Angelo Degli Inferi

10. Fuggitiva-parte 4

[Revisionato]

C'era un odore insopportabile. Di chiuso, di muffa. Avevo aperto gli occhi da pochi istanti, ma già le mie narici faticavano a respirare. I miei polmoni non trovavano aria. Provai a muovermi, ma era come se non usassi le mani da molto tempo. Erano intorpidite e ci impiegavo un po' di tempo per compiere un movimento. Sentivo un forte formicolio insopportabile e inspiegabile.

I miei occhi continuarono a vedere il buio. Non era possibile che non ci fosse nemmeno una luce o una sagoma che riuscissi a distinguere. Mossi le ali dietro di me. Non riuscii ad aprirle più di un centimetro o due.

-Dove cavolo mi hanno rinchiusa...- pensai. Poi mi ricordai tutto. Ero stata un fantasma, dopo un tempo indefinito ero resuscitata, ma avevo visto Damon e qualcun altro prendermi... E se erano passati più di due giorni...

-Una tomba!- strillai. Misi di scatto le mani davanti a me. Come quasi tutte le volte in cui ero stanca e scoprivo qualcosa di straordinario sia positivamente che negativamente, il mio corpo reagiva ed era pronto per qualsiasi mossa. Spinsi la lastra di legno sopra di me. Era molto pesante. Sentii qualcosa percorrermi il braccio. Mi girai spaventata e vidi un ragno gigantesco con dei puntini rossi sul dorso. Urlai con quanto fiato avevo in corpo e calciai con tutta la forza che avevo in corpo la lastra sopra di me che si sollevò e che scaraventai fuori dalla bara. Mi alzai in piedi e scacciai il ragno con disgusto.

Stavo respirando affannosamente. Mi girai per guardarmi intorno e vidi il giardino sul retro del Palazzo. La mia tomba era posta su un rialzo di pietra nera molto elaborata sotto un salice piangente, in un gazebo bianco. Quello sotto al quale vidi Alex per la prima volta.

C'erano incise parole in latino:"Principem umbra jacet inter se circumflectit. o Mors, excipite illum amicum antiquum illud exstant Deae pulvinaribus intulisset. Vale." A racchiudere le parole c'erano spirali nere che ne creavano una cornice elaborata. Significa "La nostra principessa giace serena qui. O morte, illumina la via alla nostra vecchia amica, illudi la Dea del Bene, portala con te. Addio." Da noi, era una frase che veniva scritta spesso sulle tombe delle persone importanti.

-È stato carino a farmi tutte queste cerimonie...- dissi con ironia riferendomi a mio padre. Aprii le ali per prendere il volo e urlai facendo un passo indietro. Le ali non erano più nere, ma bianche, con solo le piume a contatto con l'osso nere.

-Oh, mio, Dio!- strillai mettendomi le mani tra i capelli. -Ho le ali bianche!- dissi ancora. Odiavo il bianco!

Poi mi ricordai di ciò che mi aveva detto Alex, riguardo all'Angelo degli Inferi. Adesso ricordo di tutte le leggende su quegli strani essere che venivano chiamati Angeli, specie raffinata e molto antica. Molti dicevano si erano estinti, altri che si erano rintanati al di sopra delle nuvole, in un mondo invisibile ai nostri occhi così cechi della vera felicità e della vera pace.

C'era una leggenda, soprattutto:

Gli angeli vivevano ancora sulla terra, e c'era un Angelo, una ragazza, Beka, odiata da tutti, maltrattata e allontanata dal suo unico amore. Lui era un Angelo importante, figlio di uno dei grandi Duchi di quel tempo, mentre lei una piccola schiava. Lavorava per il ragazzo, nel suo palazzo. Lui non la guardava quasi mai, faceva come se non esistesse, ma ci teneva alla piccola schiava. La proteggeva come se fosse una sorella minore, ma non capiva ciò che in realtà lei provava per lui.

Un giorno lui si sposò e lei, accecata dalla rabbia, uccise il loro primogenito. Le sue ali cominciarono a diventare nere, il suo animo divenne pian piano più tenebroso, la purezza della sua razza svanì all'istante.

Divenne crudele. I soldati la catturarono, la imprigionarono, ma lei continuava a scappare e a diventare sempre più forte. Gli Angeli si trasferirono sulle nuvole, portandosela dietro e sperando che ritornasse in sé, ma non fu così. La cacciarono dal loro regno buttandola giù dalle nuvole. Divenne un Angelo Caduto, un Demone. Al posto dei bei capelli biondi, spuntarono capelli neri, con corna ricurve, gli occhi divennero neri e non più azzurri come il ghiaccio.