CAPITOLO 2 ~ That's life.

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Kara's POV

Quando finisco dalle prove torno in camerino, mentre con l'asciugamano raccolgo qualche goccia di sudore che cade dalla mia fronte.

"Ti vedo esausta" dice il pianista, nonché mio amico da quando ne ho memoria.

Ci siamo conosciuti quando sono arrivata a Londra 12 anni fa e probabilmente è la persona che più si avvicina alla figura dell'amico.

"Abbastanza" rispondo a Zayn, continuando a tamponarmi la faccia.

"Andiamo a mangiare qualcosa fuori?" chiede seguendomi nel camerino.

"Penso che andrò a casa, sono stanca e il direttore mi ha chiesto di tornare domani mattina presto per riprovare il passo a due" dico mettendo le mie cose dentro la borsa ed infilando il maglione largo e il pantalone della tuta sopra il body e i collant.

"Ma domani Mike sarà ancora assente" dice riferendosi al mio partner.

"Lo so, ma ha detto che vuole darmi delle correzioni e che vuole vedermi meglio così da capire che tipo di lavoro deve fare su di me" rispondo.

"Pensi che sia in grado di portare avanti la compagnia?"

"È troppo presto per dirlo, ma penso che possa riuscirci bene e poi non metterebbero mai in mano una compagnia importante come quella della Royal Ballet ad un incompetente" dico, ripensando a come la sua mano ha toccato la mia.

Mi siedo di colpo sulla panca dentro gli spogliatoi, portando una mano alla testa, sperando di non svenire.

"Kara! -urla Zayn prendendomi per un braccio- tutto bene?" chiede, preoccupato.

"Si, è solo stanchezza" dico alzandomi in piedi e mettendo il borsone sulle spalle.

"Dovresti mangiare di più" dice ammonendomi.

"Mangio benissimo" rispondo acidamente.

"Lo sai cosa è successo l'ultima volta" dice cercando di toccarmi nel profondo.

"Lo so bene, non c'è bisogno che tu me lo ricorda" rispondo sbattendo la porta del camerino e lasciandomi la scuola alle spalle.

Quando arrivo a casa lascio il borsone sul letto e dopo essermi spogliata butto i panni sporchi dentro al cesto. Aspetto che si riscalda l'acqua e quando diventa di mio gradimento, mi butto sotto il getto, nella speranza che il calore e l'acqua portino con se tutto ciò che di tossico ho nel corpo.

Quando l'acqua diventa fredda, afferro l'asciugamano al lato della doccia ed esco, attorcigliando i capelli in un'altra in modo da non sgocciolare in giro.

Preparo la borsa per il giorno dopo e quando appuro che tutto sia pronto finisco di prepararmi e vado a letto, dove crollo in un sonno profondo.

Zayn's POV

Quando la vedo uscire vorrei correrle dietro e urlarle in faccia il male che si sta facendo.

Ogni giorno diventa sempre più magra, ma lei sembra non importarsene. A lei va bene così e nessuno le dice più niente.

Ma a me importa di lei.

Siamo cresciuti insieme, lei ballava, ancora felice e spensierata ed io le suonavo tutto quello che voleva al pianoforte.

Studiavamo insieme dopo le lezioni e aveva sempre quel sorriso e quegli occhi vispi sul suo viso che la rendevano irresistibile.

Ma adesso sono scomparsi.

Hanno dato spazio a un corpo sempre più esile, a due occhi spenti e a un sorriso che non c'è più.

Non so dove sia finita la ragazza che mi faceva battere il cuore e non mi faceva dormire la notte. So che è nascosta dentro di lei da qualche parte, ma non capisco perché non la vuole tirare fuori. Perché si ostina a chiudersi nel suo guscio, nel quale una volta faceva entrare almeno me.

-sei arrivata a casa?- le scrivo tramite messaggi.

-si- risponde semplicemente.

-ci vediamo domani, buonanotte K-

-notte-

Poggio il telefono sul comodino, accanto a una foto di noi due in sala, lei bella come il sole con addosso un vestito da ninfa e io vicino al pianoforte, mentre facevamo pausa dopo aver provato per ore un pezzo tratto dal balletto Sylvia.

Vorrei poter tornare indietro nel tempo, vorrei poter capire quando dentro di lei si è azionato quel meccanismo di autodistruzione.

Vorrei saperlo e poterla salvare, aiutare.

Ero l'unico che poteva farlo e ho lasciato che accadesse. Ho lasciato che qualche demone interiore, che la tormenta, me la portasse via.

E cosa mai potrei fare adesso?

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