Capitolo 10

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Per tutto il tragitto in macchina verso casa di David rimango con gli occhi chiusi appoggiata al finestrino intenta a riposarmi; ma senza riuscire a chiudere occhio. Nessuno dei due si permette di dire qualcosa, è tutto così imbarazzante dal momento che dovrò dormire a casa di Dav. Non ho mai dormito a casa di qualcuno che non faccia parte della mia famiglia, o che non sia Nadia, che in fin dei conti ormai ne fa parte.

La macchina si ferma e solo allora decido di aprire gli occhi per dedicarmi alla vista di quel luogo per me sconosciuto.

<<Cazzo>> Esclama il ragazzo alla mia sinistra.

<<Che succede?>> Chiedo confusa.

<<Si è fermata la macchina, non parte>> Risponde David seccato.

<<Chiamo Nadia, ci facciamo venire a prendere>>

<<Non c'è campo qui>>

<<Ah...>>

<<Scendi, andiamo a chiedere informazioni a quella casa laggiù>>

<<Ma sono le due di notte, staranno dormendo... e poi non puoi presentarti di punto in bianco sulla soglia della porta di sconosciuti>>

<<Va bene, hai ragione. Quindi dove hai intenzione di dormire?>>

<<Qui?>> L'idea mi imbarazza, ma il sonno si fa sentire sempre di più e ho bisogno di dormire.

<<Ehm... Non lo so.>>

<<Vogliamo camminare?>> Domando cercando di trovare una soluzione.

<<Siamo distanti da casa mia, non faremmo altro che complicare maggiormente la situazione.>>

Rimango in silenzio cercando di trovare da qualche parte nella mia testolina una soluzione a questo imprevisto. Il vuoto.

<<Qualche metro più avanti c'è un ospedale, vogliamo andare a chiedere aiuto lì?>>

<<Pensi che ci faranno entrare a quest'ora?>> Rispondo, ma tanto vale provare.

<<Vedremo>> Scende dalla macchina e io faccio lo stesso.

Si avvicina a me e prende la mia mano.

<<Vuoi che ti porti in braccio, piccola?>> Mi dice, successivamente mi da un bacio sulla guancia.

<<No, sto bene così>> Rimango ferma davanti a lui continuando a fissarlo, poi mi avvicino a lui. Metto le mie mano attorno al suo collo intenta ad avvicinarmi di più a lui, e gli do un bacio passionale; è strano tutto questo, non stiamo insieme eppure sento la necessità di baciarlo, e di continuare a stargli vicino nonostante i torti che mi ha fatto.

<<A che si deve questo?>> Chiede sorpreso, con un sorrisetto soddisfatto, che aiuta a mettere in mostra le sue fossette.

<<Non lo so...>> Sorrido anche io imbarazzata.

*****
Camminiamo per 5 minuti, che per me sembrano molti di più, ma finalmente arriviamo fuori l'ospedale di cui parlava Dav.  La porta si apre automaticamente quando ci avviciniamo ad essa ed entriamo nell'edificio. David si avvicina al bancone infondo alla sala appoggiandosi con i gomiti su di esso. Io faccio lo stesso.

<<Posso darvi una mano?>> Ci chiede una signora.

<<Siamo rimasti a piedi, la mia auto si è fermata, non potreste affidarci una stanza, solo per stanotte?>> Chiede David. Per i miei gusti è stato troppo diretto, dove la trova tutta questa autostima?

BEYOND- #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora