La giornata diversa

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Quella mattina mi svegliai e non trovai Deborah a letto. Mi spaventai moltissimo e corsi in corridoio e la trovai a camminare verso il bagno. Lei si avvicinò vedendomi ansimare e mi diede un pugno lieve sul petto e, mantenendo la posizione iniziò a muovere la mano.
La guardai perplesso. Lei continuando la mano mi disse
<<Sei un idiota. Io vado in palestra ma non a lavorare>>
<<Ah, poss...>>
<<Non puoi venire. Ricordati che sei un cretino e sei rimasto fuori casa. Fai tornare tuo fratello in città e fatti dare le sue chiavi>> mi interruppe. Poi tolse la mano dal mio petto e si diresse verso il bagno
Ero sorpreso che non avesse detto nulla riguardo a come si era svegliata. Feci un sorriso e mi vestii. Presi tutta la mia roba e feci un biglietto che lasciai sulla scrivania di Deborah. Sopra c'era scritto che sarei tornato sta sera e l'avrei portata a bere qualcosa.
Corsi fuori casa e chiamai mio fratello.
<<Edward, scendi in città ORA. Mi devi dare le chiavi e ti devo dire una cosa>>
<<Che cosa?>> chiese preoccupato mio fratello
<<Qualcosa di meraviglioso>>
Iniziai a correre senza meta, al freddo. Corsi forte. In me provavo qualcosa che non mi spiegavo. Ero titubante e il mio respiro si fece affannoso. Non sapevo cosa fare, cosa dire, che pensare. Fino a quel punto pensavo che fossi una nullità nel mondo, destinata a finire come tutti gli altri essere umani. Ma qualcosa in me era cambiato in quel giorno. Vedevo tutto diversamente e mi sembrava tutto così meraviglioso. La vita aveva ripreso colore per me. E volevo dirlo al mondo.
Iniziai ad urlare parole senza senso e a fare gesti casuali, saltellando in mezzo alla strada.
Due ore dopo mio fratello mi mandò un messaggio dicendo che era a casa. Io corsi verso casa. Bussai e mio fratello mi aprì. Io iniziai a salutarlo e a raccontargli
<<Ciao Edward!! Ho conosciuto una persona che mi fa sentire felice e mi fa vedere tutto diversamente. Non ti so spiegare la sensazione ma...>>
Edward mi guardava perplesso. Si sistemò gli occhiali e disse
<<Jas, non ho capito nulla>>. Io mi stesi sul divano e gli raccontai tutto da cima a fondo non togliendo nessun particolare. Lui si sedette sulla poltrona e mi guardava perplesso. Mi ascoltava e la nostra diventò una seduta psicologica.
<<Allora fammi vedere se ho capito: hai conosciuto questa ragazza fortissima e freddissima in palestra e ci hai dormito insieme??>> disse con volto arrabbiato
<<Hai saltato più o meno tutta la storia. Comunque sei uno psicologo: dimmi cosa sto passando>>
<<Jas ti posso assicurare che non ho capito nulla. Hai un volto che non ti avevo mai visto>> guardò il suo orologio da polso e disse
<<Senti io devo tornare fuori città. Se hai bisogno...>>
<<Non fare il fratello maggiore che non sei. Sono nato 6 minuti prima di te!>> dissi ridendo
<<E sono già più responsabile di te>> sistemandosi gli occhiali
Feci una smorfia e lui mi guardò ridendo. Si alzò e senza dire una parola se ne andò. Non mi salutò neanche e rimase con me poco tempo. Non capii perché ma sembrava agitato e ansioso.

Il giorno passò veloce tra una chiamata dei miei genitori che mi rimproveravano ed un'uscita con Lian. Io aspettavo semplicemente che arrivassero le 21:00 per andare a casa di Deborah e poter stare un po' con lei.
Lian mi diceva che, siccome era l'unica che mi faceva eco, mi aveva sorpreso ed era quella la sensazione che stavo provando. Bree diceva che siccome vedevo le ragazze come soggetti deboli mi aveva colpito il fatto che fosse più forte di me. Stephan mi disse che siccome era una preda difficile per me, mi aveva attirato. Rose, una cameriera nel bar in cui ci ritrovammo, mi disse che conosceva Deborah e che siccome era forte, volevo la sua protezione. Ma non era nessuna di queste opzioni quella giusta.

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