21. Damon-parte 4

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Ero rimasto sconcertato. Chissà chi avrei dovuto sposare e fingere di amare...

Le ore volarono come i giorni. Passavo tutto il tempo in camera mia a non fare niente, sdraiato sul mio letto. Mi alzavo solo quando mi arrivava il cibo e dei messaggi o dai miei compagni o dai miei familiari per ricevere stupidi complimenti.

Il fatidico quarto giorno arrivò, ma io non accennai a muovermi dal letto.Pensavo sempre a Bella. Non riuscivo a immaginare che poteva essere viva in mano a suo padre...

Mi passai, per la trecentesima volta in quel giorno, le mani tra i capelli. Ero nervoso.

Bussarono alla porta. Mi alzai lentamente e presi grossi respiri per poi andare ad aprire.

Mio padre sorrideva felice della sua scelta e dietro di lui c'era... oh mio Dio... non ci posso credere...

Helena!!! C'era Helena!

Sgranai gli occhi.

-Helena?!- urlai facendo qualche passo indietro. Ero... non potete immaginarlo. Lei mi guardò sorridente.

-Helena è la migliore fra le allieve dell'Istituto. Sarà una brava regina- affermò mio padre per poi spingere la ragazza in camera mia e chiuderci dentro.

Rimasi in silenzio a fissarla per qualche tempo.

-Felice?- chiese guardandomi con occhi sognanti. Socchiusi la bocca per rispondere, poi la richiusi insieme alle palpebre e mi girai.

-Helena... io non so cosa dirti... ti giuro...- balbettai. Mi mise le mani sulle spalle e la testa nell'incavo del collo. Mi irrigidii all'istante e iniziai a sudare di freddo.

-Tuo padre mi ha chiesto di renderti felice ed è quello che farò...- disse la ragazza con voce sensuale.

Trattenni il fiato. Non avevo idea di cosa volesse fare, ma se si fosse spinta troppo in là non avrei esitato a mandarla via.

I capelli biondi e boccolosi della ragazza strusciarono sulla mia camicia. Mi fissò con i suoi occhi azzurri come il mare e iniziò a sbottonarmi la camicia.

Se voleva fare sesso con me si sbagliava di grosso. Non mi piaceva il fatto che non la amavo ma lo facevo con lei... Solo a pensarlo potrei vomitare!

-Helena...- provai a dirle di smetterla, ma lei mi zittiva sempre.

Quando la camicia volò via prese a baciarmi. La sua bocca sapeva di vaniglia, incatenò le sue mani dietro il mio collo, accarezzandomi dolcemente i capelli.

Io la assecondai. Le presi i fianchi e...

Aspetta... cosa sto facendo!!! Mi dissi quasi spaventato di ciò che stavo per fare. Mi staccai da Helena che parve sorpresa.

-Helena... torna in camera tua- dissi. Lei ci rimase molto male, ma se ne andò correndo.

-E dovrò sposarla...- mormorai disperato scuotendo la testa.

Aprii la finestra e mi appoggiai al marmo guardando il bosco, le colline e gli infiniti boschi.

Mi parve di vedere un luccichio in lontananza, molto in lontananza, tre giorni da qui.

Socchiusi gli occhi per vedere qualcos'altro, ma era inutile. Il luccichio era sparito.

Sospirai, avevo pensato potesse essere qualcuno ma... era solo la mia immaginazione che fantasticava su un ritorno di Bella.

Una calda lacrima mi rigò il volto. La lasciai scendere fino al mento, poi cadde giù fino a toccare il terreno innevato.

L'inverno era arrivato come il freddo. Mi ricordavo ancora quando mi raccontarono di avere un fratello che peró morì. Era un inverno uguale a questo, del 1967.

Avevo appena scoperto di avere un fratello. Il mondo mi era completamente caduto addosso. Ero... sconvolto è dire poco...

Mi ero richiuso in camera mia. Non mangiavo né dormivo. Restavo appoggiato con il broncio sul davanzale della finestra e aspettavo.

Chi poi? Nemmeno io lo sapevo. Forse qualcuno che potesse tirarmi su di morale, forse la Morte... no okay, sono esagerato a dirlo, ero troppo piccolo per pensare alla morte...

Fissavo il vetro come se volessi romperlo da un momento all'altro.

Vidi qualcosa, no. Qualcuno! Sotto un albero c'era qualcuno ed era circondato da del sangue.

Sgranai gli occhi e corsi fuori. Nessuno mi vide per fortuna. Presi una mantella e uscii fuori dirigendomi verso l'albero dove acevo visto quella persona.

Quando mi avvicinai vidi che era una ragazza. Aveva la pelle bianca come il latte, i capelli castano scuro e gli occhi neri.

Aveva una freccia che le trapassava lo stomaco da parte a parte e stava perdendo molto sangue.

Quando riuscì a vedermi mi guardò come se fossi un fantasma.

-Tu sei... il fratello di Damon...- sussurrò ansimando. La guardai con bocca socchiusa. Conosceva mio fratello!

-Sta tranquilla... adesso ti curo io- dissi deciso. Avevo solo undici anni, ma ci sapevo fare alla grande con la medicina, e non scherzo!

Con una magia che avevo imparato qualche anno prima feci apparire davanti a me della garza disinfettata e un catino d'acqua.

Mi avvicinai alla ragazza che mi guardava ancora stupita e iniziai a curarla. Le provocavo pochi gemiti e delle scosse su tutto il corpo, soprattutto quando le ho tolto la freccia dallo stomaco.

-Come mai sei ridotta così?- chiesi rompendo il silenzio che si era creato.

La vidi esitare per qualche istante, poi rispose:-Sto scappando da delle persone che mi vogliono morta, mi hanno ferita qualche ora fa e io sono precipitata giù-

Non distolsi lo sguardo dalla ferita per non perdere la concentrazione e chiesi ancora:- Perchè ti vogliono morta? Hai fatto qualcosa di sbagliato?-

-Solo io sono uno sbaglio...- sussurrò più a sè stessa che a me. Non aggiunsi altro. Quella ragazza mi piaceva, volevo chiederle di mio fratello visto che i miei genitori non volevano dirmi nulla.

-E... cosa sai di mio fratello?- chiesi dopo aver finito sedendomi di fianco a lei. Aveva bisogno di riposare, avrei avuto tutto il tempo.

Sorrise.

-Damon era... un angelo- mormorò iniziando a raccontare. -Io ero un'assassina, sai? Lui mi ha aiutata a capire che stavo sbagliando e così siamo diventati molto amici.- iniziò a dire. Ero abbastanza spaventato, ero di fianco ad un assassino!

-Poi qualcuno venne a cercarci e iniziò a cacciarci. Un giorno lanciò una freccia e...- tirò su col naso per non piangere -colpì Damon alla schiena che morì dopo... dopo avermi dato la sua forza vitale-

Vidi che aveva gli occhi chiusi e che una lacrima solutaria scese per la sua guancia candida.

-Scusa... non volevo farti piangere- mi scusai. La ragazza sorrise e si mise in piedi. A quel punto urlai facendole fare un balzo all'indietro.

-Sei un Demone Nero!- esclamai sorpreso. La vidi fare qualche passo indietro impaurita, poi tesi una mano verso di lei e dissi:-Oblitus!-

Dalla testa della ragazza uscì una sfera luminosa che si posizionò sulle mia mani per poi dissolversi. La ragazza si guardò intorno, poi quando vide che io non la stavo guardando se ne andò lasciandomi solo in mezzo alla neve.

-Vostra Altezza, siamo pronti per la prova del vostro vestito- disse il mio cameriere dietro di me.

Annuii distrattamente riprendendomi dal mio stato di trans. Seguii il mio maggiordomo mentre mille pensieri continuavano a vorticare nella mia mente come l'incontro di anni fa. In quel momento mi resi conto che in quel lontano inverno del 1967 avevo incontrato per la prima volta Bella Von Southeroff, la ragazza che amavo e che mi aveva sconvolto la vita.

Angelo Degli InferiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora