88. L'Inferno - parte 11

1.7K 144 12
                                    

-E la mamma? Pensavo fosse lei!- esclamai attirando l'attenzione di parecchia gente.

-La mamma è in Paradiso, almeno, tua madre- disse. Rimasi allibita. Non riuscivo a capire molto. Il mio cuore batteva all'impazzata e non credo che qualcosa potesse fermarlo. Guardavo con occhi diversi mia sorella. Lilith. Non ci potevo credere. E poi quello che mi aveva detto... nemmeno quello. La guardo con occhi di una che non ha idea di cosa fare. Occhi di chi non sa che pesci pigliare.

-Spiegati meglio Hailey... mi sta per scoppiare la testa- mormorai massaggiandomi le tempie. È un modo per calmarmi. Anche se di solito nessuno lo nota, lo faccio spesso. Hailey sospirò prendendo coraggio.

-Nostro padre si è sposato due volte. La prima con la donna che amava, cioè mia madre e la seconda volta... con un Angelo, cioè tua madre- disse. Mi appoggiai allo schienale della sedia, distrutta. -Tua madre è stata in realtà costretta... papà diceva di amarla. L'aveva conosciuta in un bosco... mi ha detto tutto proprio un giorno prima della mia morte...- continuò facendomi scuotere lentamente la testa. Come se fossi una pazza drogata... non so se avete presente gli animali del circo...

-Quindi tu sei Lilith e siamo sorellastre...- mormorai. Guardai negli occhi Lucifero. -Credo che le nozze dovranno aspettare. Hailey deve venire con me- dissi. Lucifero scosse la testa ridacchiando.

-Te lo scordi, Hailey non va da nessuna parte- disse sicuro di sé.

-So che siete rinchiusi qua da tempo, ma c'è un mondo al di fuori di questo castello. Il mio mondo. E devo salvarlo dal mio stesso padre- dissi guardando negli occhi il diavolo. -E poi credo che la scelta vada a lei- continuo spostando il mio sguardo su mia sorella.

-Io credo che... si terrà un duello. Anzi, se Bella riuscirà a battere Ethan, James, Bonnie, me e Lucifero senza fermarsi mai verrò con lei. Ma se non riuscirà a battere solo uno delle persone che ho elencato, resterò qui- decretò la mia sorellastra.

-Hailey, sul serio? Stai mettendo a rischio un intero mondo- dissi con un sibilo.

-Sto mettendo a rischio anche il mio matrimonio- rispose lei, fredda come il ghiaccio. Talvolta, solo al pensarla mi fa paura.

-Hailey, cos'è il tuo matrimonio rispetto ad un mondo intero?! Non esisti solo tu in questo universo!- urlai alzandomi da tavola. Facendo zittire tutti. Mia sorella mi imitò arrabbiata.

-Per me è importante! Devo pensare anche a me stessa! E dovresti farlo anche tu! La tua vita non è stata progettata! Non devi per forza salvare l'universo! Puoi scegliere cosa fare! Puoi stare con la tua famiglia- urlò di rimando la ragazza. Mi bloccai per qualche secondo.

-Mi stai dicendo di mollare tutto e stabilirmi qui con te? Mi stai dicendo di lasciar morire tutto ciò che c'è lì per crearmi un eternità nuova?- chiesi sorpresa. Sorpresa dal suo comportamento. Non me lo sarei mai aspettato da lei.

-Insieme Bella... io, te, Lucifero, Harry, Luna... chi manca alla lista?- chiese con un sorriso mia sorella. Mi ricordo questa scena perfettamente. Un nitido ricordo. Forse più nitido del bacio rubatomi da Alex quel giorno, nella cella di mio padre.

-Mancano Cole, Theresa, Lux, Kiara, Damon, ma soprattutto manca Alex! Mi manca Alex!- urlai con le lacrime agli occhi prendendo un coltello e lanciandolo in direzione di una mosca che dava fastidio e che, con una spaventosa precisione venne sbattuta al muro dal coltello. Me ne andai via, sotto gli occhi di tutti. Soprattutto quelli di Harry.

Quelli delusi di Harry.

Entrai in camera mia e urlai. Il solito urlo. Poi trasformai la stanza in ciò che il mio cuore stava provando. Freddo. Avete presente quel cartone animato di... Elsa... Frozen. Quando la bambina perde i genitori e trasforma la stanza in ghiaccio?! Idem. La frustrazione invadeva il mio cuore. Vergogna, tristezza e un senso di impotenza.

...

Passò tanto tempo. Io ero sdraiata nello stesso punto a pensare.

-Non devo pensare. Devo agire- dissi a me stessa, sbattendo con rabbia la testa sulle ginocchia. Poi mi alzai e mi diressi verso l'armadio. Presi dei pantaloni elastici neri con dei décolleté del medesimo colore, una maglietta di cotone bianca e una giacca di aderente nera con le maniche lunghe e il colletto. Presi tutto il mio materiale (meglio non elencarlo) e mi diressi in palestra correndo.

Non appena arrivai trovai Ethan che si allenava ancora. Instancabile quel ragazzo.

-Ethan!- esclamai saltando giù dalle scalinate. Lui si girò sorridendomi. -Vuoi vendicarti adesso?- chiesi avvicinandomi.

-Sì. Ho pensato di farlo alla sfida ma poi ho detto... perché distruggere la missione della ragazza che ho sempre... appoggiato?- disse sorridendomi. Annuii, senza notare la piccola pausa che aveva creato tra la penultima e l'ultima parola.

-Grazie... allora sei pronto?- chiesi facendo roteare la lama nera. Il ragazzo sorrise facendo lo stesso.

Iniziò subito con un tondo che prontamente parai. Non è solito iniziare così. Perciò dedussi che voleva giocare a chi faceva le cose più imprevedibili. E la cosa più imprevedibile che potevo fare era fare qualcosa di prevedibile. Iniziarono i soliti attacchi e le belle difese. Giusto per studiarci. Anche se ci conoscevamo da anni.

Mi ricordo ancora quando da piccoli ci piaceva giocare. Era circa nel secolo di quando ero scappata. Nel medioevo. Talvolta mettevo dei vestiti da uomo e insieme ad Ethan giocavamo con delle spade di legno.

-A che pensi?- chiese provando un affondo, notando che ero distratta.

-All'infanzia- risposi iniziando a velocizzare i colpi, mettendo difficoltà ad Ethan che iniziò ad indietreggiare.

-E mentre pensi all'infanzia mi stai battendo?! Davvero, Bella, vuoi farmi sentire uno schifo!- esclamò parando per un pelo un mio colpo. Sbuffai alzando le spalle, poi lo disarmai con semplicità. Forse stare lì amplificava le mie tecniche. Come quando stare nell'accademia dei Demoni Bianchi, prima di diventare Angelo degli Inferi, mi indeboliva.

-Mi piace il modo in cui ti batti, Angelo- disse qualcuno sugli spalti. Entrambi ci girammo per guardare Lucifero. -Per poco e nemmeno io riuscivo a vedere la tua spada- continuò l'uomo.

-Ti ringrazio... spero di non umiliarti troppo al torneo- dissi facendo roteare la spada con un sorrisetto di sfida. Il diavolo si mise a ridere.

-E mi piace anche il tuo carattere... ma il fatto è che ti sbagli... spero io di non rovinare il tuo titolo- disse lui.

-Staremo a vedere- dissi con un inchino molto teatrale.

•••

AVVISI IMPORTANTI!!!

1.Andate a leggere la mia storia, se avete voglia. Mi farebbe piacere un vostro commentino per migliorare. Si chiama La Nuova Gemma

2. Ho revisionato, per ora, di questa storia, tredici capitoli. Ho aggiunto dei ricordi e aggiustato la parte grammaticale arricchendo anche con molti più aggettivi. Quando avrò finito di revisionare vi consiglio di rileggere tutto. Solo se vi fa piacere, ovviamente. Perché forse è più interessante e i capitoli anche più lunghi. (Tra poco raggiungiamo i 100... dovrei accorciare!!!)

Angelo Degli InferiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora