Capitolo 34

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Mi scosto dall'abbraccio subito dopo, proprio come quando ti capita di salutare una persona che non conosci, pensando che fosse qualcun altro.
Luke aveva discosto lo sguardo per poterci concedere un po' di privacy, cosa che non volevo. David invece mi guarda confuso e i suoi occhi mi fanno rabbrividire, sono così freddi. Si è accorto che lo avevo respinto, e per questo continuava a guardarmi come se fossi una poco di buono che non faceva altro che giocare con i suoi sentimenti.

<<Penso proprio che se continuano i questi passo dovrai venire al ballo con me>> Esclama cercando di sdrammatizzare la situazione. A quelle parole succede una risata amara.

<<Ho reagito d'impulso>> Mi ricompongo aggiustandomi la maglia che si era alzata leggermente a causa dell'abbraccio.

Non ribatte e si risiede al fianco di Nikcy, lontano da me. Il suo allontanamento mi da la possibilità di respirare nuovamente aria non contaminata, non siamo poi così lontani, ma la distanza tra noi si stava man mano restringendo, non concedendomi la possibilità di pensare lucidamente.

*****
In biblioteca il silenzio è regnato fino alla chiusura della scuola. I due maschi che sembrano così egoisti e ribelli sono stati capaci di concentrarsi e leggere pacificamente. David è riuscito a finire un libro in queste tre ore e al suo termine sembrava così soddisfatto. Mi ha voluto spiegare per filo e per segno la trama e me lo ha mostrato più volte entusiasta, quasi come un bambino felice di aver appena imparato ad andare in bici. Non c'era poi cosi tanta differenza, David aveva imparato ad apprezzare la narrativa in queste ore. Mentre leggeva spesso ho alzato lo sguardo verso di lui, che non si rendeva manco conto che era in una sala con noi. Era così preso che sembrava essere in un altro pianeta. Beh, quando si legge è così. Si abbandona tutto ciò che ci circonda, liberandoci dalle incertezze e i problemi che ci turbavano. È come un viaggio, al ritorno non siamo mai gli stessi. Le varie storie riescono ad allargare la nostra visuale, rompendo i muri che ci separano dal resto del mondo.

In casa un profumo di pulito delizia le varie stanze. Mia madre si sta dando da fare per davvero, ha costretto tutti e tre a rimanere a cena a casa. Io avrei voluto darmela a gambe levate, non ho proprio voglia di conoscere nessuno. Ha ripetuto ansiosa più volte che ci saremmo dovuti comportare in modo educato e gentile. Ci ha addirittura detto cosa indossare. Vorrebbe che mi mettessi una delle sue gonne in stile anni 80, ma veramente è fusa. Jessie è entusiasta quasi quanto la mamma, le ho chiesto di spiegarmi chi fossero queste persone a rendere mamma così agitata, ma lei mi ha detto che lo vedrò io stesso. Nick invece è super nervoso, peggio di me. Mi ha risposto male solo per avergli chiesto l'ora e non ha esitato a mandarmi via.
In casa tutti sono di fretta e furia e si stanno affrettando a vestirsi. Io invece sto nel mio comodissimo letto ad ascoltare beatamente la mia amatissima musica. I vestiti ancora non li ho scelti, ma non ho nessun problema a presentarmi in pigiama, proprio come sono ora.
Tra ben 30 minuti gli ospiti metteranno piede in questa casa e chissà quando se ne andranno. Sono sicura che si trasferiranno qui ben presto e che non abbandoneranno mai più le mura di questa casa.
Sento Jessie e Nick litigare nel corridoio, ed ecco entrare mio fratello in stanza. Ne ero sicura, quando è nervoso per qualcosa io sono il suo antidoto da sempre, viene in stanza mia e inizia a chiedermi scusa per le urla e per avermi trattata male poi mi presenta le sue paure.

<<Sono nervoso, sto impazzendo. Scusa per prima, tu non centri niente>> Come da copione, prende posto sul mio letto e rimane a squadrarmi stupito dal mio abbigliamento.

<<Lo so, ti piace il mio stile?>>.

<<Sei completamente pazza, vestito subito. Prima che si precipita mamma e inizia a lamentarsi>>.

BEYOND- #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora