29. Salvataggio-parte 7

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~•Scusate il ritardo•~

Non ci potevo credere. Un altro lago! Stavo completamente impazzendo e mentre dissi "Giuro che prosciugherò tutti i laghi della terra" Alex rideva sotto i baffi.

Mi sentii mancare improvvisamente. Mi toccai la ferita. Stava ancora perdendo sangue.

-Dobbiamo andare, qual è la parte del portale???- chiesi ad Alex che corrucciò la fronte cercando di ricordare. Si girò per osservare meglio i due lati, poi ne indicò uno.

-Sicuro?- chiesi ancora. Lui mi sorrise con fare rassicurante.

-Ti fidi di me?- chiese. Annuii senza esitazione e lui sorrise ancora di più iniziando a nuotare e a trascinarmi verso la riva che lui diceva giusta.

-Dovrebbe esserci una villa. Non è di nostra proprietà, è solo il luogo del portale, ma prima di entrarci devo farti curare, e qui dovrebbero esserci dei miei amici.- disse il ragazzo continuando a nuotare.

-Dovrebbero esserci?- chiesi io con un sopracciglio alzato.

-Si spostano in continuazione...- spiegò lui vago. Annuii anche se con alcuni dubbi.

Ogni bracciata che facevamo io ero più debole. Senza forze e bianca come un lenzuolo. Era la prima volta che mi sentivo così stanca di vivere.

-Siamo vicini, Bella! Sta tranquilla, ti cureranno- mi rassicurò Alex accorgendosi che ero rimasta indietro e che ero pallida.

Mi sorresse e insieme riuscimmo ad arrivare a riva. Una riva scogliosa con una roccia grande che sporgeva e sopra di quella una torretta. Mi era molto familiare... Ma sì, certo! Nel rinascimento ero andata a Como per una grande festa in questa villa! Si chiamava... Villa Monastero!!! Era un posto fantastico! Piante ovunque disposte in modo ordinato, Alberi di mandarino, mele... Di tutto e di più. Adoravo quel posto!

-Bella, dobbiamo issarci là sopra...- disse Alex giarando male la scogliera.

-Usa la magia... Le ali sono ancora fuori uso...- dissi controllando le mie ali bianche che per fortuna non si erano sporcate.

-Oh! A proposito di ali!- esclamai. Presi dalla giacca due anelli e ne porsi uno a d Alex. Non appena li misi le ali sparirono. Meno male non erano caduti durante le nuotate! Sarebbe stata un disgrazia.

-Certo...- annuì. Io mi alzai a fatica per dargli man forte. Protese le mani e pronunciò la formula mentre io appoggiai la mano sulla sua spalla infondendogli una piccola percentuale della mia magia.

Un blocco di pietra si formò davanti a noi, a pochi centimetri dalla piccola torretta. Ci salimmo senza esitazioni, poi con un immenso sforzo Alex fece salire su la roccia in modo tale che potessimo entrate dentro la torretta.

Scavalcai la ringhiera del piccolo balconcino che si affacciava sul mare. Lui mi seguì a ruota con un filo di fiatone.

-Stai bene?- chiesi preoccupata.

-Lo chiedo io a te, hai il fiatone ma non hai fatto niente e la ferita sanguina... Devo portati subito dai miei amici...- disse invece lui. Annuii anche se tristemente, non volevo essere un peso per nessuno, ma a quanto pareva lo ero.

Entrammo dentro la torretta. Il pavimento era roseo, e le pareti avevano degli specchi ormai rovinato dal tempo. Mi soffermai sugli specchi.

-Erano così belli un tempo...- sussurrai facendo un giro su me stessa e provocandomi un dolore atroce al fianco. Alex mi sorrise.

-Credo di essermi perso qualche secolo...- mormorò divertito facendomi ridere.

-Tanto lo so che mi hai sempre controllata!- esclamai poi. Lui sorrise diventando rosso dall'imbarazzo.

-Dai andiamo! I miei amici sono un po' distanti da qui!- esclamò lui per togliersi dall'imbarazzo. Annuii e lui mi guidò fuori dall'immensa villa. Riconobbi ogni colonna, ogni pianta, ogni statua e ogni fontana. Quella era stata una delle mie tappe nel 1500, nell'era rinascimentale, poco dopo essere stata cinque anni a Firenze.

Iniziammo a camminare su un marciapiede cercando di non incontrare passanti. Non eravamo vestiti adeguatamente per dei turisti. Vidi di sfuggita un negozio di vestiti e mi venne un'idea.

-Ehi, Alex!- sussurrai richiamando la sua attenzione. Lui si voltò verso il negozio non capendo. -Sarà meglio cambiarci, no?- chiesi. Lui annuì. Attraversammo la strada e entrammo nel negozio.

Lui prese una maglietta a maniche corte verde chiaro della Polo e dei jeans, poi un cappotto verde militare con il pelo. Mentre io presi una felpa larga nera con il cappuccio con su scritto "The Dark Is Afraid of me" cioè il buio a paura di me, sotto ci misi una maglia nera aderente, poi misi dei jeans strappati aderenti e presi un giubbotto nero con il pelo dietro. In quel momento sembravamo dei turisti qualsiasi!

Mi guardai la ferita. Si era aperta e usciva sangue. Mi misi una fascia bianca elastica attorno a quel punto per cercare di bloccare l'emorragia, ma sembrava inutile, la fascia divenne rossa dopo poco. Cercai di fare finta di niente, misi giù la maglietta e la felpa, poi uscii dai camerini e misi il giubbotto.

-Ehi! Dovete pagare!- esclamò la povera commessa. Mi arrestai sul posto e guardai Alex che mi stava guardando con terrore sapendo cosa avrei dovuto fare. Respirai profondamente, poi con uno scatto corsi dalla commessa facendomi male alla ferita e le colpii il nervo del collo facendola svenire.

-È solo svenuta, sta tranquillo- assicurai il ragazzo, poi lo trascinai fuori quasi con la forza.
Camminammo a lungo, io a braccetto con lui che mi sorreggeva, mentre io cercavo di respirare normalmente per non far preoccupare Alex. La verità, però, era che la ferita pulsava, che il sangue scendeva e non si fermava e che io desideravo sempre di più il sangue del ragazzo.

Continuavamo a costeggiare il lago mentre delle stradine tortuose iniziavano a diramarsi alla nostra destra andando in salita. Le case a non più di due piani avevano colori sgargianti e tetti spioventi. Alex continuava a guardare in quella direzione aumentando il passo man mano che andavamo avanti. Ad un certo punto i suoi occhi luccicarono e lui svoltò bruscamente. Trattenni a stento un gemito di dolore.

Alex quasi corse davanti ad una casa rosa salmone e bussò con impeto, poi si appoggiò al muro mentre io mi posizionai davanti alla porta. La porta si spalancò di colpo e un ragazzo con i capelli color cenere e gli occhi nocciola spuntò da dietro.

-Cosa vedono i miei occhi!- esclamò. Alex arrivò dietro di me con un sorriso divertito. Il ragazzo sulla porta sgranò gli occhi e corse ad abbracciare l'amico.

-Alex! Maledizione! Scompari per millenni e poi torni con un angelo? Sarà successo qualcosa di grave!- esclamò. Da dentro la casa si sentirono degli strilli che dicevano solo un nome:"Alex".

-Un angelo, Lux? Sul serio?- chiese con un sopracciglio alzato Alex indicandomi con un dito. Gli diedi una gomitata facendo la finta offesa.

-Alex!- strillarono tre voci all'unisono. C'erano due gemelli, un maschio e una femmina, entrambi con i capelli rossi, gli occhi azzurri e delle lentiggni adorabili, mentre la terza...

Oh mio Dio... non può essere...

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SPAZIO AUTRICE
Salve ragazzi e ragazze!
Chi sarà mai il terzo personaggio? Avete già qualche idea?
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Angelo Degli InferiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora