60. Nel Regno-parte 3

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Era da tanto che viaggiavamo. Nessuno dei due parlava, io ero sempre più stanca. Ogni tanto sonnecchiavo, ma Alex secondo me era in fin di vita. Gli avevo proposto di bere il mio sangue ma lui aveva detto di no e aveva chiesto nessuna obiezione.

Dopo altre ore finalmente ci aprirono. Alex si era nascosto non appena aveva sentito il camion volante fermarsi. Io feci finta di essere praticamente morta, mentre invece ero quasi nel pieno delle forze.

-Questo pomeriggio ci sarà da divertirsi! I pivellini si divertiranno ad ucciderla!- esclamò sadico l'uomo che mi aveva afferrata per il braccio. Mi veniva voglia di fregarmene di tutti e saltargli al collo, ma non mi sarebbe convenuto. Eravamo a Bellatorum, ragazzi! La città con più Guerrieri di tutto il Mondo Parallelo! Un sogno per i Demoni Bianchi e... un incubo per i Demoni Neri ricercati come la sottoscritta.

Vidi Alex uscire dal camion volante e, rubando un mantello dalle mani di una bambina che lo stava portando al padre e che subito si mise a piangere, mi seguì cercando di non dare nell'occhio. Anche altre bambine portavano il mantello al padre. Cos'era, la giornata "portare il mantello al padre?". Bah! Demoni Bianchi!

Guardai davanti a me. C'era l'arena. Se mi giravo riusciva a vedere tutti gli edifici per lo sport. Bianchi come il latte e con i nomi degli sport scritti sopra. L'arena era immensa. Bianca, con un tetto leggermente a casupola, intorno un piccolo giardino e la strada bianca. Tutto così bianco, pulito, senza nemmeno un colore... che tristezza. Cioè, non è che la città dei Demoni Neri fosse stata tutto colorato... la vidi un po' dopo... ma non dilaghiamoci...

L'uomo mi spinse dentro una piccola porta, le poche persone che passavano mi guardavano con indifferenza, mentre io guardavo loro con orrore. Indossavano, i maschi pantaloni bianchi tutti uguali mentre le magliette potevano anche essere gilet, maglietta e felpa... ma sempre bianchi con le scarpe del medesimo colore. Le ragazze potevano avere tutti gli outfit che desideravano, ma solo bianchi, così come i cerchietti o i fiocchi per la testa. Un gruppo di ragazze passò di fianco a me e mi guardarono con sguardo schifato. Tutte tranne una ragazza dai capelli rossi, gli occhi verdi e delle lentiggini davvero carine. Era in fondo al gruppo, bassetta, nessuno le dava corda. Lei mi guardò con curiosità, forse capì chi ero, forse riconobbe in me che non ero come gli altri. Le si illuminarono gli occhi, ma non potei osservarla molto perché l'uomo che mi teneva per le spalle mi spintonò e mi fece entrare nella porta. L'ambiente, diversamente dall'esterno, era molto poco illuminato. Le pareti erano di cemento, incrostate, gocciolanti d'acqua, con del muschio sul fondo e le luci rotte che traballavano. Io riuscivo a vedere, ovviamente, ma quell'idiota della guardia che mi portava alle celle era come completamente cieco.

Dopo un lungo corridoio iniziai a sentire sempre più odore di muffa. Non mi ero accorta che stavo scendendo. Ad un certo punto trovammo due guardie appostate ai lati del muro. Fermi come due statue. Vestiti come i militari. Con un aggeggio molto evoluto in mano.

-Oggi i nostri ragazzi avranno a che fare con lei- decretò l'uomo che mi teneva per le spalle. Le due guardie mi guardarono con sufficienza, poi una di loro si spostò dal suo posto e camminando come un robot mi condusse all'ultima cella. Mentre passavamo c'erano degli altri prigionieri che urlavano di liberarli. Mi spinsero dentro una cella apparentemente vuota.

Era totalmente scura, non riuscivo a vedere quasi nulla, ma ad un certo punto si accese una luce e si schiarì tutto. Era tutta di pietra, ma al posto delle sale c'era un vetro. Mi alzai e andai lì. Toccai quel vetro ma subito mi ritrassi. Scottava. Feci una smorfia e mi sedetti. Le manette mi stringevano i polsi e me li facevano pulsare, erano legate davanti, erano stati molto stupidi a legarmele davanti... Vabbè, dovevo riposare... sarebbe stata una giornataccia...

---

-Muoviti sgualdrinella!- urlò sempre lo stesso uomo di prima al mio orecchio. Volevo così tanto dargli un pugno... mi sarei sentita realizzata. Aprii gli occhi e lo guardai con odio. Lui mi alzò prendendomi per la spalla e facendomi oltretutto molto male. Mi liberò le mani tenendomi però ben stretta, mentre le ali le lasciò legate.

-La spada è al centro dell'arena anche se... non so nemmeno se ci arriverai al centro...- detto questo ride sadicamente mostrando una fila di denti storti e gialli. Reprimo il gusto di sputargli in un occhi e alzo la testa con superiorità. L'uomo fa finta di niente e mi spinge verso una porta bianca. L'unica cosa pulita in quell'ammasso di schifezze.

L'aprì e subito sentii tutte le voci dei Demoni Bianchi che urlavano. Sembravamo allo stadio. L'uomo mi spinse dentro tentando di farmi cadere, ma io prontamente mi tenni in equilibrio appoggiandomi a una sbarra. L'uomo mi guardò con un ghigno.

-A mai più sgualdrinella- sibilò. Non risposi e mi incamminai verso il centro della pista dove, come aveva detto l'uomo c'era una spada. Anche se non si può nemmeno chiamare spada... era una cosa grossa e all'apparenza pesantissima. All'apparenza... La presi in mano e notai che in realtà era leggera. Ci giocai un po' mentre vedevo dei ragazzi spuntare da delle porte. Mi si posizionarono davanti. Quando smisi di osservare la spada alzai lo sguardo e lo puntai sul mio primo avversario. Sembrava bravo. Con i capelli arruffati e biondi, degli occhi color cenere e lo sguardo fiero e sicuro di sè. Troppo sicuro di sè. E questo non andava bene.

-Allora... finito di osservare una spada per la prima volta? Pensavo che questa fosse la prova più difficile e invece... mi hanno messo davanti una bambina!-

Colpo basso ragazzino. Tu non sai con chi stai parlando. I miei occhi diventarono neri, ma il ragazzo non se ne accorse e si mise in posizione. Dopo pochi secondi me lo ritrovai vicinissimo che continuava a tartassarmi di colpi tirati con precisione. Dai era bravo... Ma io continuavo a pararli senza il minimo sforzo. Il ragazzo dopo un po' smise di provarci e mi guardò con un'espressione esterrefatta.

-Hai finito?- chiesi sorridendo con cattiveria. Il ragazzo strinse i denti e la presa sulla spada. Credo che quelle non erano fatte per essere trasformate... Sennò l'avrebbe già fatto e mi avrebbe uccisa. Anzi no, nessuno mi potrebbe mai uccidere...

Si buttò contro di me con un urlo e con la spada in alto. Tutt'attorno continuavano ad urlare con segno di incitamento. Io aspettai il ragazzo, ma fu un errore, la sua intenzione non era quella di ammazzarmi, ma quella di disarmarmi. Astuto... Mi tolse l'arma dalle mani e quindi mi ritrovai senza. La spada che mi avevano dato era volata dietro al ragazzo che sorrideva sornione e mi guardava.

-Sei morta, bambina- sibilò avvicinandosi. Caricò il colpo. Ero pronta. Non per morire. Per sferrare la mia mossa super segreta e super efficace... almeno spero. Non l'avevo mai provata, ma fa niente. Eseguì un tondo che avrebbe dovuto decapitarmi anche se fossi stata in piedi, ma proprio quando stava per ammazzarmi spiccai un salto e atterrai sulla lama. Il ragazzo l'abbassò, sorpreso dalla mossa e io mi diedi una spinta e saltai. Con una capriola gli arrivai dietro e assestai un colpo davvero forte sulla spina dorsale che lo fece cadere a terra. L'intera arena si ammutolì.

Sorrisi compiaciuta della loro reazione. L'uomo di prima entrò nell'arena con una pistola in mano e la puntò verso di me. Okay... in quel momento sì che ero messa male ma... la magia esiste, no?
Mi spararono contro e io non vidi nemmeno il proiettile arrivare. Ero stata colta alla sprovvista. Di solito i cattivi parlano prima di uccidere, no?
Mi spostai evacando una barriera. Troppo tardi. Il proiettile beccò sempre lo stesso punto. Il ventre. Dove ancora i graffi del kraken non se ne erano andati. Si erano rimarginati, ma non se ne erano andati. E ora si erano riaperti... Caddi in ginocchio tenendomi il fianco. Guardai l'uomo che era pronto per dare il colpo di grazia.
Alex dove cavolo sei?! Pensai con disperazione. Mi guardai intorno in cerca di un aiuto. Nulla. Dov'è quel principino! Giuro che se non viene a salvarmi lo uccido un secondo prima di morire!!!
Lo sparo.
Non un'altra volta...

No...

Angelo Degli InferiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora