CAPITOLO 24 ~ Through the Dark.

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Kara's POV

Vengo dimessa dall'ospedale dopo una serie di controlli, ma questa volta sono sola. Zayn non è qua ad aiutarmi e a sussurrarmi all'orecchio che dopo questa storia, tutto andrà bene, ed Harry è dovuto tornare a lavoro.

Faccio il borsone e dopo averlo posizionato sulla mia spalla, mi dirigo all'esterno della struttura ospedaliera. Percorro la strada di casa e una volta arrivata, mi butto sul letto cercando di riposare, come mi è stato detto da Harry, prima che lasciasse il mio capezzale.

I miei pensieri però, sono rivolti da un'altra parte e dentro di me, so che se voglio riuscire a combattere le mie paure e i miei dolori, sono costretta a prendere una scelta.

Così, mi alzo dal letto, in un impeto di coraggio e riprendo il borsone che avevo usato per l'ospedale. Lo svuoto dal suo contenuto e lo riempio con il necessario: intimo, qualche vestito e articoli da bagno.

Vado nell'armadio, dove nascondo i soldi e controllo a quanto ammonta la mia risorsa economica per affrontare questo viaggio. Constato, di avere abbastanza per poter stare lontano da Londra almeno 10 giorni e dopo aver preso tutto il necessario, esco da casa e mi chiudo la porta alle spalle, dirigendomi verso la stazione dei treni più vicina.

"Come posso esserle utile?" chiede un signore di mezza età dietro al bancone.

"Mi serve un biglietto per Swansea" chiedo gentilmente.

"Andata e ritorno?" chiede ancora.

"Solo andata -rispondo- per adesso" completo aggiungendo dopo un attimo di pausa.

"Ecco a lei e buon viaggio" mi augura.

"Grazie mille" dico, dirigendomi verso il binario indicato.

Opto per non dire niente a nessuno, altrimenti cercherebbero di bloccarmi, o almeno così voglio credere. Voglio fare questo per me stessa e con me stessa. Ho bisogno di combattere i mostri che mi tormentano e so che è arrivato il momento, dopo quasi 6 anni dalla morte dei miei genitori, di tornare a casa.

Il viaggio è meno stressante del previsto e quando arrivo nella città che mi ha dato i natali, mi rendo conto di come tutto sia rimasto immutato. Ci sono ancora le solite piante agli angoli della strada, la solita campagna inglese, immersa nel verde. Ci sono le solite signore che vanno a fare la spesa e scambiano due parole all'incrocio, mentre magari aspettano che il semaforo diventi verde. C'è il parco in cui andavo a giocare da bambina. Ci sono ancora tutti i miei ricordi, che dopo anni tenuti in un angolo della mia testa, riaffiorano più vividi che mai

Mi rendo conto di come intorno a noi niente cambia davvero, siamo solo noi a cambiare, passiamo la nostra vita a compiere degli spaventosi o alle volte meravigliosi mutamenti.

E non ce ne accorgiamo, non riusciamo a percepire il cambiamento che avviene, almeno fino a che non torniamo in qualche posto che a differenza nostra, è rimasta esattamente tale e quale a quando l'abbiamo lasciato.

Allora in quel caso, è come se riuscissimo finalmente a guardare dentro di noi e a capire chi siamo diventati.

Da quando i miei genitori sono morti, non sono mai più voluta tornare in questa città. Avevo paura che i ricordi riaffiorassero, esattamente come sta succedendo adesso, e che mi pugnalassero ripetutamente.

È sempre stato più facile scappare dai problemi, rifugiarmi in una vita che non mi apparteneva, piuttosto che fare i conti con i miei demoni interiori.

Ma adesso, è arrivato il momento di riuscire a superare queste paure, che per così tanto tempo, hanno bloccato la mia vita e non mi hanno permesso di essere me stessa e di poter amare veramente qualcuno.

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