CAPITOLO 40 ~ A Little Less Conversation.

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Zayn's POV

Sento suonare il campanello e mi avvio verso la porta, pensando che Gin abbia dimenticato qualcosa.

"Cosa ti sei scordata questa volta?" chiedo aprendola, ma chi mi ritrovo davanti non è Gin, bensì Kara, in lacrime.

"Po-posso entrare?" ritorce in preda ai singhiozzi.

"Si certo, entra! Sei gelata" constato, indirizzandola verso il camino, acceso al centro della grande stanza.

La faccio sedere sul tappeto, le levo il giubbotto zuppo di acqua e la sciarpa e l'accolgo tra le mie braccia, stringendola forte al mio petto.

"Ti va di parlarne?" chiedo gentilmente, non volendola sforzare a rivelarmi la motivazione.

"Non dovrei essere qua" dice invece, non considerando la mia domanda, accucciandosi ancora di più tra le mie braccia, azione in totale contraddizione con le sue parole.

"Kara, sono ancora la tua famiglia. Anche se le nostre vite hanno preso due strade diverse. Mi troverai sempre se avrai bisogno di me" le sussurro dolcemente all'orecchio, mentre cerco di calmare i suoi spasmi.

"Sono così stupida..." riesco a capire tra un lamento e un altro.

"Non è vero non lo sei, qualsiasi cosa sia successa, per stare così avrà sicuramente importanza" rispondo cercando di tranquillizzarla.

Sento i suoi gemiti e il suo respiro regolarizzarsi e nel giro di qualche minuto, grazie anche al calore del camino, cade in un sotto profondo tra le mie braccia.

Prendo uno dei cuscini dal divano e glielo porto dietro la testa, adagiandola sopra e ci copro entrambi con una coperta.

Quando riapro gli occhi è mattina e Kara dorme beatamente con la testa appoggiata sul mio petto. Ha la fronte un po' sudata e così le scosto la coperta e la lascio li sola, mentre raggiungo la cucina.

"Che ci fa lei qui?" salto sentendo una voce provenire alle mie spalle.

"Aveva bisogno di me, è venuta qua ieri notte, zuppa e in lacrime" rispondo a una Gin indispettita.

"Da quanto tempo sei qua?" chiedo stavolta.

"Sono arrivata mezzora fa" dice acidamente, continuando a sorseggiare il suo the.

"Gin, non devi essere gelosa -inizio girando intorno alla penisola e avvicinandomi a lei, per poterla guardare negli occhi- ne abbiamo parlato un milione di volte. È mia amica, ci sono sempre stato per lei e mi sono giurato che sarebbe stato così per sempre. Non posso negarglielo, lei avrebbe fatto lo stesso per me. Io amo te e questo è quanto" concludo lasciandole un dolce bacio sulle labbra. La vedo rasserenarsi e si appoggia alla mia spalla.

"Va bene, io ero passata a prendere il mio borsone che ieri ho lasciato qua. Verrai a lezione?" chiede, iniziando a indossare il suo giubbotto e la sciarpa.

"Sei sempre la solita, non c'è mai una volta che non ti dimentichi qualcosa" la rimprovero ridacchiando, sommessamente.

"Smettila di farmi la predica ogni volta" tira fuori la lingua e alza gli occhi al cielo, quando sorrido di fronte la sua sbadataggine.

"Comunque non so ancora se verrò, aspetto che lei si svegli e se sta bene ti raggiungerò" le comunico, accompagnandola alla porta.

"Va bene, ci aggiorniamo dopo" lascia un altro tenero bacio sulle mie labbra e abbandona l'appartamento.

Giro su me stesso e percorro il corridoio al contrario, per dirigermi verso il soggiorno, dove c'è ancora Kara che dorme. Mi stendo nuovamente accanto a lei, ma non appena sposto la coperta, lei sbarra gli occhi, come se fosse spaventata.

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