Capitolo 15

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Gli ultimi sette giorni sono stati molto monotoni, non ho messo piede fuori di casa tranne che per recarmi a scuola. Giorno dopo giorno mi sono detta che avrei dovuto dimenticarmi di tutto, ricominciare da zero. Nonostante questo, ho continuato a cercarlo... Ho aspettato fuori scuola che tutte le classi uscissero ma di lui nessuna traccia. Ho chiesto informazioni anche al bidello che mi ha risposto di non vederlo da un po'. Siamo diventati amici, è strano, ma mi trovo bene a parlare con Franco dei miei problemi. Fa sempre bene ascoltare consigli di un uomo più anziano con più esperienze. Nadia è partita per la Spagna con i suoi, mi aveva chiesto di farle compagnia, ma non me la sono sentita. In questi giorni senza di lei a tenermi compagnia è stato Logan, si è dimostrato più disponibile del previsto. Ogni giorno mi ha voluto accompagnare fin sotto casa, abbiamo passato molto tempo insieme ultimamente, l'ho conosciuto meglio e sono felice della nostra amicizia. Ho scoperto che i suoi genitori sono separati, mi ha raccontato che suo padre è un poco di buono e mi stupisco che lui non abbia ereditato i suoi geni. Ieri sera era sabato e mi aveva chiesto di andare con lui al Pom Pom, mi aveva giurato che se non ci fossi andata non mi avrebbe più rivolto la parola, ma mi sono giustificando dicendo di non sentirmi bene. Ieri Nick è tornato da Chicago, non mi sono manco degnata di chiedergli come è andata. Appena è tornato è corso in camera mia, ma io non sono neanche riuscita a dirgli 'ciao'... Nell'attimo in cui mi ha guardata la sua espressione è cambiata radicalmente, sembrava che avesse appena visto un fantasma. Sono ridotta davvero male, non riesco a mangiare niente, o meglio, quando lo faccio vomito. Non capisco il motivo... Mia madre si è offerta di accompagnarmi in ospedale a fare degli accertamenti ma mi sono rifiutata. Oggi ha continuato ad insistere e non ho potuto rifiutare. Sono uscita di casa con una semplice felpa larga ed un jeans scuro. 

*****

In questo momento mi trovo sul lettino di un ospedale, per più di un'ora ho fatto da cavia a vari controlli, adesso mia madre si trova fuori dalla stanza a parlare con il medico delle mie condizioni. 

<<Katy, ho parlato con il dottore, per un po' resterai qui. E' la miglior cosa per te, hai bisogno di continui controlli, che stando a casa non potresti ricevere. Di mattina andrai normalmente a scuola, ma in ospedale. In realtà sono dei corsi, ma ti aiuteranno a rimanere con la mente attiva. Cosa ne pensi?>> Mia madre rientra nella stanza e con un'aria intimorita, penso più che altro per la mia futura reazione, mi dice queste parole.

<<Va bene>> Mi limito a rispondere. Vuole lasciarmi qui, vorrei ribattere ma non ne ho le forze. 

<<Sei sicura, tesoro?>> Dice risollevata.

<<Si, adesso puoi andare>> Rispondo.

Mi saluta calorosamente e mi assicura che domani ritornerà. Entra nella camera un'infermiera con una sedia a rotelle e mi dice di sedermici sopra. 

<<So camminare>> 

<<Dai siediti, ti devo portare nella camera che ti hanno assegnato, che non è questa>>

<<Sto bene qui>> Dico sbadigliando.

<<Non puoi rimare qui, dai su>>

<<Come vuoi>> Mi siedo sulla "carrozzella" e mi sento leggermente a disagio. E' la prima volta che mi ci siedo.

Attraversiamo ben 3 piani differenti e arriviamo in una stanza con due letti. 

<<Chi dorme qui oltre a me?>> Chiedo curiosa.

<<Un'altra ragazza, sta qui da qualche giorno, si chiama Allie. Sono sicura che vi troverete bene insieme>> 

Sono contenta di non essere da sola in camere, spero sia simpatica, non mi piacerebbe restare tutto il tempo sola, anche se ormai mi sono abituata alla solitudine. 

<<Ah, e dove è adesso?>>

<<E' andata nella sala comune, è una stanza dove si riuniscono tutti i pazienti della tua età. Se vuoi ti ci porto... Però prima devi farti una doccia e poi devo portarti a pesare>>

<<Va bene, perché devo pesarmi?>>

<<Non lo so, il medico mi ha detto cosa dovevo fare, le informazioni riguardo al tuo stato di salute devi chiederle a lui>>

<<Oh, d'accordo. Allora vado a lavarmi>>

<<Ti porto dei vestiti da mettere, tua madre ancora ci ha portato la tua roba>>

<<Okay>>

<<Comunque sono Candace, se hai bisogno clicca il pulsante rosso vicino al tuo letto>>

Esce dalla stanza e rimango da sola. Questo ospedale mi fa un brutto effetto, è lo stesso in cui sono andata l'altra volta con David. Appena ho varcato la soglia me ne sono resa conto ed ho iniziato a piangere. Non so quanti liquidi sto perdendo tra il vomito e le lacrime. Avrò perso 3 chili solo in questi ultimi 7 giorni. Il bagno della stanza è molto piccolo, ha le pareti grigie e non ha specchi. Mi spoglio ed entro in doccia. 

*****

Dopo essermi lavata accuratamente per ben 20 minuti decido che è arrivata l'ora di uscire. Prendo il mio cellulare e attivo la fotocamera interna per usarlo come specchio. Pettinare i miei capelli è sempre un'impresa ardua, ho tantissimi nodi. Dopo aver impiegato la bellezza di altri 5 minuti solo per spazzolarli, prendo dal cassetto un'asciugacapelli.

Quando rientro in camera osservo che su letto sono riposti dei vestiti. Me li infilo, lego i capelli inguardabili in una coda disordinata ed esco dalla stanza. Il cellulare l'ho rimasto in stanza, era scarico, e adesso sto girando per i corridoi sperduta. Mi avvicino ad un infermiere che deve avere la bellezza di soli 20 anni, è molto giovane, lo si può intuire dalla sua pelle luminosa. Gli chiedo di Candace ma lui mi dice di non sapere in che reparto si trova. Subito si allontana da me ed entra in una stanza sparendo dalla mia vista. Cerco di tornare indietro ma non riesco a ritrovare la strada, quando fortunatamente vedo i capelli neri di Candace gironzolare. La chiamo alzando la voce e si gira di scatto. 

<<Stavo venendo da te, che ci fai qua?>> Dice lei sorpresa alla mia vista.

<<Ti stavo cercando>>

<<Ah okay, la prossima volta resta in stanza... Dai andiamo, devi pesarti>>

<<Dopo mi accompagni tu nella sala comune? Non conosco nessuno...>> 

<<Non posso, devo andare in sala ustioni dopo. Posso accompagnarti, ma non trattenermi>>

<<Si, va bene>>

Arriviamo in una stanza tutta rossa, qui fa molto freddo e mi vengono i brividi. Da una porta sbuca un signore in tunica, deve essere un medico. 

<<Allora, togliti le scarpe e mettiti sulla bilancia...>> Mi dice Candace.

<<Tu sei Katerina, giusto?>> Mi chiede l'uomo.

<<Eh... si>> Dico sedendomi per poter slacciare le scarpe.

<<Io sono il dottor Scar, mi occupo dei problemi alimentare>>

<<Io... io non ho problemi alimentari...>>

<<Ah no? Vuoi farmi una breve revisione del tuo problema?>> Dice in un tono freddo e distaccato.

<<Breve? Okay, vomito appena tocco cibo>>

<<Non sarebbe un problema alimentare questo per te? Comunque Candace, domani pomeriggio devi portarla dalla psicologa all'ultimo piano>>

<<Non sono pazza>> Dico. Non penso di aver bisogno di uno strizza cervelli, è solo un periodo no.

<<Lo sappiamo, ma c'è bisogno che tu vada>>

Resto in silenzio e mi posiziono sulla bilancia. 

<<49>> Dice Candace.


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