73. Il patto-parte 5

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-Come mai sei fuori prigione?- chiese con irritazione. Mi avvicinai continuando a tenere il sorrisetto strafottente di quando avevo parlato con il re, ma non risposi, perché lei doveva continuare il suo discorso idiota. -Avevo espressamente chiesto di non farti mettere nemmeno mezzo piede fuori da quella porta!- continuò. Alzai un sopracciglio.

-E invece ho ferito gravemente un tizio e ne ho fatto licenziare un altro e, oltretutto, ho stretto un patto con il re- dissi. Helena mi guardò come mai nessuno aveva fatto. C'era una rabbia cieca nei suoi occhi.

-E quale sarebbe il patto, sgualdrinella?- chiese. Ah-ah... l'ultima parola l'hai completamente sbagliata... pensai.

-Cole, ricordami perché sono viva?- chiesi al mio caro demone, che si stava trattenendo dal saltare al collo a Helena.

-Perchè sei l'Angelo degli Inferi, il demone più forte di tutto l'Universo che ci salverà tutti a parte questa qui che la uccido io ora- disse con molta calma Cole, poi cercò di saltare addosso ad Helena, ma lo fermai appena in tempo.

-Cole! Sai che il re ti uccide se fai qualcosa che non gli va a genio?- gli ricordai. Lui sbuffò mentre io gli scompigliai i capelli.

-Tu l'Angelo degli Inferi? Ti sarai tinta le piume per salvarti il culo- rispose Helena non appena poggiai lo sguardo su di lei.

-Allora spiegami come mai so fare questo- dissi, poi, come avevo fatto prima con Lefkò urlai accompagnando la mia voce con le mani e aprendo le ali. Helena finì molti metri di distanza da me e quando si rialzò e mi guardò impaurita non riuscii a trattenermi, così come Cole che prontamente si era tappato le orecchie quando aveva sentito la prima nota del mio urlo.

-Ho... ho delle cose da sistemare!- disse Helena. Era rossa sia dalla vergogna che dalla rabbia, non sapevo quale prevalesse di più.

-A stasera!- esclamai io. Lei si girò e quella volta vidi che era molto arrabbiata. Anche quella sera le avrei tolto un po' di scena. Sorrisi, poi Cole mi mostrò la mia stanza, mentre lui entrò nella sua.

Mi buttai a peso morto sul grande letto color blu notte. La camera era davvero molto bella. Parallela alla porta c'era un balcone con delle piccole piantine, al centro della stanza, appoggiato al muro di sinistra, c'era un letto matrimoniale con alla sua sinistra un comodino di noce e alla sua destra un grande armadio sempre di noce. Vicino alla finestra, stava una scrivania dello stesso materiale dell'armadio con una sedia e sulla scrivania un taccuino e una penna. Sul soffitto c'era un grande lampadario di cristallo, mentre le pareti blu notte come il letto si accoppiavano anche al tappeto circolare che copriva il pavimento di mogano.

-Mi piace!- esclamai ad alta voce. Aprii il pacchetto con i vestiti che avrei dovuto mettermi e vidi dei jeans neri a vita alta con i bottoni d'oro e una canottiera corta che finiva poco sotto il seno. Me li misi e aprii l'armadio. Era praticamente tutto nero a parte dei vestiti molto eleganti dei quali avrei cambiato il colore (non in nero perché sennò è tutto troppo triste...) Sul fondo dell'armadio c'erano due file intere di scarpe. Io adoravo le scarpe col tacco e per mia fortuna erano la maggioranza. Ero brava anche a combattere con le scarpe col tacco, ma ero ancora instabile... Presi dei decoltè neri con la fascia elasticizzata per fermarmi il piede e li indossai. Mi guardai allo specchio attaccato all'anta dell'armadio e sorrisi a me stessa ma... presi il pugnale di ossidiana che mi aveva dato Damon e mi feci una crocchia disordinata usando quello, attenta a non tagliarmi i capelli.

Non appena finii mi specchiai ancora finché qualcuno bussò alla porta. chiusi l'anta dell'armadio e andai ad aprire dato che avevo chiuso a chiave. Mi apparve davanti il soldato di prima con una cassa enorme tra le braccia. Scorsi un luccichio sul dito. L'anello per le ali! Chissà dove avevano ficcato i miei!

Angelo Degli InferiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora