con in mano un paio di vestiti rubati dal suo armadio.

<<Buongiorno tesoro>> dice Maren avvicinandosi per darmi un bacio sulla fronte.

È sempre molto affettuosa. Le voglio bene come ad una mamma, è una psicologa e spesso ne approfitto parlandole dei miei problemi, mi da sempre saggi consigli. Di solito gli psicologi sono tutti mezzi pazzi, ma lei no. O forse sì , ma in senso buono, infatti lei è una di quelle madri pronte mettere la felicità del figlio prima della loro e pronte a giustificarlo in casa di bisogno, pronte a prenderlo in giro e a ballarci ad una festa, senza vergogna. Non le solite madri fredde e distaccate, incapaci di regalare affetto. Lei addirittura è capace di regalarne a me, una qualsiasi ragazza.

<<Buongiorno ciccia>>.

Mi sorride e continuo a camminare in direzione del bagno lasciandola alle sue pulizie.

Quando rivado in camera, la mia amica si è svegliata, la saluto e le tiro un cuscino addosso infastidendola.

<<Ci vediamo oggi, ciao Katy>> Risponde al mio saluto.

Esco dalla stanza, telefono Nick e gli dico di portarmi la cartella in classe, spero tanto che quel troglodita se ne ricorda, non vorrei presentarmi lì a mani vuote.
Saluto tutti, Charlie mi chiede se ho bisogno di un passaggio, gli rispondo che ne posso fare a meno, dopodiché esco di casa. Non sono molto lontana da scuola, mentre cammino ascolto la musica, e questo mi aiuta a rilassare il corpo. Mi piace camminare, quando sono nervosa, questo è il mio sfogo preferito. Quando sto a contatto con le strade, il mondo esterno, mi sento in equilibrio. Niente è più bello di capire le proprie idee, i propri desideri e questo mi aiuta a farlo. Mi gira ancora un po' la testa per ieri sera e mi viene subito in mente il bacio che ho dato a Logan. Spero solo che non fraintenda, ho agito d'impulso, non si merita di essere trattato in questo modo.  Appena lo vedo gli parlerò, devo scusarmi.Ieri sera Dav mi ha fatto imbestialire, non voglio averci più nulla a che fare.

Me ne ricorderò.

*****

Eccomi fuori scuola, è appena suonata la campanella e mi dirigo verso la classe cercando di intravedere la mia solita compagna di banco. Entrata in aula vedo Jane già seduta al solito banco, appena mi vede mi dice di sedermi vicino a lei e io faccio come mi consiglia. Mi comunica che è venuto un ragazzo biondo e che ha lasciato una cartella dicendo che era mia, me la indica e io la prendo.

Non seguo con attenzione le lezioni, continua a girarmi la testa e non riesco a concentrarmi.

<<Hai già svolto l'esercizio dodici?>>.

<<Ah?>> Ma cosa sta dicendo? 

Katerina, questa è una classe e questa è Jane, svegliati!

<<L'esercizio! L'hai già fatto?>> continua a chiedermi Jane.

<<Ma di cosa?>> .

<<Fisica>>.

<<Ah, sì...il quaderno sta nello zaino, ora te lo prendo>>

<<Tutto bene?>> mi chiede con aria confusa.

<<Beh, no... >> stranamente mi fido e ho bisogno di sfogarmi.

Le racconto tutto quello che è successo ieri.

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