CAPITOLO 38 ~ Crazy Eyes For You.

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Kara's POV

Atterriamo a Londra dopo diverse ore in volo, nelle quali ho prettamente dormito, con la testa poggiata sulla spalla di Harry, che invece ha impiegato il suo tempo a sbrigare alcune cose della compagnia, in modo da non avere impegni durante il tempo che trascorreremo qua.

Recuperiamo il nostro bagaglio a mano, e ci avviamo verso l'uscita dell'aereo, e non appena mettiamo la testa fuori, ci da il benvenuto una pioggerella leggera, che dopo tutto mi mancava.

Passiamo i controlli dei passaporti e una volta ritirate anche il resto delle valigie, usciamo all'esterno dell'aeroporto, dove ad attenderci, c'è una macchina che ci porterà ad Holmes Chapel.

Ogni chilometro che percorriamo, la mia ansia aumenta sempre di più e quando mi volto per incrociare lo sguardo di Harry, mi rendo conto che, anche lui, si muove irrequieto sul sedile.

"H, tutto bene?" chiedo, vedendolo giocare nervosamente con gli anelli delle sue mani.

"Harry?" chiedo ancora quando non risponde.

"Mmh?" si volta di scatto fissandomi, con gli occhi smarriti.

"Stai bene?" chiedo piegando la testa di lato, come se questo misero cambio di prospettiva, possa farmi capire meglio cosa gli sta passando per la testa. A volte riesce ad essere così impenetrabile, come se issasse tante mura intorno a se e scacciasse chiunque all'esterno, compresa me.

"Io- si tutto bene, almeno credo" dice, con voce spezzata e capisco che c'è realmente qualcosa che lo preoccupa.

"Ti va di parlarmene?" chiedo ancora, avvicinandomi a lui e poggiando la mia testa sulla sua spalla, sperando di dargli abbastanza coraggio.

"È che mi sento come se ti stessi costringendo a venire con me dalla mia famiglia. So quanto tutto questo ti faccia soffrire e so anche che non vuoi deludere me. E poi non vedo la mia famiglia da tantissimo tempo e tornare a Holmes Chapel, beh, è sempre strano" sputa fuori, respirando irregolarmente quando finisce il suo soliloquio.

Alzo la testa dalla sua spalla e guardo questo meraviglioso uomo di fronte a me, che si preoccupa che io possa starci male. Lui ricambia il mio sguardo e io, prima di interrompere il momento proferendo parola, preferisco restare ancora in silenzio a fissarlo negli occhi.

E se i miei occhi potessero parlare o se lui potesse capire cosa sto provando in questo momento, potrebbe sentire o leggere quanto amore provo per lui.

"Harry, non devi preoccuparti per me. Io sono felice di essere qui con te. Per tanti anni sono sempre rimasta sola a ripensare alle festività trascorse con la mia famiglia e a come tutto mi sembrava perfetto. Mi hai ridato qualcosa che mi mancava. Mi hai dato una famiglia e un posto da poter chiamare casa. E di questo non te ne sarò mai grata abbastanza. Quindi non preoccuparti per me -io sto bene. E per il resto, sono sicura che sei in ansia senza motivo. Da quello che mi hai raccontato tua mamma non vede l'ora di vederti. Stai sereno, si?" chiedo, circondando il suo collo con le mie braccia e lasciandogli un dolce bacio sulla guancia, nello stesso momento in cui sorride e mette in mostra le fossette.

Finalmente si rilassa e durante il viaggio, riesce anche ad appisolarsi un po', poggiando la
sua testa sulle mie gambe, mentre io distrattamente guardo fuori dal finestrino e passo le dita tra i suoi capelli.

Dopo due ore in macchina finalmente arriviamo a Holmes Chapel. Quando la macchina si ferma davanti una villetta, Harry ringrazia l'autista e lo paga, lasciandogli anche una cospicua mancia.

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